Preziosa, allusiva, ammiccante, ricca di spunti...
Queste sono le prime qualità che mi sono venute in mente a proposito di ciò che ho letto.
Poi, come sempre, una seconda lettura, una terza se proprio ho il dubbio di non aver colto a sufficienza, mi dà la connotazione più precisa della storia che ho davanti.
Intanto i nostri due stanno benissimo inquadrati in un contesto “pirate!” anche perché l’abbigliamento relativo a quell’epoca ed ai ruoli in cui Sh e John sono calati, secondo me, sono perfetti sia dal punto di vista fisico sia da quello psicologico ed incorniciamo perfettamente il loro carattere.
Infatti in Sh, il pirata, intanto hai sviluppato il riferimento IC alle sue preferenze infantili riguardo al gioco e qui, lui ne sarebbe contentissimo; l’hai, appunto, trasformato nel leader indiscusso e quasi leggendario a proposito del quale hai coniato un appellativo, “Le Prince de la Mer”, che gli calza alla perfezione. Posso immaginare perfettamente che la sua bellezza brilli ancor di più nei panni del ruolo che interpreta qui, me lo vedo davanti, con la sua innata eleganza nelle movenze, anche nei panni di un personaggio simile. In più ritrovo, amplificati, il pizzico di un’ironia tagliente, la supponenza sferzante di fronte a chi gli sta davanti, il raro sorriso sghembo, secondo me, sempre di difficile interpretazione.
A fronteggiarlo c’è un John perfettamente consono al ruolo che hai pensato per lui, accentuando il riferimento militaresco, addirittura identificandolo come “commodoro”, cioè capitano di vascello (grazie Google...). Quindi, in un meraviglioso volo che ha superato spazi ed epoche diverse, ecco qui, intatto, il capitano John Watson. Ed a proposito della sua caratterizzazione, hai conservato efficacemente il suo coraggio, il suo senso del dovere e la sua subitanea curiosità , non ancora definita come vera e propria attrazione, ovviamente, per quel tipo così affascinante anche nei panni di un acerrimo nemico. Infatti è grazie al suo giudizio che abbiamo la conferma che il pirata “Era indubbiamente bellissimo”.
Molto suggestiva, perché evocativa di altri possibili e credibili sviluppi, la scena in cui Sh gli ordina perentoriamente di togliersi la casacca. E qui la Johnlock ha lanciato, almeno per me, un chiaro segnale davvero allusivo.
Chiaro è che “omnia munda mundis”, ma se abbiamo di fronte Sh e John, in tutte le epoche ed in qualsiasi contesto sociale, se uno ordina perentoriamente all’altro di togliersi un qualche indumento, tu capisci che in noi johnlocker si allerta al massimo la sezione “possibili sviluppi molto poco platonici”.
A parte le battute di spirito, l’energia che si sprigiona tra quei due è naturale, spontanea, inequivocabile e tu la rappresenti in maniera meravigliosa. Si tratta di un travolgente magnetismo che, comunque sia la lunghezza della tua storia, è presente anche qui, in questa breve ff.
E non si tratta solo di quando Sh ordina a John di togliersi la giacca, ma anche quando i suoi passi cadenzati lo seguono sul ponte della nave. Per me immagini intriganti e che rimandano a possibili scenari più espliciti.
Considerando anche le altre ff di questa raccolta, ti dico sinceramente che questa è la mia preferita. I motivi innanzitutto sono “a pelle”: leggerla mi ha evocato atmosfere preziose e seducenti in cui far esprimere la Johnlock in maniera coinvolgente. Sarà che mi piacciono i racconti ambientati in epoche passate, in ambienti esotici come quelli che costituiscono il teatro naturale delle avventure dei pirati. A tutto ciò io abbino la tua indubbia capacità di descrivere dati sensibili e psicologici in un modo estremamente lontano dal banale e dallo stucchevole. In poche parole, sono sicura che, una tua storia che sviluppi le meravigliose idee trovate in questa, sarebbe proprio un pezzo di qualità. Mai dire mai....Complimenti. |