Seconda classificata al contest "My beloved villain"
Grammatica e stile: 9,9/10 (4,9 grammatica + 5 stile)
Di seguito, riporto i refusi e l’unico, lieve errore grammaticale riscontrato, con il relativo punteggio detratto.
”comprende oscuramente che c'è qualcosa di sproporzionato nel modo in cui la testa di allontana dal collo.” ---> ”si allontana”, refuso.
”Gli occhi le si spostano istintivamente sul lenzuolo sformato ed allora che piega le labbra in una smorfia” ---> ”ed è allora”, refuso.
”È un uomo nervoso quello si presenta nel suo ufficio, invecchiato di colpo.” ---> ”quello che si presenta”, refuso.
”Wesker si aggrappa un'ultima volta alla sua coscienza - ai fianchi di Excella, al tintinnio dei bicchieri che gli si riverbera nelle orecchie, tra le costole.” ---> ”che gli riverbera”. (-0,1)
”bolle giallastre hanno già iniziato a eruttare dai corpi nerastri dei morti, piccolo vesciche luminescenti e pulsanti.” ---> ”piccole vesciche”, refuso.
Per quanto riguarda il tuo stile, hai un modo di scrivere molto particolare, ma davvero godibile. Hai un’ottima padronanza della lingua italiana, deducibile non solo dal modo in cui costruisci e giostri le frasi, ma anche dalla scelta accurata e variegata dei termini e dal modo in cui riesci a utilizzarli e accostarli per trasmettere con forza e musicalità concetti e avvenimenti. Lo stile che hai scelto di adottare si adatta molto bene al testo da te presentato, che è prettamente introspettivo e quindi ben si presta a questo modo di scrivere, volto a creare un’atmosfera quasi onirica e di sospensione, capace di catturare e rapire il lettore. Solitamente, l’uso del grassetto, del barrato e del corsivo sono sconsigliati in un testo, o comunque si consiglia di limitarne l’uso il più possibile, ma nel tuo racconto questi espedienti non hanno dato fastidio e, anzi, hanno supportato il forte impatto che hanno le frasi, andandone a sottolineare quelle parti che dovevano essere messe in risalto, e che lo avrebbero fatto comunque, per il modo in cui hai sapientemente gestito i periodi. Prediligi frasi brevi e il punto fermo, ma dimostri di saper padroneggiare anche gli altri segni d’interpunzione. La scelta di periodi brevi ha aiutato a donare immediatezza al racconto e a renderlo diretto e brutale, come la vicenda che narri.
Per quanto riguarda le descrizioni, anche in questo caso ne fai di brevi e incisive, ma davvero evocative e d’impatto. Riesci, in poche parole, a dire efficacemente tutto ciò che occorre per far immaginare al lettore cosa sta accadendo e come, senza confusione e senza che nessun dettaglio sia lasciato al caso. Tutto è funzionale alla narrazione, nulla è superfluo, neppure il modo in cui Albert è vestito al ricevimento, né la marca di champagne che sta bevendo. Ogni cosa s’incastra armoniosamente a creare uno scritto davvero godibile e coinvolgente.
IC/Caratterizzazione personaggi: 10/10
Il protagonista indiscusso della vicenda è Albert, ma a lui si affiancano altri personaggi, più o meno rilevanti all’intero della vicenda; hai fatto davvero un ottimo lavoro di caratterizzazione e introspezione con ognuno di loro.
Per quanto riguarda Albert, il fatto che tu abbia deciso di adottare prettamente il suo punto di vista e di mostrare la vicenda attraverso i suoi occhi e le sue introspezioni ti hanno consentito di delinearlo in maniera impeccabile. Ho trovato il personaggio davvero IC e somigliante con l’originale: nonostante il what if[ che hai presentato e nonostante, quindi, alcuni eventi si distanzino dal canon, tu sei riuscita a non snaturare il personaggio e a mantenerlo perfettamente in linea con se stesso. Nulla di quello che ho letto mi ha fatto pensare che i comportamenti e i pensieri di Wesker fossero una forzatura, non c’era nulla fuori posto o che stonasse. Sei riuscita a trasmettere con forza i tratti salienti della sua personalità; ciò che lo contraddistingue s’intuisce facilmente tra le righe della tua storia. Sei stata davvero molto abile a dipingere questo personaggio, a delinearne la personalità e i motivi che lo spingono ad agire, il perché fa quello che fa. Altra nota di merito è senza dubbio l’introspezione, gestita in maniera impeccabile: hai scavato a fondo nella mente del personaggio, ne hai indagato l’oscurità e il malessere, il dolore che lo spinge, la disperazione che gli fa vedere il suo perduto amore ovunque. La sofferenza che Albert vive, a seguito della perdita di Alex, è sviscerata e analizzata in ogni suo punto e vista non solo dall’angolazione di Wesker, ma anche da quella delle persone che lo circondano. Il dolore per la perdita non è stereotipato, è disperazione ma non sconfitta: alimenta, anzi, tutto ciò che Albert farà dopo, tutti i risultati che otterrà e il modo in cui porterà il virus nel mondo. Il parallelismo tra la sua relazione con Alex, con ciò che era prima di perderla, e l’uomo che è diventato dopo la sua morte è stato molto efficace per segnare i suoi cambiamenti, le sue lotte interiori, il suo lento e logorante disfacimento. Hai presentato chiaramente la relazione di Albert con Alex, l’affetto che lo univa a lei, e lo hai fatto attraverso momenti, stralci di memoria che si presentano prepotentemente e che si ripropongono mutati e oscuri nel presente, dove Wesker continua a vedere Alex, in un meccanismo malato, che gli fa male ma del quale non può fare a meno. Lui ha bisogno di Alex e non può lasciarla andare, anche se è doloroso averla accanto, anche se la sua presenza, che non è reale, non fa che aumentare la sua oscurità. Hai presentato davvero un personaggio tridimensionale e di spicco, con una personalità ben delineata e un’introspezione impeccabile. Quello che hai proposto è un villain di tutto rispetto, un villain con solide convinzioni e motivazioni dietro, che sa cosa fa e perché. In questo, hai colto in pieno lo spirito del contest, perciò ti faccio tanti complimenti.
