Recensioni per
Box.
di PathosforaBeast

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
10/01/20, ore 20:08
Cap. 1:

Ciao, avrei voluto passare prima a lasciarti questa recensione ma sulle prime avevo deciso di prendermi un momento per rileggerla perché non mi erano del tutto chiari certi passaggi, a cui avevo dato un'interpretazione diversa a ogni lettura, e poi un banalissimo incidente mi ha tenuta lontana dal computer, quindi arrivo soltanto adesso e ci tenevo, naturalmente, a lasciarti qualche impressione perché come dico sempre ogni tua storia è una piccola perla che vale la pena d'essere letta e che sento il bisogno di commentare.

A differenza dell'ultima tua flash che ho letto e recensito questa ha toni completamente diversi. E trovo interessante proprio questo aspetto della tua scrittura. Pur trattando tu quasi esclusivamente di un personaggio, ovvero Mycroft Holmes, riesci comunque a dare tantissime sfumature a tutte le storie che parli, senza mai rendere il testo banale o ripetitivo. E parlando quasi esclusivamente di un personaggio si potrebbe facilmente cadere in una certa ripetitività e invece pare che tu stia parlando di tutt'altro personaggio rispetto a "400". Quella che prendi in esame qui è un'epoca contemporanea, che potrebbe benissimo essere ambientata durante la serie, così come prima o dopo. La collocazione temporale non è precisa, ma non importa che lo sia. C'è Anthea e Mycroft è dietro la sua scrivania, il che significa che è un contesto a noi noto (e sì, io ho la fissazione di collocare sempre ciò che sto leggendo ma con le tue storie questo mi riesce sempre facile, dato che sei chiarissima e che semplifichi tutto in poche parole. Ah, il dono della sintesi...). Così come Mycroft. A differenza di "400" con la quale mi ritrovo a fare un paragone perché è l'ultimo tuo lavoro che ho letto, ma in effetti il paragone non regge perché sono due storie che non c'entrano nulla l'una con l'altra, questo è un Mycroft adulto. Non è il ragazzino a dieta che custodisce dentro un peso che non sa ancora come gestire, non è il giovane uomo praticamente abbandonato dallo zio Rudy, del quale si fidava come dicevi tu stessa nella risposta alla mia recensione, l'altro giorno. Questo è un Mycroft adulto e la storia parla di relazioni, quella con Lestrade nello specifico.

Il punto su cui non riuscivo a darmi spiegazioni era in merito alla parte in corsivo. All'inizio pensavo fosse un ricordo che Mycroft, trovando silenzio dall'altra parte, tiene custodito classificandolo come frutto di un momento di debolezza. Poi invece a un'altra lettura mi sono detta che forse poteva essere addirittura una sua fantasia che teneva chiusa dentro una scatola, per non farla mai più uscire. Poi credo di essere tornata alla mia versione e poi ancora all'ultima. Tuttora non credo di essermi decisa su quale sia la mia visione dei fatti. In entrambi i casi però ritrae un Mycroft estremamente solo che non riesce a gestire, a livello intimo, la propria cotta per Lestrade. Un Lestrade con cui ha fatto l'amore o col quale sogna di fare l'amore, in entrambi questi casi, Mycroft si trova davanti a una debolezza e invece che assecondarla e pensare che è giusto assecondare certe debolezze o desideri, ecco che la rinchiude dentro a una scatola. Forse perché se ne vergogna o magari perché pensa d'avere il cuore spezzato. Nel caso della mia prima interpretazione, ovvero l'aver fatto l'amore per davvero, non penso che quello di Greg sia un rifiuto come invece Mycroft lo sta interpretando. Magari c'è un po' di imbarazzo o il non saper bene come fare per fare un altro passo in avanti. Perché sì, sono stati insieme, ma va beh, adesso che si fa? Penso che la reazione di Lestrade possa essere stata anche un po' questa. Di contro, Mycroft è davvero gelido nel considerare se stesso come un uomo che va incontro a una debolezza per poi spazzarla via come se niente fosse. Non è affatto indulgente con se stesso, non si perdona quasi per aver fatto (o pensato di fare, il mio dubbio rimane) l'amore con un'altra persona ed essere così speranzoso di venire contattato proprio da lui. Credo non si perdoni affatto e questo lo trovo molto da lui, per il tipo di vita che ha fatto ritengo che Mycroft sia il giudice più implacabile di se stesso e tu mi hai dato proprio questa idea. Comunque sia, io vedo risvolti positivi in tutto questo. Anche se può sembrare angst, ma mi sento di dire che non è tutto finito qua e che potrebbe ancora nascere qualcosa di bello e duraturo tra Mycroft e Lestrade.

