Valutazione del contest "Sincero (non mi odi più)"
Grammatica e stile: 7.6/10 (grammatica: 3.1/5 + stile: 4.5/5)
- suo figlio - ci vogliono i trattini lunghi sia all’inizio che alla fine della parola. Non è una svista, ma questa scelta ricompare in tutta la storia. -0.5 complessivo
Rimase, per sempre, la cosa più umana che le avrebbe mai visto fare. – I verbi nella frase sono sbagliati per il semplice fatto che il passato remoto è un verbo secco finito, ma il per sempre immediatamente legato e quel “avrebbe mai visto” rimanda invece a un futuro – e in ogni caso ad un’azione duratura nel tempo. Suggerisco: Sarebbe rimasta per sempre la cosa più normale che le avesse visto mai visto fare. -0.5
gli avrebbero dato dei soldi per questo – con “gli” a chi ti riferisci? A Eillen? A loro due insieme? In ogni caso non al solo Tobias, dato che non è di certo a lui singolo che avrebbero dato i galeoni. Quindi o “le avrebbero dato” oppure “avrebbero dato loro” – 0.3
Era il nome di suo nonno, gli avrebbero dato galeoni. – stesso problema. -0.3
qual'era – qual era senza apostrofo -0.2
E con le mani non riuscì a cancellarlo – manca il punto alla fine della frase. -0.1
Lo stile è particolare: è quasi un flusso di coscienza di Tobias che però segue un ordine cronologico e una coerenza profonda. Dato il tipo di racconto e di impostazione, risultano efficaci le frasi brevissime e l’abbandonare della paratassi con le virgole frequenti (inserite sempre al punto giusto) e frequenti congiunzioni “e”. Molto buono anche l’uso del discorso indiretto libero all’interno dell’introspezione stessa del personaggio. L’unica cosa che appesantisce un po’ la lettura sono le eccessive ripetizioni. In sé ne ho apprezzato il valore: servono a richiamare le frasi tra loro, a fare da collante tra i pensieri, a richiamare proprio la formula del flusso mentale; tuttavia ne hai fatto un uso un pochino troppo eccessivo perché sistematico. Ti riporto l’esempio più vistoso: Era troppo, era abbastanza troppo, era troppo per Tobias. E, per giunta, la frase successiva inizia con un concetto molto simile: Non era molto… Per quanto riguarda il lessico, l’ho trovato molto appropriato, dato che hai mantenuto sempre quello colloquiale – perfetto per il personaggio e per la struttura appunto di flusso di pensieri.
IC: 11/15 Non hai scelto un personaggio facile: Tobias Snape è uno dei personaggi secondari (anzi, terziari) della saga che siamo portati istintivamente a odiare. Un uomo cattivo, meschino, che picchia suo figlio e sua moglie e di cui non vediamo mai un aspetto negativo. Era una sfida molto difficile, che tu sei riuscita a superare in parte molto bene: ci presenti la sua versione dei fatti, l’infanzia di Severus dal punto di vista del padre violento. Attraverso la dinamica del flusso di pensieri (scelta che di per sé mi è piaciuta molto) ci permetti di scavare nella sua mente: ecco l’odio per la moglie, ecco il rimorso iniziale per come tratta il figlio, ecco la povertà che lo incattivisce, ecco ancora la paura – e ancora di più il senso di esclusione dalla magia. E in tutto questo non mancano i piccoli dettagli di umanità, i fallimentari tentativi di essere buono, che ho amato proprio per la sottigliezza con cui hai saputo inserirli: il pianto in privato per aver fatto del male al figlio la prima volta, il desiderio di volere qualcosa di meglio per lui (subito però coerentemente oscurato dal risentimento per il fatto che qualcosa non venisse da lui ma da Eillen). C’è allora una escalation nel modo di porsi fino al dramma finale che risulta quasi inevitabile dato il corso della storia. La bruttura del personaggio è mantenuta e di questo te ne rendo atto.