Per quanto riguarda Alex, lei è il perno intorno a cui ruota tutta la storia, il motore che spinge Wesker a fare tutto ciò che fa. Quando muore Alex, Albert perde in un certo senso ogni cosa, e da qui ha inizio la sua discesa nella follia, che porterà l’Uroboros ad assumere la fattezze di Alex stessa, pur di compiacere il suo “padrone”. Alex viene dipinta attraverso gli occhi di Albert: tutto ciò che sappiamo di lei leggendo è esattamente tutto ciò che Albert vedeva in lei e il modo in cui i due vivevano il loro rapporto. Anche qui, sei stata davvero molto brava a dipingere questo personaggio donandocene, sì, una visione soggettiva dell’uomo che lo ama, ma alternandola anche a dettagli oggettivi, a dati di fatto che ce l’hanno mostrato anche per com’è, scevro da qualsiasi personalistico giudizio. Anche qui, ho trovato il personaggio somigliante all’originale, pertanto hai rispettato l’IC e, ancora, i tratti salienti del suo carattere sono facilmente intuibili in ciò che scrivi e decidi di mostrare. Il rapporto che hai deciso di costruire tra Alex e Albert è davvero ben fatto, ben analizzato e realistico: è un sentimento maturo, lievemente sporcato dall’oscurità dei personaggi, da ciò che stanno cercando di fare, ma che è anche salvezza, un angolo di pace nel marasma. Alex rappresenta per Albert un’ancora, qualcosa a cui aggrapparsi, un insieme irrinunciabile di ragioni. Alex appare invece più indipendente da questo punto di vista: lei ama Wesker, ma è libera da quell’ossessione che invece ha lui. Ti faccio i complimenti per come sei riuscita a dipingere questo personaggio e per il modo in cui sei riuscita a far comprendere i suoi pensieri e le sue posizioni, pur non essendo lei la protagonista principale.
Per quanto riguarda Claire ed Excella, anche qui hai fatto un lavoro di caratterizzazione impeccabile; entrambi i personaggi compaiono in pochi e brevi passaggi, ma tu sei riuscita a tratteggiarli con abili pennellate, rendendoli subito vividi e reali, dando loro personalità, rendendoli immediatamente riconoscibilissimi. Non è da tutti riuscire a caratterizzare un personaggio in poche righe, ma tu ne sei stata capace, e il risultato è davvero ottimo.
Trama e originalità: 10/10
Per quanto riguarda la trama, ne hai creata una ben solida, senza “buchi” e senza incoerenze. La vicenda, in sé, è piuttosto semplice e non presenta intrecci complessi, ma il modo in cui hai deciso di presentarla la rende davvero molto interessante e contribuisce a mantenere alta l’attenzione del lettore. La scelta di alternare flashback al momento presente è stata davvero ottima e ti ha permesso di spezzare la linearità della storia, di donarle dinamicità, nonché di presentare gli eventi che hanno condotto al momento presente e all’attuale stato psicologico di Albert. Inoltre, interessante è stato anche il fatto che tu abbia adottato prettamente il punto di vista di Albert, ma in alcuni passaggi abbia invece spostato il POV anche su altri personaggi: ciò ha permesso al lettore di avere una visione d’insieme più chiara, di poter analizzare la vicenda da diversi angolazioni e attraverso altri punti di vista, alcuni più oggettivi, altri più soggettivi. Anche questa scelta ha spezzato la linearità della storia, e l’ha resa senza dubbio molto interessante. Ad arricchire il tutto ci sono le introspezioni, davvero ben fatte e assolutamente funzionali alla vicenda. Hai, dunque, presentato una trama solida, ben strutturata e gestita, e l’hai resa interessante e accattivante grazie alle scelte stilistiche e narrative che hai deciso di adottare. Una menzione speciale va all’accenno di metaletteratura che hai fatto verso la fine della storia, quando Alex dice ad Albert che ha indossato la lorica del viallin della storia: è stato un passaggio davvero piacevole da leggere, che ha donato ulteriore spessore alla vicenda.
