Rispetto alle tue ultime ff che ho recensito in questi giorni, noto che c’è un nuovo elemento che va a sfaccettare ulteriormente l’aspetto ed il significato della Johnlock. È proprio relativo a quel “Secret” che hai usato come titolo.
Non so se sia una mia impressione ma mi sembra di capire che c’è, infatti, una progressione che porta Greg ad esprimere una necessità, un qualcosa di cui ha bisogno.
Il sentimento tra lui e Mycroft ha potuto esprimersi in modo completo ed appagante, ormai sono diventati una cosa sola anche perché sono cadute le difese e le maschere con cui l’ “iceman” teneva nascosta la realtà del suo cuore, il suo desiderio di amare e di essere amato. Il problema, che sembra offuscare la luce di un grande amore, è proprio relativo al “chi” sia realmente Mycroft. Il suo ruolo di uomo di governo, potente e celato alle luci della cronaca, il suo “caring is not an advantage”...Nel rassicurante stare insieme e nascosti alla curiosità degli altri si è potuto esprimere ciò che lega i nostri due che fanno, a mio avviso, della Mystrade uno dei pairing migliori, dopo, ovviamente, la Johnlock.
La “nube”, che offusca il meraviglioso trovarsi di Mycroft e del suo yarder, dilaga improvvisamente in un’atmosfera di tenerezza, di confort, di lontananza beata dal mondo e dai suoi problemi. Infatti, all’inizio, usi termini rassicuranti e che esprimono assoluta positività ed accoglienza (“....nido...profumo...calore...sussurri...contorni nitidi e sicuri...”).
Poi, improvvisamente, tutto è sospeso, come la natura in attesa del temporale. Ed è estremamente efficace il modo con cui tu hai descritto questo passaggio, con un Mycroft che, dal grande benessere della certezza di stare con colui che ama e che lo ricambia, si trova improvvisamente immerso in un’atmosfera ferma, in cui la tensione dilaga e tende le sue trappole d’ansia. Colpisce quel Mister Inghilterra, improvvisamente fragile e preoccupato (“...il cuore che ti martella nel petto...”). È un momento davvero intenso quello in cui Holmes viene fermato, nei suoi gesti e nei suoi desideri, da un Greg preoccupato, pensoso. Mycroft sembra trovare un appiglio ed un rifugio nella certezza che nulla di doloroso succederà perché l’uomo di cui è innamorato è “onesto, puro e cristallino”. Aggettivi riferiti a Lestrade. questi, sui quali mi trovi perfettamente d’accordo perché è così che io l’ho sempre visto nella versione dei Mofftiss: di un’umanità un po’ stropicciata ed a volte un po’ pasticciona, ma dal cuore grande ed orientato ad un’assoluta lealtà. Da questo punto di partenza diventa automatico desumere un atteggiamento sentimentale di indiscutibile correttezza ed integrità.
Quindi Mycroft si dispone ad ascoltarlo e la sua intelligenza legge già, nelle prime parole con cui Greg tenta di spiegargli il problema, quale sia il vero nodo della questione. È un argomento reale, fondamentale in un rapporto in cui si è giunti ad un punto di scambio reciproco e di confidenza dal quale diventerebbe sempre più straziante allontanarsi verso una direzione diversa.
Io penso che il desiderio di non rimanere in ombra accanto a chi si ama sia più che naturale e denoti la ricerca della stabilità anche nell’intreccio complicato delle relazioni sociali. Certo che un amore è grande anche nel segreto e lontano dal mondo ma io penso che, prima o poi, il bisogno di farlo conoscere agli altri sia irrinunciabile ed assolutamente naturale. È anche vero che qui ci si sta occupando di persone in vista, soprattutto Mycroft, che potrebbero esporre il partner ai rischi di una visibilità incontrollata. Pertanto mi sento di condividere sia il punto di vista, più che lecito, di Greg e quello, altrettanto giustificabile, di Holmes. Del resto ci è nota la sua propensione, ovvia per quello che lui rappresenta, al controllo sulle persone a lui più vicine. Mi riferisco, per esempio, al sistema di sorveglianza che monitora Sh in ogni momento della giornata, per cui il 221 b certamente non è il prototipo della casa in cui trovare rispetto della privacy e discrezione.
È quindi un nodo tematico importante quello che tu esprimi in questa bella storia, certamente non facile da districare. In gioco c’è moltissimo: c’è la sicurezza di Mycroft, quella di Greg, c’è la fiducia reciproca, c’è il sentirsi non “di passaggio” ed anonimo. Entrambi hanno ragione, le due posizioni sono chiare ed inequivocabili.
La conclusione è dolcissima e rassicurante. |