Recensioni per
Nell'Ade fioriscono azalee
di Angel TR

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/10/20, ore 22:52

Quinta recensione premio per il traguardo di 50 parole intraducibili 

Eccoci qui all’ultima storia e all’ultima recensione. Conosco Teen titans come cartone animato, non come serie, il che mi ha sorpresa e incuriosita al tempo stesso. Non amo particolarmente le Soulmate!AU ma sarebbe stato impossibile non apprezzare questa tua storia. Trama interessante e ben intrecciata, stile sempre curato, ricchezza di dettagli ed emozioni. Alle tue storie non manca mai nulla!
Grazie ancora per il tuo contributo alla challenge e grazie per queste storie stupende. Alla prossima!

Soly Dea

Recensore Veterano
17/05/20, ore 14:35

SESTA CLASSIFICATA
Angel Texas Ranger, "Nell’Ade fioriscono azalee"
Con 38/45
Premio miglior personaggio protagonista femminile


Grammatica, lessico e stile:

Ho trovato il layout molto accattivante. Titolo della storia in corsivo e grassetto, citazione con autore, titolo della prima parte, seconda citazione, storia. E così via. Molto interessante dal punto di vista visivo; non solo alleggerisce l’intera pagina, ma dà tutto un altro impatto visivo, più forte, più interessante. Ottima scelta, davvero.
> A “La finestra era già chiusa” lasci uno spazio prima dell’inizio della frase, così come prima di “È davvero così, Rachel?”, “Era fatta” e “Lo scudo funzionò”.
> “«No, no. Sarà l'ansia da primo giorno in una scuola nuova.» mentì” / “«Sì, sì, mi scusi.» disse”/ “«(…) Ah, io lo so.» intavolò”-> visto che il discorso è retto esternamente da quel “mentì”, il punto dopo “nuova” è un errore. Si sussegue in tutta la storia, quindi non te li segno tutti qui, ma il genere di errore è lo stesso.
> “uno stupido brutto sogno a rovinarle una giornata così importante né il barlume del tatuaggio che…” -> una virgola prima di “né” avrebbe alleggerito la frase.
> “per dare conto a qualche studente nullafacente. Purtroppo, quegli studenti la seguirono fino alla classe” -> ripetizione della parola “studente”, ma non te la calcolo perché mi sembra abbia più una funzione rafforzativa. La porto alla tua attenzione solo perché non tutti sarebbero d’accordo.
> "il coltello le scivolò dalla mano, finendo per incidere un lembo di pelle della mano” -> ripetizione della parola “mano”.
> “convicendosi”, errore di battitura, “convincendosi”.
> “Rachel si allontanò di scatto, la sedia, strusciando, (…)” avrei messo una congiunzione prima de “la sedia”.

3 / 5


Uso della citazione/tempo/prompt:

