Ciao carissima,
in questa storia ci sono molte cose che mi piacciono, naturalmente. In ogni capitolo ne emergono una o più, facendomi capire che c'è ancora chi scrive calandosi in un contesto, senza la pretesa di infilare a forza situazioni e personaggi nel letto di Procuste della mentalità odierna.
Qui vediamo due soldati che pur essendo uniti da un intenso rapporto di soldalizio virile antepongono il dovere a tutto il resto. Stupidi? Indottrinati dal regime? Assolutamente no. Gente adulta (molto più adulta di quanto saremmo noi alla loro stessa età), letteralmente in grado di assumersi la responsabilità della vita di innumerevoli altre persone, che si affidano a loro certi che verranno guidati e comandati nel modo migliore, più rispettoso e più onorevole, e che anche se dovranno perdere la vita a seguito degli ordini impartiti, non farebbero nulla che i loro superiori non sarebbero disposti a fare per primi.
I sentimenti non contano, dunque?
Risponderò con un aneddoto: un soldato spartano cade a faccia in giù e prega il nemico di permettergli di girarsi, prima di dargli il colpo di grazia, per risparmiare all'amante la vergogna di vederlo colpito alla schiena.
C'è amore più profondo?
E non mi vengano a trifolare le gonadi i buonisti odierni, vagheggiando di fughe d'amore e sollazzevoli sdolcinerie. Chi è fedele come le querce, come la luna o la luce del sole, allo stesso modo deve esserci, e andare fino in fondo, ed essere sempre lì, a rappresentare un punto di riferimento. Il rapporto di sodalizio virile si esalta e si nobilita nel compimento del dovere.
Scusa il delirio, un capitolo bellissimo, come sempre. |