Ciao honeyblossom!
Sono molto contenta di ritrovarti con una nuova storia! Hai adottato uno stile molto aulico che si adatta bene al contesto cavalleresco e a quello del ciclo arturiano o alle chanson de geste in generale, ma con un tocco lievemente orientaleggiante che, devo dire, mi intriga parecchio. L’idea che uomini e donne debbano sacrificare ogni velleità o desiderio all’appagamento delle molte aspettative genitoriali e non è molto affascinante, perché crea inevitabilmente tutta la serie di situazioni di cui in questo inizio fai accenno. Matrimoni intessuti con persone che non si amano affatto e che si amano col tempo (ma è amore o non è, più verosimilmente, affetto, tiepido sentimento di protezione?), per esempio, che a loro volta amano terze persone legate a noi da vincoli di amicizia; la necessità di un erede sano e la sua mancanza, che aumenta ancora di più il divario esistente all’interno di una coppia.
Poi c’è questa sorella ritornata, c’è Nezuko, e la sua presenza nell’assenza ti è riuscita benissimo: la si sente quasi come fosse una presenza ultraterrena. Il legame con Tanjiro è prima di tutto spirituale, anche se poi prende connotazioni fisiche perché lui “riconosceva il suo profumo.” L’esclusività del rapporto, anche in questo caso, è un tocco breve e ben messo “era tornata da lui,” come se tutto il resto del mondo, semplicemente, non esistesse affatto. La questione Kanao spero di poterla analizzare meglio nei prossimi capitoli, visto che sostiene che la scelta di Tanjiro piacerà a Nezuko: poetico e struggente, questo capitolo si è rivelato veramente una bella lettura mattutina; a presto, spero, mi auguro continuerai ad aggiornarla, 😊
Shilyss |