Il primo accenno al fatto che siamo in un universo con le anime gemelle arriva a pagina tre. Onestamente preferisco quando gli autori richiamano la situazione subito, nei primi paragrafi, ma molti altri scelgono di lasciare che esca nella storia più in là, in modo organico, ed è una scelta di stile. Qua arriva comunque nella prima parte, anche se non nell’immediato inizio, e subito viene evidenziato un “senso di non appartenenza”, soprattutto dato quel “non sono io” con cui concludi la frase. È un semplice pensiero, che però fornisce un’informazione fondamentale.
Mi sono subito chiesta perché non si sentisse appartenere, il motivo di quel rifiuto a priori. Ben fatto, la curiosità sale a mille.
Mi è piaciuto anche che tu abbia spiegato con poche parole la situazione tatuaggio-anima gemella, perché okay, io lo sapevo già perché ho indetto il contest, ma così non dai per scontate informazioni invece importanti. Non lo fai, poi, come semplice esposizione, ma la giustifichi aggiungendo ciò che prova Rachel al riguardo — “spine affilate che tagliavano una ferita già aperta”, frase davvero ben fatta, che spiega pur mantenendo potenza. Ottimo anche il rovescio della medaglia, il momento in cui quel “no, non sono io” si trasforma in un conforto, come se fosse lei a pronunciare quelle parole e non a sentirle.
(Ho apprezzato anche la questione tatuaggio/Stella, perché effettivamente nessuno ha detto che l’anima gemella sia una cosa universale — nel senso proprio di universo —, e quindi ci sta che un’aliena non possieda parole. Nel solito Soulmate!AU non avere un’anima gemella è in realtà possibile, ma dalle tue parole deduco che in questo caso non lo sia.)
Quando finalmente troviamo Gar, lo devo ammettere… La sua risposta mi ha lasciata un po’ perplessa. Mi è parsa un pochino forzata (forse sarebbe più normale, in quella situazione, dire “non sono il commesso”, o al massimo “non sono io” senza il “no”); so che scritto così ha anche più impatto su Rachel come tatuaggio, ma mi è suonata un pelo innaturale come risposta alla domanda sui libri di demoni. Bello invece come ogni pensiero che non sia Gar sparisca dalla mente della protagonista, e credo che lo stile che hai scelto di usare in questa parte si adatti molto bene; tante virgole, pensieri che saltano da un dettaglio all’altro… Una sorta di flusso di coscienza. Ho quasi riso a quel “perché le serviva il commesso?”.
Ho davvero, davvero adorato il modo in cui Rachel finalmente si sente una ragazzina normale, una sedicenne come tutte le altre, e il legame che all’improvviso sente legarla alla Terra. È ancorata, più sicura; una perfetta descrizione di come immagino sia trovare la propria anima gemella, ben fatto! Anche che Rachel non colga subito che è la sua anima gemella fa sorridere e si adatta bene a quanto “in palla” si sente.
E quanto sono adorabili quando Gar avvicina la testa alla sua e lei rabbrividisce. Mi sono trasformata in una totale fangirl, leggendolo, con tanto di “aaaw”, che è aumentato di volume nel momento in cui Rachel finalmente capisce cos’è successo. Bel build-up per quanto riguarda la scoperta, ero pronta a prenderla per le spalle e scuoterla ahah
E ho davvero, davvero amato il modo in cui sapere di avere Gar la ancori abbastanza da ricordarle la sua umanità, da farle da scudo e impedire al demone di tormentarla. La degna conclusione di un dramma che l’ha seguita e ferita così a lungo, e anche un rimando alla forza dei sentimenti positivi, contro quelli negativi.
Se posso essere sincera, però, mi aspettavo che la storia vergesse un pochino di più sul lato “anime gemelle”; non mi fraintendere, mi è piaciuto vedere la vita di Rachel, la nuova scuola, il demone ecc…, e non pretendevo certo che il tatuaggio fosse la cosa più importante in ogni pagina, ma trovo che sia trattato molto meglio nella seconda parte che nella prima. Mi rendo conto che probabilmente è stata una scelta conscia, eh, un descrivere bene “l’Ade”, prima di mostrarne le azalee… Quindi in realtà è una buona costruzione della storia. Forse avrei solo aggiunto qualche rimando ulteriore, magari da parte proprio del demone, perché anche la quesitone anima gemella acquistasse importanza.
A ogni modo ben fatto!

