Recensioni per
the lighthouse or the storm
di Giandra

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
22/03/20, ore 10:04

Ciao, premetto che il tuo nome mi diceva qualcosa e infatti andando sul tuo profilo mi sono ricordata di aver già letto qualcosa di tuo, anche se è passato un bel po' di tempo da allora. Ti ritrovo ora, ad ogni modo e con questa bellissima flashfic incentrata su uno dei Mycroft indubbiamente tra i più completi in quanto a caratterizzazione ovvero quello post quarta stagione. Forse uno dei miei preferiti già solo per come lo hanno impostato Moffat e Gatiss (una delle poche cose che mi sia piaciuta di quella stagione è proprio Mycroft Holmes e il peso umano che gli hanno tirato fuori) e sono sempre contenta quando leggo storie che si concentrano su di lui, quindi grazie già solo per questo.

Inizio col fare un'osservazione sullo stile e la tecnica narrativa. Io amo la seconda persona accusatoria, e quando questa la si usa su Mycroft mi piace ancora di più. Trovo che sia tra le forme narrative che più si addice al personaggio. Ci permette di scavare dentro i suoi pensieri, qua in maniera molto efficace e osservando il suo passato ritratto in fotografie, e di farlo leggendo della sua stessa autocritica. Della severità con cui non biasima mai se stesso, ma con la quale al contrario si accusa duramente. Mycroft è il peggior giudice di se stesso, credo lo sia sempre stato, ma dopo la quarta stagione immagino che questo aspetto di lui sia addirittura peggiorato. Non sappiamo perché abbia iniziato questo viaggio dentro il suo palazzo mentale alla ricerca di ricordi personali passati, della sua famiglia. Il suo sembra più un bisogno emotivo e sentimentale, che un qualcosa di più pratico. Pare quasi che senta il bisogno di fare un viaggio a ritroso alla scoperta della propria famiglia, il suo rapporto con Sherlock principalmente, ma viene citata anche Eurus ovviamente e i suoi genitori, anche se questi appaiono più che altro sullo sfondo. Mycroft sente quasi il bisogno di analizzare se stesso e lo fa in una maniera piuttosto contorta ovvero confrontandosi con Sherlock. Si mette in paragone con lui e per quanto dall'analisi che ne fa, sempre attraverso i ricordi, ne esca che è lui il migliore dei due (in questo confronto è interessante come Eurus venga lasciata fuori e neppure presa in considerazione), c'è una parte di lui che non sembra essere poi così d'accordo. Lui è senz'altro quello più veloce e più intelligente, ma è molto interessante il fatto che non sempre Mycroft percepisca questa differenza come al positivo per se stesso. E negativo per Sherlock ovviamente. Cioè è come se l'essere superiore a lui fosse una sua illusione, quasi un problema più per se stesso che per Sherlock. In realtà noi sappiamo che Sherlock ha sempre sofferto questo confronto, ma ora scopriamo in un certo senso anche Mycroft stesso lo ha sofferto. Io ho una teoria a questo proposito, sono convinta che Sherlock non sia poi così più stupido rispetto a Mycroft. Mycroft è più un calcolatore vivente, un computer che tiene dentro di sé informazioni. "Ma cosa sei Wikipedia?" domanda Sherlock in un episodio della quarta stagione. E la risposta è sì, lo è assolutamente. Sherlock è molto diverso invece, forse è vero che è più lento nelle analisi o nelle associazioni logiche, ma conosce aspetti dell'animo umano, conosce bene i sentimenti, conosce così bene le persone, che Mycroft non potrebbe mai arrivare al suo stesso livello. Mycroft non potrebbe mai fare il consulente investigativo, difficilmente risolverebbe un caso con facilità e questo perché le persone e i loro sentimenti sono variabili che un uomo pratico e abituato all'analisi logica come Mycroft non riuscirebbe a tenere in considerazione. Di conseguenza non credo che Sherlock sia così troppo inferiore a Mycroft, è solo diverso il modo in cui pensa. E la maniera in cui agisce. Qui Sherlock ci viene descritto come uno molto fraterno, molto emozionale. E sono contenta che tu lo abbia descritto in questo modo, perché è così che lo immagino anche io. Sta attento ai suoi genitori e si preoccupa di far fare loro pace quando litigano, lui ha migliori amici, abbraccia le persone... Sherlock è un sentimentale, è emotivo e pieno di emozioni che deve esprimere e spesso anche in maniera molto teatrale o comunque esagerata, ma è questo fondamentalmente a renderlo diverso dal fratello. Un fratello che sente il peso di questa diversità molto su se stesso. Credo sia per questo che intraprende questo viaggio dentro al proprio palazzo mentale. Un viaggio a ritroso nel tempo, spesso anche doloroso, altre volte invece più felice e che lo porta a una conclusione. Una domanda alla quale non si dà una risposta. Sherlock è il suo mare in tempesta o il suo faro nella nebbia? Una risposta non c'è e tu ti lasci con questo dubbio, io credo sia entrambe le cose in effetti e che una precisa risposta non ci sia. Almeno questa è la mia visione, spero di averci preso qualcosa in questa "analisi". Intanto ti faccio comunque i complimenti perché è stata una lettura molto interessante, oltre che piacevole

Alla prossima, spero presto.
Koa