Ed eccomi anche qui, arrivo con ritardo, ma non voglio mancare un’occasione per lasciarti qualche riga utile a dimostrarti che ciò che scrivi mi piace molto.
In questa storia ci accoglie subito un senso di dolcezza anzi, un sapore vero e proprio perché, uno dei protagonisti è, paradossalmente, il mitico dolce “Pavlova” che diventa importante elemento narrativo nell’equilibrio tra i fratelli Holmes ed i rispettivi compagni. Direi, soprattutto, tra Mycroft e Sh. A tal proposito, piacevole quell’osservazione secondo cui il sorprendentemente rispettoso silenzio di Sh, di fronte al cedimento del fratello di fronte ad una sua debolezza, cioè i dolci, si rivela come il frutto di un paziente lavoro “diplomatico” di John “a base di gomitate e diverse notti insonni”.
Dal punto di vista tecnico, sottolineo ancora una volta, quel tuo rivolgerti a Mycroft per raccontare, quell’uso decisamente impegnativo della seconda persona. E non mi stancherò di ripetere che, scegliere questa forma espressiva, è un progetto di non facile attuazione e che, se riesce, ed è sicuramente il tuo caso, consente una lettura non solo dei fatti che si svolgono ma anche di ciò che il cuore racconta in segreto.
In realtà, l’impressione che si ha, ovviamente parlo per me, è che la vera “leccornia”, il vero “dolce” da gustare con intensità ed esclusivo piacere sia non tanto la Pavlova ma il buon ( in tutti i sensi...) Greg, qui vera e propria icona sexy.
Infatti delinei il ritratto di quest’ultimo con gesti allusivi, certamente non di dubbia interpretazione, come quel tocchi, devastanti per Mycroft, al di sotto del tavolo, con il percorrere voluttuosamente il labbro inferiore con un dito, con quel suo inclinare il busto in avanti per far risaltare meglio la muscolatura... È un repertorio gustosissimo quello che tu dipani con sapiente attenzione e l’effetto è ancora più forte perché dato dal contrasto con tutte queste “manovre” provocanti e la creazione di Mycroft, vero e proprio “iceman” verso il disgelo totale.
Il filo conduttore di questo pezzo, veramente gustoso in tutti i sensi, è una piacevolissima ironia, che segue ciò che succede, se mi consenti la “licenza”, in punta di penna senza mai scivolare nella volgarità e nell’eccesso. Tutto è descritto con un sorriso complice, con eleganza, quasi nella considerazione dell’effetto travolgente che un Greg così “appetitoso” sta avendo sul compassato Mister Inghilterra.
Con loro due fai agire, quasi sullo sfondo, i nostri due di Baker Street, secondo me anche loro impegnati a gestire un piacevolissimo duello di provocazioni e di allusioni (“...qualche secondo si alza per seguirlo in cucina...”).
La conclusione del pezzo è sorprendente e ricca di malizia e sottintesi.
A proposito della “vittima” Mycroft che, fino ad ora, sembra soccombere all’ “artiglieria pesante” di Greg, scopriamo che, in realtà, ha già pianificato delle stuzzicanti variazioni alle “minacce” del suo compagno. Infatti quell’immagine delle manette che lui stesso ha procurato e che ora attendono il loro ritorno a casa, è davvero un colpo di scena geniale.
Una storia, questa, che s’inserisce perfettamente nel filone della Mystrade, terreno su cui ti muovi con sicurezza ed ottimi risultati. Complimenti. |