8 / 10


Trama:

Prima ancora di leggere la storia, mi soffermo un secondo a parlare del titolo: è molto suggestivo e poetico, e mi ha fatta subito pensare al binomio Persefone-dea-della-primavera / Persefone regina dell’Ade. Davvero ottima scelta, perché trascina dentro la storia, incuriosisce, pur rimanendo delicato. Anche il separare il racconto in due sezioni, dividendo il titolo, è un bel tocco. Le citazioni che hai scelto di inserire devo dire aiutano a dare un’idea della situazione, prima ancora di iniziare a leggere; ho apprezzato in particolare aver accostato il titolo della prima parte, “Nell’Ade…”, a I was looking for a little touch of heavenly light / But all the choirs in my head sang, "No!". Subito contestualizza la storia e, conoscendo i personaggi, spinge a chiedersi cosa accadrà a Rachel.
La trama vera e propria inizia con un incubo, che sappiamo non essere un semplice brutto sogno, e non solo è inquietante al punto giusto, ma fornisce anche informazioni — il padre, dopotutto, è alle fondamenta del personaggio di Rachel. Parlando strettamente della trama, utilizzare un sogno o un incubo per cominciare una storia non è l’opzione più originale possibile, però a me non è mai pesato molto. È una sorta di falsa partenza, in qualche modo, dove le idee che ti sei fatto vengono messe in pausa per ri-iniziare la storia, e tuttavia qui si adatta alla situazione.
Un filo di inquietudine continua anche quando Rachel è sveglia, con quel cercare di chiudere la finestra quando è già chiusa, ma poi ci troviamo a seguire una mattinata di una normale adolescente. Forse questo mio prossimo commento dovrebbe comparire alla voce “gradimento personale”, e non qui, ma ho apprezzato molto vedere il suo rapporto con la madre e, soprattutto, il modo in cui ricordi al lettore che si tratta di una ragazzina, una sedicenne. Pensa alla scuola, ai possibili nuovi amici, alle materie… Cosa normali, insomma, e non demoniache. Sottolineando l’età e quindi l’innocenza di Rachel crei una suspense maggiore, un distacco ben visibile tra chi potrebbe essere e chi è in realtà/chi suo padre vuole che sia.
Mentre azioni normali come andare a scuola dovrebbero determinare un ritmo abbastanza moderato, la nota inquietante — partita con l’incubo, ma che procede poi passo passo con Rachel, seguendola come un’ombra — lo aumenta; ogni volta che il lettore può rilassarsi, ecco un pensiero molesto, una vocina all’orecchio, o un momento di troppo davanti allo specchio, a tenere sulle spine. Se mi permetti… Povera Rachel, che vitaccia.
Il fatto che tu descriva questi momenti anche in situazioni in cui è in pubblico rende il tutto davvero pietoso, come un futuro X-Men che ancora non sa di avere i poteri (ops, sono scivolata in un altro fandom). Bellissima la frase sul bagno e il lucchetto, il “patetico tentativo di proteggersi”, da commuovere.
A questo punto continua la vita di Rachel, la scuola, la mensa, di nuovo a casa… Ho trovato perfettamente in linea con la serie il fatto che questi pensieri intrusivi non la lascino in pace. La scelta di andare a cercare informazioni nel negozio esoterico è un buon — seppur prevedibile — atto di raccolta (semini l’informazione all’inizio, quando lei cammina verso la scuola, e ne raccogli i frutti adesso). E a questo punto, l’incontro. La trama in qualche modo mantiene comunque il ritmo non troppo veloce che l’ha caratterizzata fino a quel momento, lineare e facile da seguire, e secondo me si adatta bene al tipo di incontro che Rachel ha con Gar. Dopotutto, nemmeno si rende conto di chi lui sia!
La scena è dolce e dura quasi tre pagine, una giusta quantità di spazio per quello che dovrebbe essere il fulcro della storia — anche se qua risulta un po’ in secondo piano, secondo me, rispetto alla situazione del demone. Certo, alla fine è proprio l’incontro a darle la forza di puntare i piedi e vincere la paura del padre, ma appunto perché la questione demoniaca è l’inizio e la fine della storia, e compare un po’ ovunque, risulta essere la protagonista. A ogni modo sia lo scambio con Gar, che la parte finale allo specchio hanno la loro forza, il loro impatto, e la storia si conclude in modo più che soddisfacente. Non solo ha quella nota di dolcezza — ho adorato che il bigliettino di Gar le pesi nella tasca e la ancori alla sua umanità —, ma anche di riscatto, di rivincita.
Diciamo così: se la prima stagione di Titans fosse finita così, non me ne sarei lamentata.

