Arrivo con ritardo ma arrivo anche da te.
Ho trovato molto efficace la scelta del titolo, citazione che non conoscevo, perché esprime un concetto affascinante e, andando avanti nella lettura, cercherò di comprenderne l’applicazione nei fatti che racconti.
Davvero interessante il tuo progetto narrativo di considerare l’argomento da tre punti di vista diversi, suddivisi in tre capitoli. In tal modo si riuscirà ad avere dei fatti con un’immagine tridimensionale.
In questa prima parte, il POV è di Mycroft, personaggio complesso e difficile da trattare per la sua personalità criptica e complessa. Qui trovo assolutamente IC il modo con cui l’hai fatto agire e pensare.
Il contesto temporale, che fa da sfondo alla tua storia, è tra i più tristi ed impegnativi da rendere con efficacia perché è caratterizzato dall’intreccio di sentimenti ed emozioni che sono seguite al ritorno di Sh dalla sua finta morte. Avvenimento, poi, che ha catalizzato contraddizioni palesi nell’impostazione dei rapporti interpersonali, è il matrimonio di John. Sappiamo benissimo tutti che, quello splendido “best man”, al fianco dello sposo, in realtà nascondeva la morte nell’animo ed il desiderio di sparire di fronte alla fine delle sue più segrete speranze. Sì, perché sono convinta che il primo ad essere stato “fulminato” dall’altro, durante il loro primo incontro al Barts, sia stato proprio Sh. Sh che poi ha rinunciato alla possibilità di far evolvere una relazione d’amicizia in qualcosa di più importante, per sacrificarsi nel silenzio ed annullarsi in una finta morte.
Qui lo ritroviamo perso in un letto d’ospedale, vittima della sua volontà di autodistruzione attraverso gli stupefacenti.
Il rapporto tra Sh e la droga è un tema complesso perché è un filo conduttore nella sua vita, che scorre spesso sotto traccia per poi riaffiorare e travolgerlo. Noi sappiamo che prima di conoscere John il consulting era sicuramente un tossico. I motivi possiamo immaginarli e la quarta Stagione ce ne ha forniti alcuni tra i più importanti, come il suo sentirsi prigioniero dei fantasmi del suo passato emanati dal contesto familiare caratterizzato da problemi terribili. Tutta questa sua volontà di autodistruzione si era placata con l’ingresso di Watson al 221b, motivo per Sh di non sentirsi più solo nè incompreso. Qualcuno dimostrava per lui interesse e senso di protezione, ridava un senso alla sua vita.l, aveva reso inutile la fuga nell’oblio della droga.
Molto ben riuscita la figura di Mycroft, in cui ha rappresentato, con efficacia, la lotta con cui i sentimenti si fanno strada nella sua maschera d’impassibilità per esprimersi in un’esclamazione di dolore di fronte al fratello attaccato a dei macchinari per monitorare i parametri vitali. Ed è in questo contesto tragico che inserisci un atteggiamento di “Mister Inghilterra” che mi riporta alla scena significativa di HLW, in cui Mycroft, dall’elicottero, capisce che Sh ha appena ucciso un uomo, Magnussen, a sangue freddo, ed intuisce che il motivo principale è John. Indimenticabile l’espressione di dolorosa sorpresa e di preoccupazione che esprime con quell’ indimenticabile “Oh, Sherlock!”. La stessa carica emotiva la ritrovo nel tuo Mycroft, cui fai esprimere quello stupore sofferente ed intenso di fronte alle condizioni preoccupanti e penose del fratello.
Accanto a lui, Sh rimane qui, giustamente, sullo sfondo, poni un John confuso e preoccupato . Mi ha molto colpito, e l’ho trovata molto IC, la frase che pronuncia davanti ad uno statuario Mycroft:”...Ma non è da solo! Ha Molly, Greg...me....”. Penosa affermazione, in quello che lo riguarda. Lui sa benissimo che il suo relazionarsi con il consulting non può essere ridotto ad una semplice e saltuaria amicizia, come niente fosse. Io ho sempre pensato che, a queste condizioni, per limitare i danni emotivi su chi è chiaramente innamorato, cioè Sh, sarebbe preferibile un taglio chirurgico. Ovvio è che anche John è preso da Sh, da anni, ma la rabbia dell’abbandono, soprattutto, lo accecano di fronte all’evidenza.
Per tornare al vero protagonista di questo capitolo, cioè Mycroft, il
modo con cui l’hai fatto agire e comportarsi, qui mi è piaciuto molto. Quel suo difendere il fratello da ulteriori “offese” causate dai sentimenti. Ma, di fronte agli occhi di John, vi legge ciò che ha attratto per sempre Sh, e cioè la possibilità di una vita diversa, di qualcuno da amare e che possa ricambiare. Brava.
Vado al secondo capitolo. |