Cara Cin, aspettavo il confronto tra i due fratelli. Me lo hai fatto intuire, immaginare, facendo crescere l’attesa, frase dopo frase. In quest’ultima parte lo faccio in qualche modo “mio”. Inizia piano piano. Con gesti e movimenti lenti, consueti, “squisitamente familiari” che caratterizzano i personaggi. Il concedersi una birra, quel “brindisi muto”, quel sorseggiare lento, “trattenuto” di entrambi, per guadagnare tempo, ti fa entrare “in punta di piedi” in quello che sarà il dialogo tanto temuto da ambedue.
Mi “fai arrivare” il dolore di Dean che racconta il ruolo di Marchosias nella sua esperienza all’Inferno e, al contempo, il dolore di Sam che deve “accogliere” quel racconto di indicibile sofferenza, sapendo di esserne causa. Quel “Non fare il melodrammatico!” pronunciato da Dean per allentare la tensione potrebbe essere una battuta del copione, recitata sul set…ma non la dice solo per Sam, quasi a minimizzare il triste resoconto, fa bene anche a se stesso, per riuscire a stemperare e proseguire tra i ricordi. Finalmente scopro cosa è successo. Dean non ha ceduto con Alastair…ricordò con una punta di orgoglio. “Mi divincolai dalla sua presa, lasciai cadere il rasoio , mi feci indietro e ...” e quell’imprecare chiedendo di essere di nuovo messo sulla ruota, quel “fottiti!” gli è cucito addosso! Lui ha resistito ad Alastair. Si è ribellato. Ha rifiutato di torturare a sua volta. Ma questo coraggio lo ha condannato a un destino peggiore. E lì la “spiegazione” assume un significato più intenso. Dean ricorda. Ricorda tutto. Ogni singola frase di “condanna” pronunciata dai suoi aguzzini gli è rimasta scolpita dentro e a nulla è servito il “cocktail” di alcool e analgesici che si è ingurgitato per anni, perché non può dimenticare neanche spegnendo il cervello. Quel dolore resta.
Riesco ad immaginare la pelle dilaniata, smembrata e poi di nuovo rimessa insieme, pezzo per pezzo, per il gusto di infierire ancora…lo faccio attraverso il tuo utilizzo sapiente degli aggettivi… “profondi, ineguagliabili, indescrivibili” e grazie a quell’ammissione così tragica e sincera di Dean:
Con Alastair , nonostante tutto, riuscivo ancora a pensare, perfino a sognare...ma con Marchosias...” disse, rivelandolo con una risata tristemente amara.
La risata di Dean la “vedo”, la “ricostruisco” nella mia mente, come l’ho “colta” a volte nella serie, una risata sussurrata, con la testa che si inclina un po’ di lato, il respiro che si smorza e la frase “sospesa”, lasciata a metà. Poi è un crescendo per l’uno e per l’altro fratello. Sam che s’impone di non crollare di fronte a quel che ascolta “umanamente non sopportabile” e Dean che decide di svelare tutto ammettendo la sua debolezza quando, giunto al limite, non lascia cadere il coltello ma lo stringe forte, dando inizio alla sua fine di “uomo giusto”. Ed è così difficile ammettere la crudezza di quella decisione: “In quel momento...in quell’esatto momento sentii una parte del mio dolore scivolare via da me. Ed era bello, Sammy. Era dannatamente bello non provare ancora tutto quel dolore, quella sofferenza, quel tormento e affondai ancora e ancora fin quando non rimase più niente in cui affondare….”(superlativa!). Quel patimento, quell’accanimento per provocare dolore altrui, per lenire il proprio... Poi entra in scena Castiel che, incurante di quel suo colpevole “Non...lo ...merito...lasciami qui...”, lo salva. E sappiamo che sarà solo il primo di una lunga serie di “salvataggi”! La preghiera di Dean a Castiel è toccante. Dean sa che, se useranno Sam come ricatto, lui si piegherà. Dean farà qualsiasi cosa per evitare che Sam passi ciò che ha passato egli stesso. Perfino uccidersi avrà un senso. Se quel gesto estremo non potrà garantirgli la salvezza gli consentirà almeno di concedere una morte rapida a suo fratello! E stavolta Sam cerca di capire quella logica assurda “alla Dean” e non indugia troppo nella pretesa di giustificazioni, chieste quasi con ironia, abbassando lo sguardo, accettando in qualche modo il suo “piano”. Glielo deve.