9 / 10


Caratterizzazione dei personaggi:

Rachel è uno dei miei personaggi preferiti di Titans (con Dick, che ho visto non figura tra i tuoi) e mi è piaciuto che la storia vada avanti con lei e il suo punto di vista. Un po’ come nella serie, Gar arriva dopo, il che permette di conoscere o almeno farsi un’idea di Rachel prima che la questione anima gemella esca fuori. Aiutare il lettore ad affezionarsi alla protagonista è secondo me di fondamentale importanza, perché se non prova interesse per un personaggio, che questo trovi l’anima gemella importa poco… Non so se mi sono spiegata bene. Tu lo fai, presenti Rachel prima con un incubo che lascerebbe anche adulti, e non solo adolescenti, con brividi di paura, e poi ce la mostri a contatto con sua madre — che hai delineato molto bene, secondo me. Con poche azioni riproduci in modo ottimo la donna che vediamo all’inizio della serie, la sua preoccupazione ed esitazione, la sua paura di fronte a quello che sta accadendo (come nella scena del forno). Penso tu abbia davvero colto il personaggio.
Chiusa questa piccola parentesi — che trovo comunque importante sottolineare, perché anche i personaggi secondari richiedono attenzione e li trovo fondamentali per la riuscita di una storia — torniamo a Rachel. Una sedicenne determinata, speranzosa, che mi è piaciuto seguire persino in una cosa semplice come camminare verso la scuola.
Ho adorato, poi, il modo in cui fai arrivare i pensieri intrusivi/gli istinti più oscuri/la vocina all’orecchio; dai proprio l’idea di come sia vivere nei suoi panni, creando una grande dose di inquietudine — o forse sono io, visto che mi agito anche con le parodie degli horror… No comment — e allo stesso tempo un fortissimo senso di pena. Viene voglia di abbracciare Rachel, povera stella, e dirle che andrà tutto bene.
Anche il modo di reagire davanti agli studenti antipatici mi è piaciuto, perché dimostra la sua maturità rispetto ai ragazzi della sua età, che invece non hanno mai vissuto niente di neanche lontanamente simile a lei. Così la mostri forte, anche nell’istante in cui la metti in una posizione di “debolezza” come sarebbe un adolescente di fronte al classico “branco” di bulli (vedi il “è una freak!” — tra l’altro mi è piaciuto il mantenere la parola in inglese. C’è chi lo non sopporta e preferisce sempre le traduzioni, anche quando carenti, in italiano… E io non sono una di quelli :P ).
Bello anche come hai trattato Stella, credo si veda che ti piace, e in generale l’ho trovata simile a quella della serie. Quel “donna” mi ha confusa molto sul perché si trovasse a scuola, soprattutto visto che subito ammette di non essere un’insegnante. Mentre è un bel cameo della serie, questo farla apparire e parlare con Rachel non viene spiegato, non me lo giustifichi; leggendo la storia il lettore non ha idea di chi sia, né di cosa ci faccia lì.
Carino invece il “da adolescente modello, avrebbe marinato il secondo giorno di scuola”, perché ricorda l’età non solo con il rimando alla scuola, ma anche al modo di pensare… Sembra quasi che si aggrappi a ogni barlume di normalità, e che pure nel saltare le lezioni per scoprire di più sui demoni si senta meglio nel sottolineare il fatto che tutti quelli della sua età marinano la scuola, prima o poi. Ed è proprio grazie a quella scelta che vediamo finalmente Gar; mi è piaciuto scoprirlo attraverso gli occhi di Rachel, su come si aspetti un certo tipo di persone in quel negozio e lui invece sia l’unico che vi si adatti. Della sua risposta ho già parlato, ma volevo aggiungere che ho apprezzato il suo essere solare quanto nella serie. L’ho trovato molto IC, pur non vedendone i pensieri e comparendo poco nella storia.

