Ciao, mia cara!
Colgo l'occasione dello scambio a catena per iniziare a recensire questa storia, il cui protagonista maschile è uno dei personaggi di Naruto che più stimo.
Shikamaru è un soggetto indolente, all'apparenza quasi anonimo, che tuttavia si distingue sin da subito per la sua stupefacente intelligenza; inoltre, benché per la maggior parte del tempo risulti piuttosto apatico, in determinate circostanze egli si dimostra invece in grado di provare sentimenti inusualmente profondi e maturi.
É, in sintesi, una persona tendenzialmente indipendente, che sceglie di investire le proprie emozioni soltanto quando ritiene che ne valga davvero la pena.
Tutto questo ben si evince dalle parole con cui tu lo descrivi, da certi dettagli che decidi di sottolineare a scapito di altri: come il modo noncurante con cui saluta Miyoko all'inizio, nonostante siano anni che non la veda, oppure il pragmatismo col quale conduce la peculiare relazione con la ragazza.
Quest'ultima, dal canto suo, mostra una personalità singolare: aguzza, un po' spaccona, ma sicuramente molto, molto sensibile – tanto da covare il suo dolore per più di dieci anni, quasi alimentandosi di esso.
La reazione piuttosto estrema a quello che lei considera il "tradimento" di Shikamaru era, secondo me, volta a smuovere la proverbiale lassezza di questi, sì da spingerlo a riconoscere apertamente il valore di quanto costruito fra loro missione dopo missione; invece, il nostro protagonista – in linea con la sua caratterizzazione canonica, peraltro – sceglie "la strada più facile", salvo poi pentirsene amaramente anni e anni più tardi.
Mi piace il ruolo di confidente e amica fedele che Ino ricopre per entrambe le parti in causa: l'immagine di lei e Shikamaru che si dicono "Mi sei mancato/a" mi ha persino strappato un sorriso di tenerezza.
Ho trovato strana, semmai, la pennellata rigida e insensibile con cui hai dipinto Kakashi: un atteggiamento simile lo vedo molto più affine al giovane Hatake, piuttosto che all'adulto – il quale ha sempre mostrato particolare sensibilità nel trattare le paturnie mentali dei suoi problematici allievi. Ma, in fondo, hai giustificato la cosa focalizzando l'attenzione sulla volontà di arrivare al risultato "whatever it takes".
Asuma, invece, si dimostra ancora una volta il sensei generoso e solido che è sempre stato; spero che Shikamaru saprà fare buon uso del suo prezioso input!
Sono curiosa di sapere come andrà a finire, per cui ci vediamo al prossimo capitolo!
Un abbraccio,
Irene |