Eccomi qua, a commentare un altro capitolo di quest’emozionante storia. Ci hai preparati bene per questo punto di svolta, presentandoci i personaggi e facendoceli amare/odiare e adesso è arrivato davvero il momento in cui sono messi sul serio alla prova, quanto previamente accaduto solamente un allenamento!
Delle vicende di questo capitolo ne abbiamo parlato così tanto e parevano così lontane, che mi fa davvero strano finalmente leggerle nero su bianco: a voce fanno un effetto diverso, un po’ perché le versioni variano man mano che le si progetta, invece qua ha un sapore di definitivo e non so, mi rende davvero euforica! Mi commuoverò quando leggerò del mio figlioccio, spero stia in panza di mamma bello caldo e comodo.
Povero, povero, povero il mio Miluccio! Io lo sapevo – lo sa-pe-vo – che quell’ornitorinco di Aiacos lo faceva prima o poi soffrire, solo che non mi aspettavo in questo modo, ossia rimanere coinvolto in un bruttissimo incidente e bussare alla porta della casa dell’Ade, suo datore di lavoro nella serie canonica. E meno male che c’è Camus a sostenerlo, mentre quel poveraccio panicava di brutto. Già prestare soccorso ad un estraneo richiede una notevole saldezza di nervi, figurarsi starsene lì davanti al fratello moribondo! Camus veramente s’è mostrato un amico prezioso, capace di calmare un esagitato Milo e al contempo prestare i primi soccorsi ad Aiacos, monitorando il suo status. Oh, però, dov’è Agata?
Ironico come sia Kanon a prestare soccorso ad Agata, proprio lui che ha pensato su di lei peste e corna fino al capitolo precedente. Quando si parla del karma. O sadismo dell’autrice. Però si è comportato in maniera egregia, matura, compassionevole, accantonando ogni divergenza per assistere quella poverina, per confortarla in quel momento terribile e doloroso. Vabbè, tu sai che io sono una frignona patentata, ma hai reso
*spoiler alert*
il decesso di Agata in maniera magistrale. Lo sforzo di proferire le ultime parole, la mancanza di rancori verso Greta – pur dopo essersi lasciate con amare parole – il modo sereno in cui spira … no, io avevo le lacrime agli occhi. Sei stata bravissima, mi pareva d’essere lì al posto di Kanon, di reggerle quella mano sempre più debole e di contemplare i suoi occhi, che si spegnevano, rivolti al cielo …
Alla fine, Agata era soltanto una ragazzotta ingenua, non molto sveglia, ma leale e devota a Greta. Diamine, gli ultimi pensieri sono stati verso di lei, malgrado si fossero allontanate, malgrado le incomprensioni! T^T Se non è vera amicizia questa, se soltanto Agata avesse deciso di rimanere più con Greta al posto di frequentare quelle smorfiose patentate! Niente di tutto questo casino sarebbe successo, lei e Greta sarebbero rimaste sempre affiatate, non si sarebbero lasciate così male. Certo, Agata ha dimenticato e perdonato, ribadendo il suo amore verso Greta, ma lei? Si perdonerà per quanto accaduto, troverà una chiusura? Agata ha smesso di soffrire, niente più la tangerà. Per Greta invece è solo l’inizio di una lunga agonia fatta di biasimi, rimpianti, rancore, dolore verso poi l’accettazione e superamento di questo lutto. Peccato, che lo dovrà affrontare da sola, senza Kanon. Anzi, temo che agli inizi lei vedrà il giovane come la fonte primaria dei suoi problemi, accusando lui, il cugino e la sua compagnia di quel triste epilogo per la sua amica. Di conseguenza, quando ho visto Kanon lì straziato, ho anche letto quel suo dolore come se lo compartisse con Greta – ma quanto è cotto quell’uomo? – sentendosi impotente, non potendo ora come ora confortarla. Al contempo, come l’ennesima prova di quanto lui stia ferendo, direttamente e non, la sua amata.
