Recensioni per
La candeggina non basta
di Greynax

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
14/04/20, ore 18:30

Valutazione del contest Citazioni in cerca d'autore (Oscar edition)! – II edizione

Grammatica: 9.1/10
Buona, solo qualche svista:
“usasse - ed ecco”: -0.20; hai utilizzato il trattino breve in luogo della lineetta (–), che è il segno di punteggiatura corretto per segnalare incisi.
“controllo - tranne”: -0.20; idem come sopra.
“mostricciatolo”: -0.50; la grafia corretta è “mostriciattolo”.

Stile e lessico: 6/10
In questo caso preferisco iniziare dal lessico, elemento su cui non ho nessun appunto da farti. Il registro è coerente al contenuto del racconto, nel suo essere quotidiano e fare uso di vocaboli che non aspirino alla ricercatezza; ho poi apprezzato la correttezza dei termini riferiti alle fasi della lavatrice – potrà sembrare un dettaglio irrisorio, ma collabora a calare il lettore nell’atmosfera descritta. Oserei dire che, forse, l’unico termine un po’ fuori luogo è proprio quello suggerito dal prompt, “marcio”: ho avuto la sensazione che se avessi dovuto scegliere tu il termine, in coerenza al tuo tessuto lessicale, avresti optato per “sporco” – ovviamente, in quanto semplice sensazione non ha inciso sul punteggio!

Arrivando allo stile, mi spiace dire che trovo sia l’elemento meno efficace del racconto. Cercherò di spiegarti al meglio il motivo di questa mia considerazione.
Hai scelto una narrazione al presente e in terza persona, che alterna momenti di discorso indiretto a momenti di discorso indiretto libero – sono quelli, questi ultimi, in cui siamo nella mente della protagonista. A mio parere i nodi problematici sono sostanzialmente due: la gestione dei tempi verbali e la gestione dei momenti.
Iniziando dai tempi verbali, premetto che ho riletto più volte la tua storia per decidere se riportare l’appunto in “Grammatica” o in questo parametro, alla fine ho optato per questo perché più che un errore grammaticale, la tua mi è parsa una svista stilistica causata dal continuo viavai tra discorso indiretto e indiretto libero. Ti riporto i singoli punti per semplificarci:

• “Fare le pulizie è nella sua natura, qualcosa d'irrinunciabile. Porta solo a un piccolo problema: usare le mani lascia la mente libera di pensare. Petunia odia pensare, la disgustano i posti in cui una mente libera e distratta può portarla... e, se c'è una salvezza, sta nella lavatrice. Schiuma e panni in un circolo tranquillo, monotono, sano. Entravano sporchi, uscivano puliti e il loro odore era buono. Riusciva a non pensare quasi a niente, quando indugiava con lo sguardo sull'oblò. Ma era ancora troppo presto”: nel periodo in grassetto i tempi verbali d’improvviso passano dal presente al passato, nonostante in questo tratto del testo sia il narratore esterno a parlare, la parola non è ceduta ai pensieri del personaggio – come accade ad esempio in Pulire i fornelli. Detergente in crema, acqua, un'altra passata ancora, dove è chiaro che siamo nei metodici e affannati pensieri di Petunia. In ragione di questo, non c’è alcun motivo stilistico che giustifichi uno slittamento temporale della narrazione: “i panni entrano sporchi […] ma è ancora troppo presto”.
È una situazione davvero al limite con la svista grammaticale.

• “Petunia non era mai stata molto golosa, e da quando era successa quella cosa... non aveva più molta fame. Ma questo era un pensiero cattivo, qualcosa che poteva essere scacciato solo dall'odore delle tende e dall'implacabile pulizia della lavatrice, doveva assolutamente arrivare alla lavatrice, prima di pensare troppo”: la situazione qui si ripresenta, identica alla precedente. Anche in questo caso, sfugge perché la narrazione slitti improvvisamente al passato – quando si narra al presente, il tempo presente vince anche (salvo sporadici casi) nel caso in cui si debba riferire a fatti già accaduti, per i quali si ricorre al passato prossimo.

