Valutazione del contest "Who put crack in my amortentia?"
Grammatica e stile: 7.4/10 [3.4+4]
lago nero – Lago Nero -0.2 dato che lo scrivi sbagliato più volte
Nell’austerità che emanava dalla sua figura – manca il soggetto dell’inciso, “nell’austerità che emanava la sua figura” -0.3. La tua forma sarebbe stata corretta con un verbo come scaturire che richiede invece in sé il complemento d’agente.
The – tè -0.2 (dato che compare più volte)
[…] al castello.” Disse, volutamente scortese […] – non va il punto nelle virgolette quando la battuta è retta dal verbo: senza punto, si continua con la lettera minuscola. -0.4 complessivo.
balbettando “Per farmi perdonare – qui avrei messo due punti prima della battuta.
Tre Manici di scopa – la maiuscola va anche a Scopa, ma non lo segnalo errore.
a La testa di porco – l’espressione separata in questo modo, pur non essendo strettamente errata, è desueta: sarebbe da sostituire con “alla Testa di Porco”. Inoltre ci vogliono le maiuscole a testa e Porco e non all’articolo. -0.1 +-0.1
de La testa di Porco – stesso problema di prima. -0.1 + -0.1
whiskey incendiario – -0.1 la grafia corretta è whisky non whiskey. Whiskey con la e non è errato, ma indica quello distillato in Irlanda e negli Stati Uniti, mentre il whisky senza la e è quello distillato in Scozia. Ora, considerata l’ambientazione di Harry Potter la versione giusta è chiaramente whisky senza la e, per cui è whisky incendiario. Per quanto riguarda, invece, il whiskey babbano che compare successivamente non lo segno come errore perché, appunto, esulando dalla grafia specifica del mondo di Harry Potter, la versione whiskey con la e esiste e potrebbe essere dunque di qualunque importazione.
A livello stilistico, la storia procede bene: i periodi risultano della giusta lunghezza e la costruzione è agevole e immediata. Il lessico è adatto e vario. Nonostante la lettura sia scorrevole e gradevole, c’è in alcuni punti un eccesso di virgole (non sbagliate da un punto di vista grammaticale, ma si vengono a creare talvolta tante frasi) e di aggettivi (esempio: piccolo, insignificante villaggio magico sperduto e nascosto in Scozia). Un altro elemento di frammentarietà dello stile è dato dalla frequenza di frasi a capo: i paragrafi al loro interno risultano divisi, per cui avrei articolato in modo diverso lo spazio. A parte queste piccole scelte, ribadisco che la lettura risulta piacevole e lo stile appropriato.
IC: 9/10
L’IC dei personaggi è rispettato ed è sicuramente buono, tuttavia qualcosa non mi ha convinto e ora ti spiego nel dettaglio il perché. Partiamo da Minerva: la vediamo principalmente attraverso gli occhi di Abeforth e il flusso degli eventi, ma la sua caratterizzazione è molto fedele. Sottolinei la sua austerità, ma anche la sua gentilezza e ho trovato perfetti sia il momento del pianto disperato davanti a un caro amico, sia la reazione che ha alla confessione finale di Abeforth: sarebbero sicuramente le parole che lei direbbe, ricusando (ma non del tutto) un amore che giunge in maniera inaspettata al tramonto della vita. Altrettanto giusta mi è parsa la reazione di lei durante il primissimo scontro quando accetta – con esitazioni e in tono severo – l’invito a bere il tè. Passiamo ora ad Abeforth: mi è piaciuto come lo hai presentato (burbero, rancoroso verso il fratello) e la codardia che mantiene nel non confessare per anni cosa prova per Minerva. La parte iniziale però, quella dell’innamoramento, mi è sembrata un pochino fuori dal personaggio: lo descrivi come un vero e proprio colpo di fulmine la prima volta che la vede (da lontano) e che lo trova imbarazzato nel proporle una tazza di tè la prima volta che invece si parlano. Ho trovato che questa dolcezza improvvisa non fosse ben giustificata e che quel momento di “coraggio” iniziale fosse poi in qualche modo antitetico con il lungo silenzio degli anni successivi. Non dico che sia sbagliato, ma forse una maggiore introspezione in quel momento avrebbe chiarito meglio. Nella parte successiva fino alla rivelazione finale, il personaggio mi ha convinta e la sua introspezione è anche più marcata.
Concludo con una breve parentesi su Albus: compare poco ma nel suo ambiguo atteggiamento di tentativi di riconciliarsi con il fratello mi è sembrato decisamente in linea con il Preside che conosciamo.
Trama: 10/10
La tua trama mi è piaciuta molto: l’hai articolata durante un periodo molto lungo, da quando Minerva inizia la sua carriera (che combacia con l’inizio dell’amicizia) fino al periodo successivo alla fine della guerra. Si incontrano (o scontrano, dovrei dire?) a Hogwarts e Minerva è attirata alla Testa di Porco pian piano proprio in virtù della loro amicizia che si irradia attraverso gli anni – anche durante il matrimonio con Urquart.
La coppia l’hai sviluppa decisamente bene, creando dei momenti di incontro credibili, mentre l’innamoramento – sebbene Abeforth mi sia sembrato un pochino rapido – è presentato sotto la luce interessante dell’amore continuo e costante a distanza. La loro amicizia si inserisce perfettamente nel quadro canonico della saga e coerente risulta anche la sorpresa finale e il lieto fine che scegli di consegnare ai lettori. Dopo la guerra, emblematicamente davanti alla tomba di Albus, è tempo di confessioni: Abeforth si dichiara per via di lasciare un non detto, mentre Minerva lo ricambia nella forma di un amore particolare. L’amore che presenti è quello di un’età avanzata dove non è certamente la passione a emergere, ma la comprensione, la vicinanza e l’affetto; un amore ugualmente forte e intenso ma diverso. Questa chiave è l’unico lieto fine che avrei ritenuto possibile per i due, quindi l’ho trovato sicuramente pertinente e ben sviscerato. Ottimo lavoro!
Titolo: 2.5/3
Il titolo è semplice e non particolarmente originale, però è adatto alla storia e soprattutto al suo messaggio finale. Non mi ha convinto tuttavia del tutto, forse per sopperire alla sua semplicità avresti potuto ripeterlo nel testo come concetto in modo da rimandare più espressamente alla valenza del titolo.
Gradimento personale: 4.5/5 La tua storia mi è piaciuta molto, soprattutto per il duplice messaggio dell’amore a distanza e dell’amore come compagnia nel declino della vita. Veramente molto bella, con un finale che mi ha sciolto il cuore. Una maggiore enfasi sui motivi dell’innamoramento l’avrebbero resa perfetta.
Punto bonus: 1/1 La tazza di tè è usata benissimo: da un lato è quella che Abeforth le offre dando il via alla loro amicizia, dall’altro è anche quella che Minerva vorrebbe da dividere insieme a un compagno nella sua vecchiaia: “…qualcuno da ritrovare la sera a casa, con cui sedersi davanti al caminetto, bere una tazza di the e parlare…”.
Totale: 34.4/39 |