O forse sì? Che non sia questa l’occasione per saldare il loro rapporto? Kanon non fare cazzate, ti prego non fare cazzate perché due saranno gli esiti da situazioni come questa: o Greta sarà tua per sempre oppure la perderai una volta per tutte.
Ma dove sta andando Camus così di fretta e furia? O.o Ad avvertire Greta?
Ecco, poi le lacrime mi si sono asciugate e m’è venuta voglia di brandire la ciabatta alla menzione di Shaina – sì, rimani pure sbigottita, stronza! Tu hai Agata sulla coscienza! – e pure m’ha infastidita quella che io percepisco come ipocrisia da parte di June, che non ha mosso un dito per prevenire sto bordello. Piangi, piangi, io come Acquario ti ripudio e Camus non è del nostro segno, l’hanno adottato!
Mamma mia, povera zia Elvira! Effettivamente la questione è spinosa, come comunicare ad una cardiopatica che suo figlio sta facendo gli equilibrismi con la morte? E di nuovo, Kanon immenso in quel suo sobbarcarsi di questo ingrato incarico, sul serio sta guadagnando tutti i punti perduti. E poi … Aiolos e Saga. Belli, belli, belli, cosa farebbe Saguccio senza il suo Arco+Freccia? “Saga si era avvicinato ad Aiolos che appoggiato alla finestra guardava le luci di Atene che spiccavano nella notte, sentendo la sua presenza voltò lo sguardo verso di lui e si scambiò uno sguardo, sospirando quasi insieme” = la perfezione. Sono talmente in sintonia che Los avverte la sua presenza senza che Saga parli, respirano quasi come un unico essere. Basta, li adotto. Li amo in ‘sta storia. Se me li tratti male, ti trovo, ti piglio a tutututututu! E come Saga pretende la presenza di Los con lui, in barba alle opinioni dei genitori? Così si fa! Los era lì quando il cugino l’hanno trovato spalmato per terra, mentre Agata agonizzava ed era spirata. Los è la sua metà, il suo sostegno, il suo tutto … se non ci fosse in quel momento, lui crollerebbe, come sento che lo sta per fare Kanon, ormai ambasciatore che porterà moltissima pena a Greta.
Molto drammatica l’uscita dall’ospedale, mi è piaciuto il marasma delle reazioni scomposte e diverse l’una dall’altra e tuttavia coerenti coi personaggi. C’è chi abbraccia, c’è chi piange, c’è chi dovrebbe morire (Shaina), c’è che consola e chi non dice niente. Ma dove se n’è scappato Death? Che sia andato da Isabel, notando come lei non risposta ad Aphro? È davvero strano leggere il nostro siculo preferito così di pietra, sembra proprio un’altra persona, più maturo, più omo e non bamboccio viziato.
E sì, altro che doccia fredda, una valanga gelida colpirà chi non era stato presente quella sera in ospedale. I ragazzi, per quanto sconvolti, ormai se ne sono fatti una ragione, hanno visto e hanno assimilato la notizia. Ma per gli altri sarà davvero dura.
Adesso Aiacos parrebbe fuori pericolo, sebbene in coma. Oggettivamente, non gli auguro un pronto risveglio, non quando apprenderà quanto successo. Però è strano, un particolare mi sfugge: lui indossava il casco, ma Agata? Non mi pare di averlo letto. Poi lui nel capitolo precedente mi pareva sia sobrio che pulito. Cosa avrà provocato l’incidente? Una distrazione, una curva improvvisa? Un difetto della moto?
Hai detto benissimo ad inizio capitolo: ora arriva il bello, la prova finale e speriamo non la lapide sulla storia d’amore tra Kanon e Greta. Avevo atteso con ansia questo momento, l’attesa diverrà doppiamente dura da sopportare!
Un capitolo davvero d’impatto (con tutto il rispetto ai due)!
A prestissimo!
Bisous,
H. |