Ciao.
Scusa l'attesa, ma finalmente giungo per lo scambio dell'ABC del Giardino. All'inizio avevo letto la os legata a questa flash, capendoci meno della metà; soltanto dopo ho letto l'ultimo rigo dell'introduzione, dove dicevi che era meglio partire dalle flash... Sono un caso penoso, lascia stare >.<
Non posso esprimermi al massimo sul titolo, perché ovviamente si riferisce a un'intera raccolta, ma sicuramente mi piace. Trovo che sia azzeccato, vista la natura dei due protagonisti, che tu l'abbia scritto in latino; inoltre mi piace che sia breve e diretto, cosa che si contrappone perfettamente al tono "ipotetico" che acquisisce. Sperando di aver tradotto bene "sempre che noi amiamo" sembra giocare con i sentimenti stessi dei protagonisti, metterli in dubbio, sfidarli, annunciare una raccolta piena di amore ma soprattutto angst, contrasti, scelte e introspezione.
Da questo punto di vista la storia non mi ha deluso, anzi è stata all'altezza del titolo. Soltanto un unico suggerimento prima di passare alla recensione sulla storia vera e propria, riguardo all'introduzione. A parte la spiegazione su come orientarsi all'interno della raccolta e l'accenno al legame con l'altra raccolta di os, sarebbe carino se l'introduzione presentasse la raccolta, coinvolgesse il lettore, lo attirasse a leggere. Ecco, da questo punto di vista, l'introduzione non mi ha incuriosito affatto, perché non mi ha saputo dare un'idea su cosa che avrei letto. Quando leggo un'introduzione voglio capire se la storia valga la pena di essere letta, se può interessarmi, se tratta qualcosa di mio gusto.
Per mio gusto personale non mi piace molto il narratore onnisciente. Confesso che è stato questo a rendermi difficoltosa la lettura della os, ma qui il suo effetto è mitigato: a parte l'inizio e la fine dove si sente di più la sua invadenza, il corpo della flash scorre piacevolmente e non mi dispiace il modo in cui descrivi e porti avanti l'introspezione di Crowley. Questo perché ciò che mi convince poco nel narratore onnisciente è proprio il continuo cambio di prospettiva da un personaggio all'altro. In questo caso, essendo Aziraphale addormentato, il narratore si è concentrato solo su Crowley e questo "inghippo" non ha avuto modo di esserci come nella os.
Lo stile è semplice, piacevole e abbastanza scorrevole. Non mi piace molto l'uso di "biondo" o più in generale di parti del corpo e cromature per riferirsi a un personaggio, ma non ne fai un uso smodato e nell'insieme non ha influito molto. Mi piace il fatto che la narrazione non vada a opprimere il lettore con tantissime spiegazioni o informazioni. Si concentra sul mostrare e sul far percepire espressioni, stati d'animo, emozioni, senza infodump fastidiosi; altra cosa che ho apprezzato sono quei dettagli lasciati "sospesi", che danno un'idea di "non finisce qui" ed enfatizzano la sensazione amara che avvolge Crowley, come la frase con cui concludi la flash o quel "se non per un piccolo particolare".
Ho trovato alcune sviste:
malgrado l'impregno impostasi -> ok, qui sono ignorante io, perdonami se sbaglio, ma non dovrebbe essere "Impostosi" ?
Senza aggiungere altro, il biondo si assopì sul petto del suo amante, il quale sonno gli era stato bruscamente sottratto -> di questa invece è sbagliata la coordinazione. Se ho capito bene, il sonno bruscamente sottratto è quello di Crowley, quindi la forma corretta dovrebbe essere "al quale il sonno era stato bruscamente sottratto" anche se in realtà è l'intera formulazione della frase a non convincermi.
Mi è piaciuta la parte iniziale, dove evidenzi le differenze tra i due personaggi, soprattutto a piacermi è stato il motivo per cui Aziraphale necessita di un po' di luce. All'inizio pensavo dipendesse per la questione della loro natura - uno è un angelo l'altro un demone - invece ho capito poi che le necessita era più di tipo "umano" se così posso dire. Era per una questione pratica, più quotidiana. Mi piace il modo in cui cali in un aspetto molto normale queste due figure straordinarie.
Crowley è decisamente uno di quei personaggi che mi intrigano, ma prima di parlare di lui voglio prima fare un commento più in generale sui personaggi. A loro modo e in modo del tutto differente tra di loro, sono tutti "misti", nel senso che la loro natura non è chiaramente definita nel loro ruolo. Per esempio Aziraphale dovrebbe essere una creatura pura, innocente (mi immagino così un angelo) del tutto priva di malizia e di desideri; eppure sta con Crowley. Allo stesso tempo Gabriele è un arcangelo (?) una delle creature più fedeli di dio, non dovrebbe pensare dovrebbe agire per suo conto, eppure "avverte" i due protagonisti e lo fa parlando con il demone. Ecco, i personaggi si dimostrano molto più complessi di quanto appaiono all'inizio.
Come ti dicevo, comunque, il mio preferito è Crowley fino ad adesso. Lui è sicuramente quello meglio caratterizzato e sfaccettato, quello su cui ti soffermi maggiormente. E' un demone, Gabriele ne sottolinea il suo senso di mancanza a un certo punto, insinuando che lui voglia riprovare le sensazioni del cielo attraverso Aziraphale - questo ci riporta al titolo e a quel senso di dubbio che trasuda, si amano davvero, è davvero amore? - ma la trama e il narratore ne evidenziano certamente il lato protettivo e l'attaccamento sincero verso Aziraphale. Mi piace il sarcasmo con cui si muove, la sua sicurezza, il modo in cui lo hai fatto reagire all'angelo, hai gestito molto bene la sua introspezione.
Concludo dicendo che mi piace il tono sospeso finale: prova orrore perché si sente ingiusto nei confronti di Aziraphale, oppure è la vicinanza con l'angelo che adesso lo disgusta perché sente che lo desidera e che questo lo danneggia, o ancora a orripilarlo è il fatto che Gabriele lo abbia capito meglio di quanto lui si sia capito? Mi piacciono i possibili sottintesi.
A presto! |