Recensioni per
Rosie
di Marika Grosso

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
06/05/20, ore 09:41
Cap. 1:

Ciao, questa è senz'altro una delle storie che riguardano strettamente il personaggio di Rosie, più particolari che io abbia mai letto da queste parti. E mi è piaciuta moltissimo, tra l'altro quindi complimenti.

Uno degli aspetti che più ho apprezzato è indubbiamente il fatto che la storia sia, di fatto, una vera e propria scoperta di quanto sta succedendo a Sherlock. All'inizio non c'è niente di chiaro, anzi è oscuro e quello che bisogna fare è raccogliere gli indizi e cercare di capire anzitutto la collocazione temporale rispetto alla serie, ma anche qual è lo stato emotivo di Sherlock, dove si trova, eccetera... è stato un viaggio molto interessante, devo confessartelo e grazie per avermelo fatto fare perché è stata come una piccola indagine personale. Io amo questo genere di storie, e grazie per averla scritta.

Quello che fin da subito mi era sembrato chiaro era che non ci trovassimo strettamente nella realtà. Pensavo che Sherlock fosse allucinato, sotto i fumi della droga come in The Lying Detective, ma poi viene nominata una certa sorella di Sherlock e allora diventa chiaro che siamo invece dopo The Final Problem, Sherlock là non è più drogato. E quindi questa non è un'allucinazione, ma è il suo Palazzo Mentale, e viene anche detto chiaramente poco più tardi. Non capiamo cosa ci stia a fare, sappiamo soltanto che un pianto si infila tra i corridoi, quello di Rosie che poi scopriremo provenire dal mondo reale, dove Rosie realmente piange, ma per ora ci si domanda se abbia un significato più metaforico che effettivo. Rosie piange e Sherlock si domanda perché non sappia intuire da dove proviene questo pianto disperato, mi piace che dubiti di se stesso e delle proprie capacità, il fatto di non riuscire ad arrivare subito a una conclusione e quindi il temere di aver perso le proprie capacità è un concetto che ho apprezzato, perché mostra tutta la sua imperfezione, i suoi limiti di genio che vengono fuori per una sciocchezza. Ma nella sua fantasia non è solo, c'è anche Mary che fa un po' la parte dello spirito che lo guida attraverso la finzione sino a farlo svegliare del tutto. Mary ha un'impronta decisamente positiva in questa storia, è una madre morta troppo presto, Sherlock la vede in questo modo. E la segue, le obbedisce, lei sicuramente sa quello che deve fare. E infatti Sherlock si sveglia. Il mondo reale è stata una sorpresa bella e buona, non immaginavo che fossero a Baker Street, e invece è chiaro che non soltanto Rosie e John ci vivono, ma che tra John e Sherlock è nato anche qualcosa, quel bacio e la familiarità della situazione ce lo suggeriscono. E io ho apprezzato tanto questa scenetta molto familiare.

Insomma, una storia particolarissima che ha per protagonista Rosie, ma non soltanto ci sono anche Sherlock e Mary al centro della scena. La sua descrizione, vista dagli occhi di Sherlock, a me è piaciuta moltissimo così come il concetto del: "La donna a cui ho affidato il mio John", una frase triste, che mi ha colpita tantissimo e che forse è stata la mia preferita dell'intera storia.
Complimenti di nuovo e spero di ritrovarti presto da queste parti.
Koa