9 / 10


Gradimento personale:

Se posso ammetterlo, la parte che preferisco di Titans è il rapporto Rachel/Dick, quindi mi aspettavo di sentire pesantemente la sua mancanza… E invece non è stato così! La storia scorre liscia, dando una nuova impronta a situazioni normali come l’andare a scuola, e rappresenta bene questa adolescenza così particolare.
Non sapevo cosa aspettarmi, visto che la prima stagione di Titans ricopre abbastanza eventi e tu, comunque, avresti potuto anche staccarti totalmente da quel mondo; sono rimasta molto soddisfatta della tua scelta, te lo devo dire, e dal modo secondo me egregio in cui tratteggi Rachel. Credo sia un personaggio che sai ricreare molto bene.
Quando ho scritto la frase “Buongiorno. Avete libri sui demoni? Magari su come scacciarli dopo averne evocato uno per sbaglio?” non avevo pensato a chi associarla, o alla situazione in cui sarebbe potuta uscire. Al massimo uno Stiles Stilinski di Teen Wolf, ma ripeto, non avevo aspettative sulla frase. Ecco, tu l’hai colta al volo. Titans si adatta alla perfezione, non avrei saputo trovarle un contesto migliore. Complimenti.
Ti avrei dato il massimo se Gar fosse comparso di più, o anche solo la questione anima gemella, ma come vedi il gradimento personale rimane alto.
Dopotutto, è la prima volta che leggo di questo fandom… E tu mi hai assolutamente convinta a continuare!

9 / 10



TOTALE: 38 / 45

Recensore Master
16/05/20, ore 23:10

Sciao, Angel~! **
Non conosco il fandom, ma ho pensato comunque di passare, informandomi per lo meno su chi fossero i protagonisti. ^^

La prima parte fornisce un'ottima introduzione al mondo della storia. Si hanno informazioni sulle anime gemelle e un'infarinatura sul contesto in cui si muove Rachel. Introversa e riservata, pare la vittima perfetta per bulletti e pettegole. Letteralmente, il principale dei suoi pensieri è quello di passare inosservata, cucciola lei~♥
Non aiutano tutte quelle visioni: che diamine sta succedendo!? È oscura la cosa, in più, la ragazza dalla chioma fucsia mi è parsa sospetta: in conclusione, che voleva? (a_à)
Una giornata del genere è peggio di un incubo, a meno che non si tratti di un incubo con occhi rossi e sangue (?) nero. (O_O)

Lo stile mi è piaciuto molto e l'ho trovato particolarmente curato, oserei dire pure limato rispetto alle altre storie. Scorre una favola, la narrazione è ben alternata all'introspezione, e i dialoghi sono azzeccati ai personaggi.
Mi è piaciuto soprattutto l'attimo di scombussolamento totale di Rachel appena incontrato Gar. Ma quanto è adorabile?! Cioè, i suoi pensieri erano un fiume in piena, senza capo né coda. Seriamente, ho adorato quel pezzo! Talmente disorientata da non aver nemmeno realizzato sul momento le prime parole del ragazzo!!

La seconda parte è pienamente concentrata sul superamento dei demoni interiori di Rachel. È stupendo che sia riuscita a trovare la forza per avere fiducia in sé, a quell'età non è per nulla facile e scontato.
Devo davvero farti i complimenti, perchè con questa storia mi hai incuriosito e fatto salire la voglia di guardarmi la serie in questione. Chissà, se ne avrò il tempo lo farò!

PS: E io sono arrivata fino alla fine della storia convinta si trattasse del cartone animato. XD
Vabbè, dai, poi sono andata a cercarmi la serie, giusto per vedere come fossero fatti. (u_ù)

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