Ciao Aurora, ho letto questa pubblicazione, mi hai... letteralmente "incatenato", riesco a malapena a comandare le dita per digitare sulla tastiera, di certo non una grande predisposizione per scrivere un recensione. E con gli occhi umidi la scrivo.
Innanzitutto, non sapevo che ti sono venuti a mancare i genitori, questo mi dispiace terribilmente , inoltre sono rimasto spiazzato da cotanta introspezione strapiena di catene fatte di chiavi mancate e soprattutto di chiavi non trovate. Una pubblicazione peraltro con un retrogusto aforistico che contribuisce a rendere la lettura ancora più "aperta", un corollario di paure, di afflizioni, di nostalgia e di malinconia.
Righe strazianti, tristemente reali, la cupezza e i ricordi fanno da padroni in cui si aggiungono varie difficoltà psicologiche alla quale sicuramente si aggiunge l'angosciosa situazione odierna legata al Covid-19.
È una pubblicazione che annichilisce abbastanza, naturalmente non nell'accezione negativa dal punto di vista espressivo.
La parte che preferisco di più é quella centrale, ovverosia tu Aurora giovanissima assieme a tuo padre che passeggiavate nel bosco. A parte i luoghi che ho immaginato suggestivi hai reso perfettamente l'idea dei movimenti e delle espressioni placide della figura paterna, sequenze indelebili come scatti fotografici. Sì, ammetto di essermi focalizzato principalmente su tuo padre in questo spezzone in cui tu vai a ritroso con la mente e il cuore. Il testo quindi non é esente di certe sfumature.
Qualsiasi altra parola di questa mia disamina rischia di diventare superflua in confronto a ciò che hai scritto.
Aurora, di vero cuore ti auguro di trovare le chiavi giuste, anche quelle dell'amore visto che mi sembra di capire che allo stato attuale sei a secco.
Una bandierina verde speranza, sì la speranza che tu possa trovare l'agognato equilibrio non prima di fare come a Spartacus: rompere le catene! (Recensione modificata il 25/01/2021 - 07:44 am) |