Recensioni per
Perturbata animi mens
di Joy

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
13/07/20, ore 22:57

Forse - dopo averla letta tipo 5 volte - riesco a recensire con calma questa OS.
Dunque, partiamo dall'inizio, da Sam che odia se stesso per primo, e poi Lucifer, e Dio e mamma mia che angoscia che mi hai messo in questa parte 😖 sappi che te lo sto dicendo - naturalmente - come un complimento. Anche perchè sei stata molto abile nel non esplicitare niente ma nel far intuire tutto, e mi hai veramente appiccicato addosso una disperazione vividissima e altrettanto "nauseante"! Aaargh 😭 (ma brava, bravissima, per esserci riuscita!)
I due, brevi, momenti di lucidità di Sam mi hanno quasi commosso. In particolare il riferimento al fatto che il corpo di Dean sia "caldo", perchè ho pensato proprio al fatto che, qualcuno che viene trasportato in braccio, semi-incosciente, l'unico senso che rimane è il tatto, il senso delle "cose" accanto a lui, del se siano calde, fredde, morbide, ruvide. Non so, mi ha fatto tanta compassione quella scena. Tanta tenerezza. *singhiozza senza farsi vedere*
Ma, in tutta onestà, è il finale che mi ha davvero dato il colpo di grazia. Perchè sì, ok, lo so che qui l'hurt è Sam e il comfort è Dean, lo so e mi va bene così, mi piace, ma non puoi mettermici un Dean che improvvisamente mi molla un  "Ne ho bisogno anch'io" così. Che si concede di mostrarsi fragile, che cede alla stanchezza, che ammette che, sì, anche lui è esausto, anche lui è spaventato, che anche lui era un bambino, e stavolta non ce la fa nemmeno lui. Eh no Joy! 😭 Così mi uccidi! 😭😭😭
Ok, concludo lo sproloquio con questa domanda, perché so essere davvero tonta in certi casi quindi continuo a chiedermi cosa caspita abbia messo Dean nel bicchiere di Sam! 😂 Perdona la mia curiosità inopportuna dopo tanto angst e sofferenza ma non potevo non chiedertelo 🙈
Ancora brava ☺️
Un abbraccio
🌸💎

Recensore Master
07/07/20, ore 05:39

Ciao!
Ormai a questi orari da squilibrata sarai abituata, ma oh, eccomi qui. Amo le descrizioni che fai di Sam, è il mio preferito ed è un personaggio che oltre a Lucifero, oltre a un'infanzia complicata, oltre a tante cose, si è trovato a doversi confrontare anche con un profondo disprezzo verso sé stesso, dovuto all'unica cosa di sé che non poteva cambiare. Lo caratterizzi ottimamente, davvero, la caratterizzazione è sempre la prima cosa che noto, quindi chapeau. Ho trovato gestite in maniera ottima le scene di tortura e complimenti, perché non è una cosa facile da fare, anzi.
Che tenerezza quell' "E' reale?" di Sam verso Dean, piango.
Dean in mood fratello maggiore apprensivo che perseguita Sammy con il succhino corretto - ed è molto meno solido di quello che si vuole mostrare nel sapere cosa ha passato -non si può non amare sempre, dai. Che bellina la scena finale, quanto è verosimile e straziante quel silenzio dopo che Dean rivela che al lago ci sono stati quando aveva sei mesi, con un Sam quasi colpevole - ancora una volta - di aver sfiorato l'argomento.
Complimenti davvero!
Desy

Recensore Junior
07/07/20, ore 03:15

Bella,molto. Esprimi bene le paure di Sam,paura di se stesso,di quel sangue maligno ma anche di quello eroico del cacciatore che, in ogni caso lo ha condannato a una vita che non era nei suoi piani. Apprezzo l'accenno allo sgomento contrastante di Sam che si augura non sia stato Dio ad ingannarlo, a richiamarlo nella gabbia (farebbe davvero troppo male) eppure, quando il senso di colpa prevale, crede quasi di meritarsi quella tortura.Descrivi l'azione con elementi "sensoriali" che gradisco sempre nella lettura: "il rivolo di sangue caldo sul sudore gelido", "le lacrime in bilico tra le ciglia", il corpo caldo di Dean percepito da Sam quando viene salvato; le dita "non sconosciute" quando Sam si ritrova in ospedale...e poi la voce "polverosa" come i vecchi nastri che Dean si ostina ad ascoltare in viaggio. Quel "polverosa" a definire la voce roca innesca, come un detonatore, la potenza della parola che crea un effetto quasi "sonoro" per il lettore. Questo vado cercando nel mio peregrinare tra le storie. E quando lo trovo mi fermo,apprezzo e scrivo. Così come vado a "caccia" di abili specchi che mi "riflettano" le emozioni dei personaggi. Qui mi rimandi il disagio di Dean nel parlare di fragilità (e ben lo rappresenti)e non c'è solo la "sua" di fragilità ma si sottende anche quella di Bobby e forse anche quella del proprio padre...loro, in quella sorta di rifugio, ci sono rimasti un anno. Un anno di dolore, il dolore di una famiglia che non era più tale. Sono elementi importanti che colgono il carattere dei personaggi, così come quando Dean si "concede" di manifestare il bisogno di fermarsi ancora due settimane. Lo fa per la mano,per la mente,per il cuore di Sam ma lo fa anche per se stesso,per il suo cuore,per la sua mente, per viversi senza fretta quell'ennesimo "ritrovarsi" quando credeva di averlo perso. Di nuovo. Il finale mi lascia un pochino perplessa ma forse perché ho amato la frase immaginativa molto bella con l'evocativa brezza tra gli alberi...lasciandomi cullare da quella cantilena,avevo in mente ancora il "restiamo" di Sam,stupito ed empatico al tempo stesso. E per me era quella la fine. In generale però,almeno per quel che mi riguarda, mi hai regalato emozioni,cura descrittiva e il "sentire" dei protagonisti... ritieniti soddisfatta! A presto!