Per questo però è stato un vero peccato che tu non abbia spinto sull’origine dell’atteggiamento di Tobias: in tutto quello che vediamo ciò che davvero manca è l’inizio, un inizio che dovrebbe situarsi per forza di cose prima di Severus. Durante la lettura c’è una domanda che riaffiora più volte e che lascia un buco consistente per il personaggio, ma a cui tu non offri nessuna seppur minima spiegazione: perché Tobias ha sposato Eillen se la odia così tanto? Gli accenni al pre-Severus come coppia si riducono a quella risata di lei bevendo birra – ecco avrei voluto vedere qualche altro piccolo momento del genere, perché Eillen è un pezzo fondamentale della vita di Tobias e parlarne è imprescindibile. Se ci spieghi perché arriva a essere violento, non ci fai vedere il Tobias di prima, un Tobias che dev’essere stato pur sempre un uomo qualsiasi. Non risulta invece da cosa trae effettivamente origine l’odio per Eillen – cosa che non è secondaria dato che è sua moglie e la ragione della sua evoluzione. Insomma, molto funzionale l’evoluzione a diventare padre violento; potenti risultano infatti frasi come Non era giusto. Non era lui il cattivo. e Avrebbe voluto esserci lui, però era troppo stanco. Che mostrano in toto questo bisogno di giustificarsi, questo tentare di dargli la parola. Inconsistente è invece la parte di lui come marito violento. Provare empatia per un uomo così terribile è impossibile e il compito è sicuramente difficile, ma la parte assurda è che tu ci saresti potuta riuscire perché l’impianto generale mi è piaciuto; il progetto però trova in tutto quello che manca davvero un grosso iceberg.
Trama e altri personaggi presenti: 7/10 La trama ripercorre attraverso immagini frammentarie ma unificate nel pensiero di Tobias, tutti gli eventi di lui di fatti come padre e marito, partendo dalla gravidanza di Eillen fino al tragico epilogo della violenza più cieca. La storia risulta ben strutturata e riesci – come ho già avuto modo di indicare prima – anche a inserire degli elementi in più che arricchiscono e rendono completa la vita quotidiana di questa famiglia disfunzionale.
Mi sarebbe piaciuto però vedere qualcosa sul rapporto più specificatamente con Eillen magari prima del matrimonio e questo non per un motivo di trama, ma perché la strega è secondo me un grande punto debole di questo tuo lavoro. Seppure filtrato dal punto di vista di Tobias, appare come una donna davvero troppo mediocre. Il suo odio per il suo essere strega (e il riferimento quindi al sabba e ai calderoni) è ben giustificato, ma oltre a questo quello che emerge è l’immagine di una donna mediocre sotto ogni punto di vista. Non sa usare bene la magia, non è in grado di fare nulla, non è responsabile, è sempre sbadata – tutto questo non in conseguenza di qualcosa ma da subito. Eileen non sapeva neanche cambiarsi le mutande da sola, se non dietro qualche suggerimento più o meno gentile. Questa è una delle prima frasi che compare su di lei nella storia e l’ho trovata appunto esagerata (non da un punto di vista stilistico ma proprio come immagine di inettitudine). Ripeto: capisco che la descrizione è dal punto di vista di Tobias e dal suo odio cieco, però questa visione della donna comincia prima che iniziano i problemi e suona davvero strano pensando che è la donna che ha sposato. Sembra troppo esasperata, troppo semplicistica, troppo sbagliata: più funzionale sarebbe stato sottolineare qualche sua qualità in una fase iniziale e poi stroncarla nel corso della storia.
Mi è piaciuto invece tanto Severus nonostante sia solo piccolo: la sua difesa della madre prima accidentale e poi volontaria e infine quella solitudine profonda che fai emergere stupendamente qui: Severus lo guardava quasi con odio, e nessuna madre gli avrebbe mai lavato la maglietta.
Titolo: 3/3 Il titolo è perfetto: suona bene e colpisce, ma soprattutto è un’immagine che richiama Tobias. Le mani sono l’idea proprio della violenza babbana di cui lui è simbolo, ma in questo caso il male non è creato da quelle mani ma patito – è il male di chi colpisce, di chi in fondo è debole. Davvero bello e azzeccato.
Gradimento personale: 4/5 Hai fatto un lavoro interessante con questo personaggio: dandogli voce senza giustificarlo o per contro snaturarlo. Lo stile è la cosa che più ci è piaciuta: la scelta stilistica si è rivelata infatti molto appropriata e funzionale. Una visione meno “eccessiva” di Eillen e una più “umana” del loro rapporto avrebbe reso il quadro più autentico.
Totale: 32.6/43 |