Recensioni per
Beneath the red Sun of Darkover
di mikimac
Un inizio di capitolo che sembra veramente, per Sh e John, la conferma del raggiungimento della meta tanto desiderata e cioè il poter finalmente esprimere ciò che sono, davvero, l’uno per l’altro. Sh è cambiato o, perlomeno, impronta a maggior equilibrio i suoi rapporti con il prossimo e, per questo, esibisce il sorriso, atteggiamento, questo, che non era certo consueto nell’Holmes prima della sua relazione con Watson. Purtroppo l’effetto del loro poter essere finalmente loro due non è uguale nella coppia. Se, da un lato, l’Alton si mostra felice ed appagato, l’Hastur, sotto una patina di soddisfazione, in realtà soffre per ciò che si sta profilando nell’immediato futuro. Infatti ci sarà il matrimonio di Sh con Irene, per pressanti esigenze dinastiche, e lui si vede già relegato al posto, in ombra, di amante. Con la tua consueta capacità di fissare i pensieri e le emozioni dei personaggi in un contesto psicologico credibile, che ha la connotazione della credibilità, ci fai così partecipi di ciò che sta tormentando John. Lui ama profondamente Sh, ed é consapevole che non potrà mai essere al suo fianco apertamente perché non sono certamente i gesti affettuosi o ammiccanti con cui Holmes lo stuzzica davanti agli altri, che “benediranno” la loro relazione. In effetti lo stare insieme ad Holmes ha degli aspetti che provocano nell’Hastur delusione e la malinconica consapevolezza che ancora molte cose lo tengono lontano dal vivere con pienezza e serenità il suo sentimento. Tra i vari elementi che oscurano la sua serenità c’è anche la sua lealtà nel rispettare il mandato del silenzio impostogli circa la sua vera identità. E questo è un altro aspetto doloroso per lui perché non gli consente la completa confidenza con Sh. È un quadro complesso quello che hai pensato, fondando su solide basi introspettive, circostanziandole credibilmente, la posizione di Watson. |
Il presente capitolo si apre con il contrasto tra l’atmosfera esterna del castello e quella che si respira nelle stanze di Sh. Infatti fuori, la luce del sole ed i suoni delle consuete attività, richiamano un senso di consuetudine, di operosa attività, tutto sommato, di tranquillità. Fai decisamente cambiare i toni della narrazione facendoci entrare nelle stanze di Sh: qui ci sono solo buio e silenzio. Ci veniamo a trovare un contesto in cui è dilagata il senso di un’attesa cupa, di una forte tensione. |
Citando il titolo della mitica canzone di Bob Dylan, hai abbinato al contenuto del capitolo, ma direi di tutta la storia, un testo ed una musica che esprimono davvero, secondo me, ciò che stai raccontando. |
L’attenzione su ciò che sono e, soprattutto, quello che stanno scoprendo del loro legame, Sh e John, ci accoglie in questo capitolo, in un’atmosfera di accogliente cura l’uno dell’altro. Per la precisione, ora tocca a Sh occuparsi del suo “scudiero” ed é intrigante pensare che un simile personaggio, di alto lignaggio abbia così tanti riguardi nei confronti di un suo sottoposto. Ma, a parte l’umanissima attrazione che non fa distinzioni di censo o di altre categorie, sappiamo che, in realtà, John ha un “qualcosa” che lo rende diverso agli occhi ed al cuore di Sh. Antica nobiltà, certo, che potenzia il suo già essere qualcuno dalle particolari doti umane che lo rendono unico. Anch’io sono d’accordo con te sulla tua preferenza per Watson in generale ed in tutti gli Universi: oltretutto, e soprattutto, l’attore che hanno scelto i Mofftiss tiene testa magnificamente al fascino magnetico di Sh. E, chi lo ammette qui, è un’ inguaribile sherlocked. Come ho già scritto precedentemente, rendi meraviglioso protagonista John e tutta la sua umanità con cui lega per sempre a sè quel problema umano che è Holmes, bellissimo ma molto, molto impegnativo per le sue problematicità. Sappiamo tutti che, comunque, anche qui, John si mostra in grado di “leggere” oltre le apparenze e di cogliere il cuore accogliente di Sh. |
Desidero rispondere subito, e lo faccio con sincerità, ai tuoi dubbi se la tua storia piaccia o no. Sinceramente, i primi due capitoli li ho letti perché era necessario essere introdotti alle vicende dei protagonisti. Li ho sicuramente gustati grazie alla tua capacità di farci partecipi di ciò che avviene sulla scena. Inoltre il testo è scritto con ottima tecnica ed attenzione al contenuto. Ma, più avanti vado, più mi appassiono. Questo capitolo è molto intenso, anche dal mio punto di vista di archeologica johnlocker. Ma non ti occupi in modo convincente solo di loro due: è anche tutto il contesto che merita attenzione per la cura nel connotare i personaggi e raccontare ciò che fanno e pensano. Si tratta di un quadro narrativo davvero ben articolato, supportato da un contesto motivato credibilmente. Certo, ti sei ispirata alla saga di Marion Zimmer Bradley, ma la cura, nell’attuare idee lontane tra loro in un perfetto intreccio di vicende e personalità , é tutta tua. |
In questo capitolo tratti di quello che io penso si tratti di uno passaggio importante ai fini della narrazione e cioè quello dell’ingresso di Sh e di John alla Torre di Neskaya. Dico questo perché le vicende dei nostri due scorrevano, fino ad ora, sui binari, tutto sommato, tranquilli della routine a Darkover, anche se il sedicenne Holmes ha sempre mostrato particolarità caratteriali piuttosto inquietanti. Però la presenza di John costituisce un elemento che riporta l’equilibrio nel sentire particolare del giovane Sh, perciò li ritroviamo entrambi alla Torre. |
Come tu dici nelle Note finali, sicuramente i problemi che troveranno sulla loro strada Sh e John sono davvero grandi, perché, quando si tratta di potere, indipendentemente dall’epoca in cui siamo, l’individuo, specie se appartiene a famiglie coinvolte nei “giochi di palazzo, non ha più, per esempio, il diritto a scegliere la vita che desidera fare e quindi non è padrone del suo futuro. Questo capita a Sh e, soprattutto, a John: tolto dall’affetto dei suoi genitori per supportare un personaggio d’alto rango ma, al tempo stesso, un predestinato anche lui, visto il suo sangue che non è certo quello degli abitanti di uno sperduto villaggio. |
Innanzitutto, in relazione a quanto tu hai scritto nella gentile risposta alla mia recensione, devo dirti sinceramente che non trovo alcun elemento che annoi, anzi. Si tratta, ed é sempre più evidente, non di una semplice storia, ma di una saga vera e propria. Quindi è più che logico, e direi anche necessario, che la fase, che precede l’ingresso nelle vicende dei personaggi relativi alla Sezione in cui ci troviamo, sia esaustiva per permetterci di comprendere meglio ciò che avviene in seguito. Un unico mio cruccio è quello che non conosco il ciclo di romanzi di Darkover, pertanto non posso sbilanciarmi in confronti o parallelismi. Ma, sai che ti dico, che, per me, è meglio così, in quanto mi ritengo assolutamente libera di leggerti senza la tentazione di scoprire somiglianze o differenze con un modello preesistente. |
merge anche qui, nettamente, come ho già scritto, la tua capacità di |
Eccomi dunque arrivata da te per questa tua proposta così “spaziale”. Non conosco la saga cui ti riferisci ma questo, secondo me, non è un elemento che possa inficiare il gradimento o meno del tuo lavoro. |