Nei casi sporadici citati, cito dal tuo stesso testo “Ama la distanza che i guanti mettono tra sé e ciò che stava facendo” e “Almeno qualcuno, qui, aveva ancora un po' di appetito”, dove ho inteso i verbi al passato come la necessità di scandire quei singoli momenti e mettere una linea di demarcazione tra “ora” e “prima”. Tuttavia, trovo che nel caso della seconda frase il presente indicativo avrebbe comunque reso il senso dell’espressione.
Arrivando alla gestione dell’alternanza tra discorso indiretto e indiretto libero, a mio parere per essere ancora più efficace la suddivisione in momenti avrebbe potuto giovare una separazione anche grafica: escamotage come diverso allineamento del testo, corsivo, capoversi intervallati da interlinee (che pure utilizzi, ma per scandire le “fasi della pulizia”) avrebbero potuto marcare ancora di più i due piani su cui hai articolato la narrazione. Ad esempio:

• “Spazzare, pulire i pavimenti. Una passata ulteriore, con un altro straccio pulito e impregnato d'alcool: disinfetta e asciuga, tutto è di nuovo sotto controllo - tranne la lavatrice.
Fare le pulizie è nella sua natura, qualcosa d'irrinunciabile. Porta solo a un piccolo problema: usare le mani lascia la mente libera di pensare
”: in questo caso, passiamo da un capoverso all’altro dal discorso indiretto libero al discorso indiretto, prima “affanniamo” assieme a Petunia, l’attimo dopo “respiriamo” assieme al narratore che ci spiega il personaggio. L’escamotage stilistico di per sé è vincente, ma è penalizzato dalla mancata messa in evidenza dei vari momenti, che appaiono tutti incastrati e rischiano di perdere le loro sfumature confondendosi gli uni con gli altri.

Sintetizzando, quindi, nel complesso la tua struttura stilistica non mi è dispiaciuta, mi è parsa solo meno efficace di quanto avrebbe potuto essere in assenza delle situazioni descritte. A incidere maggiormente sul punteggio è stata la gestione dei tempi verbali, mi dispiace molto perché per il resto – come vedrai leggendo i prossimi parametri – la storia non ha lacune di sorta, ma valutando i pro e i contro ho reputato che 6/10 fosse la valutazione più corretta.

Titolo: 5/5
La candeggina non basta è un titolo particolarissimo nel contesto di Harry Potter: intitolare una storia con un elemento così babbano come la candeggina credo sia un elemento di grande originalità e, di conseguenza, in grado di stabilire una precisa traiettoria per il testo cui si riferisce. Trovo sia un titolo capace di “parlare” al lettore, dirgli che non troverà magia né atmosfere fantastiche tra le tue righe, che non siamo a Hogwarts, che a essere protagonista è l’altra faccia della medaglia, quel mondo babbano così assente nei volumi dedicati alla saga. In più, è possibile intuire sin dal titolo chi sia il protagonista del racconto: Petunia è, in fondo, nota per avere a cuore la pulizia in maniera quasi maniacale. A tutto questo aggiungo che è perfettamente in linea con il contenuto del racconto, ne è quasi la sintesi ultima: la candeggina non basta (a ripulire un animo marcio). Molto brava, 5/5!