Dopo la tragica “confessione” la storia potrebbe concludersi con un abbraccio tra i due, con qualche frase empatica di Sam e una chiosa sarcastica di Dean ma…tu fai una scelta diversa…vai oltre, Cin. Decidi di compiere un passo in più nella psicologia dei protagonisti. Vai a sviscerare il tema del “senso di colpa”. Quello che continua a perseguitare Dean che non riesce a perdonarsi. Il “confronto” con il padre lo “spezza” ancora di più. Significativa e così “giusta”, al momento “giusto” la frase: “Sembra che spezzarmi e cedere siano cose che mi riescano bene!” ironizzò con amarezza, il maggiore. E il rimando di Sam: “Beh!!...papà poteva permettersi di restare su quella maledetta ruota!” sbottò. Così puntuale, spontanea, decisa, la risposta apre a un confronto ancora più intimo. Entri in punta di piedi Cin e poi, alla fine, fai uno squarcio nell’umano “sentire” dei protagonisti. Dean non può continuare a paragonarsi al padre (fra l'altro deleterio per ogni figlio!) ma perché lui ha agito in un contesto e in una situazione nettamente diverse. Sam gli apre gli occhi. E non è il rancore per il padre a farlo parlare (come pensa inizialmente Dean), è l’orgoglio e la stima che prova per suo fratello! John aveva compiuto la sua missione, aveva la certezza di saperli insieme, a difendersi l’un l’altro, questo era la sua forza…Dean no. Dean aveva un unico pensiero che lo torturava più delle stesso Marchosias…la sorte di Sam, lasciato solo in un mondo che, a volte, sa essere peggiore dell’Inferno stesso. E tocchi le corde del cuore Cin. Lo fai con capacità, in una “narrazione di emozioni”, fino alla paura manifesta di Dean di deludere Sam (che poi è la stessa del minore, quando elenca tutti gli errori commessi in quel complicato e ineguagliabile rapporto!). Ma Dean non può deludere Sam. Mai. Anche quando Dean si sente “rotto, svuotato, rabbioso e...debole”, non degno di essere esempio, per il minore lo è comunque, anche oggi che è un uomo, un abile cacciatore e che ha provato sulla sua pelle sofferenze indicibili…Dean resta il suo eroe. Mi piace il richiamo alla frase di scena (che riporti precisando episodio e serie nelle note), perché è un “rinvio temporale” a ciò che Sam vive praticamente da sempre, nel tentativo di volergli assomigliare.
Si ritrovano insieme, Sam e Dean, di nuovo. Più forti per il fatto di essersi “svelati” l’uno all’altro. Ancora una volta. Una battuta, un incitamento per continuare a lottare, una promessa che consolida gratitudine e dedizione reciproca per proseguire, fianco a fianco. Fino alla fine. E il testimone di quella fine sarà probabilmente il “nostro” Castiel! Lo sguardo appena rivolto verso un “Cielo che non può vedere”, quel Cielo a volte troppo lontano che non gli appartiene più perché lui ha scelto la sua famiglia e…“Vinceranno loro. In qualsiasi modo finisca…..vinceranno loro!” fece orgoglioso di essere stato ed essere ancora parte di quella storia, di quelle persone, di quella famiglia. “Hanno già vinto!”
E tu Cin, per me, hai già vinto… per come scrivi, per come t’impegni, per come dai vita ai personaggi, per cosa ti spinge a “rischiare” e ad andare “oltre”.
Grazie, grazie davvero e…mi “eclisso” anch’io, rendendo onore al mio nickname! Scusami, mi sono dilungata troppo ma, questo capitolo tanto atteso e vagheggiato, meritava di essere “ripercorso” con la stessa dedizione con la quale è stato pensato e curato. Prometto che, nelle prossime recensioni, mi imporrò una maggior capacità di sintesi che, come avrai notato, non mi appartiene! Ma giuro, ci proverò!
A presto! |