Detto questo, le tue storie sono sempre molto interessanti perché interpretarle molto spesso è anche una bella sfida che colgo con piacere.
Alla prossima.
Koa

Recensore Junior
08/01/20, ore 18:32
Cap. 1:

Che bellezza!!! Ti devo fare i complimenti perché questa breve storia, fatta di tratti veloci e pennellate leggere mi ha messo i brividi. L'immagine iniziale e sensuale di Greg e Myc e poi subito i pensieri di Mr Holmes mi hanno davvero estasiato, dandomi quasi le stesse sensazioni del protagonista.
Grazie, sei bravissima!!
Ty
(Recensione modificata il 08/01/2020 - 08:50 pm)

Recensore Master
06/01/20, ore 14:20
Cap. 1:

Come per ogni tuo pezzo, a mio avviso, i momenti di lettura sono più di uno. Con la prima lettura entro nell’atmosfera di ciò che ha scritto. Si tratta, quindi, di averne una prima impressione, di valutare che tipo di emozioni mi suscita nell’immediato. Poi, dopo una seconda ed anche terza vista, posso tentare un’interpretazione dei fatti e delle situazioni che rappresenti.
Quali siano le scelte e gli orientamenti di noi lettori, un fatto è certo e cioè che, il modo con cui racconti, lascia sfumati i contorni delle cose, non indugiando in spiegazioni ed osservazioni che, a volte, appesantiscono la narrazione. Qui, da te, assistiamo a qualcosa che avviene e l’imprecisato con cui connoti il testo lascia libera la facoltà d’interpretare la scena.
La prima lettura, dopo il travolgente abbraccio che sviluppa la situazione che racconti all’inizio, è animata dal contrasto stridente tra il “prima” ed il “dopo”. Il testo, infatti, comincia con uno sguardo a quella che è la prima volta di Mycroft e Greg e sei riuscita a farci arrivare tutta l’energia che anima il loro trovarsi. L’accurata scelta dei termini che usi, infatti, esprime forza, grande desiderio, impulso irrefrenabile a sentirsi davvero un’unica entità. (“...aggrappi...esplodere...spezzarsi...” ecc...). La scena, che ci fai intuire da gesti e dati uditivi, è veramente travolgente, una comunicazione tra due persone che non ha bisogno di parole tanto intensa è l’attrazione che li chiama l’uno verso l’altro.
Si passa poi, ed il contrasto tra i due momenti è reso anche visivamente con l’uso del corsivo solo per quanto riguarda i pensieri ed i ricordi di Mycroft. C’è infatti uno stacco con cui ci fai immergere nel clima, asettico e sicuramente efficiente ai confini con l’ossessivo, che connota l’ufficio di Mycroft . Inserisci l’immancabile e disumana Anthea che rappresenta perfettamente il potere inimmaginabile di Mister Inghilterra. Ma in questa tua splendida storia è Mycroft, l’uomo innamorato, che interroga ansiosamente il cellulare ma non ottiene la risposta che desidera. Io non so la connotazione che tu hai immaginato per la loro coppia, se Greg lo chiama o no, se è un incontro che ladri in il tempo che trova. Non importa. Infatti, secondo me, è memorabile il momento in cui Mycroft, qualsiasi sia lo sviluppo del loro trovarsi, recupera la sua sicurezza, riappropriandosi di ciò che ha provato. E lo rinchiude in una “scatola” per proteggerlo da ripensamenti e mugugni. L’importante di quello che ha vissuto con Greg è che l’ha vissuto. Punto. Per ora può bastare questo.
Bravissima, come sempre, ad evocare atmosfere in cui i nostri pensieri possano vagare liberi.