Recensioni per
Consacrato alla caccia
di Joy

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
15/07/20, ore 23:58

Ciao! Rieccomi qui su una tua storia. Non amo molto i pre-serie o i bros adolescenti, ma questa mi ha attratto...mi piace quella metafora del "vaso rotto". Richiama davvero la loro vita.
E qualcosa si era rotto, qualcosa si rompeva sempre.
Si era chinato sul pavimento e aveva osservato i frammenti: molti erano poco più che schegge.

Sam avrebbe voglia di provarci ad aggiustare le cose ma No. Non abbiamo tempo per questo.” Non avevano mai tempo per contemplare i resti di ciò che avevano sacrificato; sono frasi significative che fanno intravedere quello che poi "sarà" Sam. Quel Sam che si pone domande, che non riesce a vedere sempre solo bianco o nero ma che, più riflessivo, coglie le sfumature. Quel Sam che è "consacrato" a una vita che non vorrebbe, che, probabilmente, non avrebbe scelto. A Dean quel ruolo è più congeniale o comunque lo accetta, perchè suo padre non gli lascia alternativa. Invece Sam la desidera un'alternativa o almeno vorrebbe la possibilità di mostrare cosa prova. Ma non gli è concesso avere paura. E tu con una frase netta, corta, stringata ma che arriva al cuore, dai tutto il senso di ciò che "sente", percependosi inadeguato.  Mi piace la scelta dei paragrafi brevissimi, anche solo composti di una parola,la trovo una decisione narrativa efficace che focalizza il lettore su azione e sentimento provato dal protagonista:
Paura.
C’era qualcosa che si nascondeva nell'ombra.
C’era sempre qualcosa…

E ancora:
Paura di sporcarsi? Aveva quasi sorriso.
No. Aveva paura e basta.

Per fortuna c'è Dean. Dean, in bilico tra due atteggiamenti contrapposti. Da un lato lo rimprovera per spronarlo ad essere ciò che vorrebbe diventasse (perchè è l'unico modo per saperlo almeno in grado di difendersi!) , dall'altro gli manifesta profonda tenerezza. L'intima tenerezza per quel fratello che percepisce così diverso, così lontano da quella vita. Apprezzo molto quando Dean, per consolarlo, per incoraggiarlo, gli ricorda la "sua prima caccia", Gli ha già raccontato quella sua non proprio "gloriosa" impresa eppure gliela ripropone. E lo fa con amore, con un'empatia che è presagio di come si svilupperà il legame fra i due. E, come prima ho "visto" il Sam adulto, ciò che diventerà, con i suoi rimpianti e i suoi dubbi, ora mi fai "ritrovare" il Dean adulto.
n quella frase: “Te la ricordi bene questa storia, eh fratellino?” rispose Dean nascondendo l’imbarazzo dietro ad un ghigno sarcastico, poi appoggiò la testa alla sua. “Passerà.” gli sussurrò. “Vedrai che passerà.”  E' lui.
Lui che cerca di affrontare la situazione con ironia, lui che passa dal registro sarcastico a quello serio e solidale. Lui che c'è sempre per Sam e che anche quando, in cuor suo, sa di mentire, sa che "non passerà", cerca di essere comunque credibile...concedendogli il suo "istante di normalità". Bello anche il finale, con focus azzeccato!
Brava! Nella descrizione dei sentimenti, di quell' "umano sentire" che tanto mi appassiona. 
Alla prossima! 

Recensore Junior
02/06/20, ore 17:39

Ciao! Ho trovato un po' di tempo per recensire anche questa OS qui, perchè secondo me merita ☺️
Credo che tu abbia reso molto bene le emozioni contrastanti di Sam, di fronte alla vita da cacciatore che si ritrova a dover - perlomeno la mia impressione è questa, in questa storia - subire.
"Non avevano mai tempo per contemplare i resti di ciò che avevano sacrificato; a volte aveva sradicato ogni rimorso dalla propria coscienza e aveva osservato impassibile l’innocenza che scompariva dietro il fumo della polvere da sparo."
Questo passaggio mi è piaciuto molto. Ha dentro una strana sorta di rimpianto, e di rabbia perfino, per un' infanzia che Sam ha capito essere irrimediabilmente perduta, forse nemmeno mai davvero vissuta. Il ricordo mancato della voce di Mary è davvero un colpo al cuore 💔 è una delle cose che più mi commuove, quando penso all'infanzia di Sam.
Però c'è Dean. 
Dean, che è sempre accanto a lui, a proteggerlo e a riscuoterlo dalle sue elucubrazioni, e Sam - che qui è ancora piccolo - non si rifiuterebbe mai di aiutarlo, anche se dentro di lui qualcosa inizia già a incrinarsi, a rompersi come il vaso che ha fatto cadere.
Negli ultimi due paragrafi si nota tutta la differenza tra i due fratelli, sei stata molto abile nel dipingerli. Un Dean che sembra quasi perfetto, coraggioso, pronto a consolare il più piccolo e a strappargli un sorriso a spese del suo stesso imbarazzo, e Sam, che invece è terrorizzato, incapace quasi di reagire, e che sente crescere sempre di più la consapevolezza che quella vita non fa per lui.
Non so che età pensavi di associare alla prima caccia di Sam, credo dodici anni o giù di lì (non ricordo mai dove e se nella serie viene specificato) ma sicuramente qui il minore sembra ancora abbastanza piccolo da "accettare" la paura, la caccia e il resto, in cambio di quell'istante di normalità che Dean è in grado di offrirgli. 
Stanford è ancora lontana, per fortuna (o sfortuna) ma nonostante ciò sei comunque riuscita a trasmettere in poche righe una certa amarezza di fondo che già fa intuire un po' i conflitti che sorgeranno in futuro. 
Complimenti, insomma, per questo estratto pre-serie!
A presto 🌸💎

Recensore Master
01/06/20, ore 04:20

Ciao!
Eccomi qui. Devo dire che io sono molto affascinata dalle storie pre-serie, ne ho scritte e lette molte e devo ammettere che mi piace proprio immaginarmi flashback di questi due.
Credo che tu abbia caratterizzato teen!Sam, che poi è il personaggio principale, in maniera ottima, con poche pennellate, con le sue paure, quei sogni ancora troppo normali appena sottopelle e il desiderio, la voglia irresistibile di ribellarsi a tutto ciò, senza ancora avere la piena coscienza di ciò che tutto ciò significhi. Ecco, io Sam adolescente lo immagino sempre così, perché così è anche in quei pochi scorci in cui ce l'hanno mostrato, in quell'immagine che è già quasi una proiezione dell'adulto che sarà - testardo con John in quella sua risposta, in quel suo “Lasciami provare, papà.” che si concretizzerà in una Stanford forse, impegnato a catturare un ricordo, quello di Mary, che è sfuggevole come una farfalla. Ottimo lavoro, davvero.
Ho apprezzato anche Dean, Dean e quella tenerezza arruffata che tira fuori nel vedere suo fratello sconvolto dopo la sua prima caccia e che anche se è appena delineato, riesci a rendere perfettamente IC con la pennellata che è questo passaggio "[...]il solito tono da adulto che stonava con la voce da ragazzo. [...]".
Complimenti davvero, la aggiungo alle ricordate.
Alla prossima.
Desy