Quanto all’originalità, ho trovato la tua storia piuttosto innovativa. Hai presentato un what if molto particolare, che in parte rispetta il canone e in parte no: Albert libera l’Uroboros, ma questo assume le sembianze e le fattezze di Alex. Tutto, dopo la morte di lei, diviene un delirio allucinatorio dell’uomo e ogni cosa che accade dopo prende le sembianze di una conseguenza della sua perdita, dell’incapacità di superarla e del dolore che ne è scaturito. La disperazione per la perdita di una persona amata è un cliché piuttosto diffuso, ma il modo in cui hai deciso di presentarlo è assolutamente originale. Wesker incanala tutto il suo dolore nel lavoro, nel portare a termine il suo obiettivo e in questo mette tutto il suo amore per Alex, tutta la sua disperazione, cosa che si traduce nell’Uroboros che prende le fattezze di Alex, tanto l’ossessione di Wesker è grande. Hai presentato un tema classico, ma lo hai rielaborato in maniera personalissima, rendendolo innovativo, supportato anche da un what if davvero ben costruito e da una trama impeccabile, come già detto.
Sviluppo del pacchetto: 3,3/5
Nel pacchetto da te scelto, il villain crede di vedere qualcuno che in realtà non esiste, e tu hai rispettato a pieno questa condizione: Albert, distrutto dalla morte di Alex e caduto preda di una sorta di delirio allucinatorio, la vede al suo fianco, ne sente la voce, il profumo, come se lei fosse ancora lì. Razionalmente, si rende conto che lei è solo frutto della sua immaginazione, che è morta, ma quella visione non sparisce e, anzi, persino l’Uroboros arriva ad assumere la forma della donna. Hai sviluppato la condizione del pacchetto in maniera davvero eccellente, rendendola il fulcro della vicenda. (+2)
L’oggetto che dovevi utilizzare era il veleno e tu lo hai fatto in maniera davvero ottima e peculiare: nella tua storia, non hai inteso il veleno come oggetto materiale, quanto piuttosto come una condizione, un’allegoria. È veleno il rimpianto, il rimpianto di Albert che lo porterà, insieme al resto, a tramutare i suoi propositi in vendetta; sono veleno i segreti, i segreti che Excella non vuole scoprire, perché preferisce non sapere, perché sapere è ciò che le serve. E il veleno del rimpianto e quello dei segreti non colti sono proprio ciò che condurranno alla disfatta dell’umanità. (+1)
Per quanto riguarda la frase, sono stata molto tentennante su quale punteggio assegnarti e se assegnartelo. Per ottenere il punto, occorreva inserire la frase nella storia così com’era, potendola eventualmente lievemente modificare per adattarla al contesto, mentre tu non l’hai riportata. Tuttavia, il senso della frase è ben presente nel tuo racconto, il concetto che essa esprime è centrale nella vicenda: Albert non riesce a lasciar andare Alex, anche se il ricordo di lei è una tortura e anche se l’Uroboros ne è una terribile e brutta copia, ed Excella non riesce a lasciar andare Albert, anche quando intuisce la sua malvagità, perché lo ama. Per questo motivo, alla fine, ho deciso di assegnarti comunque un punteggio per questa voce, anche se, ovviamente, non pieno. (+0,3)
La stagione che dovevi utilizzare era l’Estate: non ne ho trovata una menzione particolare o specifica nel racconto, qualcosa che facesse pensare che la maggior parte di esso, o una sua parte, fosse ambientato in questa stagione, pertanto non ho assegnato il punto bonus.
Gradimento personale: 5/5
La tua storia mi è piaciuta davvero molto: è stata intensa, coinvolgente, carica di emotività e pathos. Il tuo stile di scrittura ha supportato nel farmi entrare nella mente dei personaggi, nel dolore di Albert, nel rimpianto e nella malinconia di ciò che ha perduto, mi ha fatto provare empatia per lui e mi ha fatto arrivare alla fine del racconto senza che riuscissi a biasimarlo del tutto. In questo, hai colto alla perfezione lo spirito del contest: mi hai presentato un villain senza scrupoli, hai motivato bene il suo agito e me lo hai fatto piacere per ciò che ha fatto e per come lo ha fatto. La sua è un’azione senza alcun dubbio efferata, che però si riesce quasi ad accettare, alla luce del dolore che lo ha spinto nell’ultimo periodo in cui ha lavorato all’Uroboros; si è quasi contenti per la vittoria dolceamara che riporta Albert, perché, in un certo modo, può avere accanto a sé Alex in maniera più concreta rispetto ai suoi deliri, anche se si rende conto che non è davvero lei, che non le somiglia, e per questo il suo tormento non avrà mai davvero fine. Una storia struggente, forte e coinvolgente. Complimenti!
Punteggio totale: 38,2/40 |