Ciao, avrei voluto passare prima a lasciarti questa recensione ma sulle prime avevo deciso di prendermi un momento per rileggerla perché non mi erano del tutto chiari certi passaggi, a cui avevo dato un'interpretazione diversa a ogni lettura, e poi un banalissimo incidente mi ha tenuta lontana dal computer, quindi arrivo soltanto adesso e ci tenevo, naturalmente, a lasciarti qualche impressione perché come dico sempre ogni tua storia è una piccola perla che vale la pena d'essere letta e che sento il bisogno di commentare.
A differenza dell'ultima tua flash che ho letto e recensito questa ha toni completamente diversi. E trovo interessante proprio questo aspetto della tua scrittura. Pur trattando tu quasi esclusivamente di un personaggio, ovvero Mycroft Holmes, riesci comunque a dare tantissime sfumature a tutte le storie che parli, senza mai rendere il testo banale o ripetitivo. E parlando quasi esclusivamente di un personaggio si potrebbe facilmente cadere in una certa ripetitività e invece pare che tu stia parlando di tutt'altro personaggio rispetto a "400". Quella che prendi in esame qui è un'epoca contemporanea, che potrebbe benissimo essere ambientata durante la serie, così come prima o dopo. La collocazione temporale non è precisa, ma non importa che lo sia. C'è Anthea e Mycroft è dietro la sua scrivania, il che significa che è un contesto a noi noto (e sì, io ho la fissazione di collocare sempre ciò che sto leggendo ma con le tue storie questo mi riesce sempre facile, dato che sei chiarissima e che semplifichi tutto in poche parole. Ah, il dono della sintesi...). Così come Mycroft. A differenza di "400" con la quale mi ritrovo a fare un paragone perché è l'ultimo tuo lavoro che ho letto, ma in effetti il paragone non regge perché sono due storie che non c'entrano nulla l'una con l'altra, questo è un Mycroft adulto. Non è il ragazzino a dieta che custodisce dentro un peso che non sa ancora come gestire, non è il giovane uomo praticamente abbandonato dallo zio Rudy, del quale si fidava come dicevi tu stessa nella risposta alla mia recensione, l'altro giorno. Questo è un Mycroft adulto e la storia parla di relazioni, quella con Lestrade nello specifico.
Il punto su cui non riuscivo a darmi spiegazioni era in merito alla parte in corsivo. All'inizio pensavo fosse un ricordo che Mycroft, trovando silenzio dall'altra parte, tiene custodito classificandolo come frutto di un momento di debolezza. Poi invece a un'altra lettura mi sono detta che forse poteva essere addirittura una sua fantasia che teneva chiusa dentro una scatola, per non farla mai più uscire. Poi credo di essere tornata alla mia versione e poi ancora all'ultima. Tuttora non credo di essermi decisa su quale sia la mia visione dei fatti. In entrambi i casi però ritrae un Mycroft estremamente solo che non riesce a gestire, a livello intimo, la propria cotta per Lestrade. Un Lestrade con cui ha fatto l'amore o col quale sogna di fare l'amore, in entrambi questi casi, Mycroft si trova davanti a una debolezza e invece che assecondarla e pensare che è giusto assecondare certe debolezze o desideri, ecco che la rinchiude dentro a una scatola. Forse perché se ne vergogna o magari perché pensa d'avere il cuore spezzato. Nel caso della mia prima interpretazione, ovvero l'aver fatto l'amore per davvero, non penso che quello di Greg sia un rifiuto come invece Mycroft lo sta interpretando. Magari c'è un po' di imbarazzo o il non saper bene come fare per fare un altro passo in avanti. Perché sì, sono stati insieme, ma va beh, adesso che si fa? Penso che la reazione di Lestrade possa essere stata anche un po' questa. Di contro, Mycroft è davvero gelido nel considerare se stesso come un uomo che va incontro a una debolezza per poi spazzarla via come se niente fosse. Non è affatto indulgente con se stesso, non si perdona quasi per aver fatto (o pensato di fare, il mio dubbio rimane) l'amore con un'altra persona ed essere così speranzoso di venire contattato proprio da lui. Credo non si perdoni affatto e questo lo trovo molto da lui, per il tipo di vita che ha fatto ritengo che Mycroft sia il giudice più implacabile di se stesso e tu mi hai dato proprio questa idea. Comunque sia, io vedo risvolti positivi in tutto questo. Anche se può sembrare angst, ma mi sento di dire che non è tutto finito qua e che potrebbe ancora nascere qualcosa di bello e duraturo tra Mycroft e Lestrade.
Detto questo, le tue storie sono sempre molto interessanti perché interpretarle molto spesso è anche una bella sfida che colgo con piacere.
Alla prossima.
Koa |