Ecco un'altra storia che dovevo rileggere prima di lasciare un'opinione, anche se alla fine ci ho messo più del previsto e vabbè.
Adoro le au, cosa che è abbastanza palese e trovo che quest'idea di Erwin professore di filosofia e Levi guardiano notturno sia adorabile, specialmente nella prospettiva in cui si sono incontrati a un ricevimento dello staff. Ce lo vedo tantissimo Erwin a fare la posta a Levi, per poi seguirlo all'esterno e proporsi di riaccompagnarlo, per poi abbandonarsi al desiderio.
Il dettaglio del libro, della paura che Levi ha sviluppato durante la lettura e di cui ha il dubbio se interrogare o meno Erwin, mi è piaciuto moltissimo; riprende molto la figura di Erwin che abbiamo conosciuto nel canon e mi ha anche commosso la risposta, perché è la risposta più esaustiva che potesse dare, la più perfetta in quella circostanza.
La narrazione e lo stile sono come sempre fluidi e con un lessico ricercato, ma non pesante. Ti segnalo solo una disattenzione verso la fine, quando scrivi "Erwin era sorriso", presumo al posto di "Erwin aveva sorriso", per il resto non ho notato errori di sorta e... niente, ho ancora qualcosa di tuo segnato, ma chissà quando passerò.
Alla prossima e non smettere mai di scrivere tra questi due. ;A; |