Utilizzo del prompt: 10/10
Hai scelto il prompt Odiava guardarsi dentro, c’era marcio ovunque, inserendolo quasi testualmente in conclusione di racconto. Quando ho ideato questa frase l’ho immaginata in contesti più introspettivi e cupi, la tua resa mi ha piacevolmente stupita: la tua è sì un’introspezione dai contorni cupi, ma è immersa in un’atmosfera di freddo distacco – la sensazione è che il personaggio faccia di tutto per alienarsi da se stessa. E questa sensazione di alienazione, che si traduce in una maniacale ricerca del pulito “esteriore” (quello che si vede, insomma), trovo sia uno dei risvolti insiti nel prompt, protagonista “sussurrato tra le righe”.
Hai letteralmente messo in scena questo personaggio che odia guardarsi dentro, che non può proprio farlo, perché c’è marcio ovunque, e allora si rifugia in gesti e azioni, annaspando tra profumo di pulito e lezzo di peccati.
Inoltre, la posizione privilegiata attribuita a alla quasi-citazione del prompt, vale a dire in conclusione, attribuisce ancora più significato al filo conduttore, che si rivela essere anche chiave di lettura per comprendere il reale significato della sequenza di pensieri e azioni che è la storia.
Non ho proprio nessun appunto da farti, 10/10!

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 10/10
Il solo personaggio del tuo racconto è Petunia, ritratta in un singolo episodio della sua vita. Ciò che ho trovato davvero lodevole della tua caratterizzazione è il fatto che sia riuscita a dire molto, tanto, di questo personaggio mostrandolo alle prese con le faccende domestiche. Non hai scelto un momento particolare né una trama articolata nel tempo, ti sei concentrata su un giorno qualsiasi descrivendo delle azioni qualsiasi – quotidiane, che in apparenza non hanno nulla da dire. La tua chiave di lettura, però, il tuo aver centrato uno dei tratti peculiari di Petunia, ha fatto sì che questa quotidianità divenisse eccezionalità nel tuo spazio narrativo, perché leggendo si scopre che in realtà le faccende domestiche sono un pretesto per dire altro, di più, andare oltre la superficie linda che la protagonista si ostina a pulire e sfoggiare.
Molto bello il dettaglio della lavatrice, che con la sua chiassosa centrifuga copre i rumori e con essi, si illude Petunia, anche i pensieri – e smacchia, smacchia tutto, smacchia anche se non basta mai.
Un insieme, questo, che riesce a cogliere gli aspetti spigolosi della caratterizzazione della tua protagonista: la scopriamo alle prese con un marcio che nasconde a tutti, con un passato che accantona tra una stoviglia pulita e una ancora sporca, con delle responsabilità che detesta (il mostriciattolo è indicativo in tal senso), con un senso di colpa dagli occhi verdi che non è abbastanza per amare e ripulirsi la coscienza.
La tua Petunia è in apparenza quella dei libri, tutta dedita alla casa, perseguitata dalle apparenze, impegnata a vezzeggiare il figlio (acuto riferirsi a lui con un vezzeggiativo!), a prendersi cura del marito e a fingere che Harry non esista. Allo stesso tempo, però, è anche la Petunia oltre il velo: intravediamo la donna che non riesce a salutare Harry neanche quando deve affrontare una guerra, quella che nasconde al marito la corrispondenza con Silente, la stessa che – ne sono certa – non può essere stata del tutto indifferente alla morte della sorella.
Che dire, se non che c’è marcio ovunque? Complimenti, un’introspezione riuscita e molto originale, 10/10.

Totale: 40.1/45
 

Recensore Master
23/03/20, ore 10:00

Ciao :-)
Questa flashfic ha decisamente un forte impatto sul lettore: hai drescritto Petunia ossessionata dalle pulizie fino al maniacale.
Petunia non è effettivamente un personaggio su cui rifletto spesso o sul quale comunque viene scritto molto sul fandom, per cui questa riflessione che tende a indagare i suoi agiti e pensieri più profondi ci porta a cercare quasi di comprendere le sue ragioni. Credo che la tua descrizione sia verosimile, perché ognuno di noi nasconde qualcosa dietro la superficie.
Mi ha colpito molto anche il parallelo quasi ossimorico tra la sua ossessione per le pulizie e il suo animo marcio, quasi volesse lavare anche quello.
In bocca a lupo per il contest ;-)
A presto,
Carme93