Recensioni per
La preda facile
di Hikaritokage

Questa storia ha ottenuto 18 recensioni.
Positive : 18
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
27/08/20, ore 13:10
Cap. 4:

Ciao, è la prima volta che recensisco qualcosa di tuo. Ho letto questa piccola raccolta di racconti senza interrompere il filo tra esse. Racconti molto forti, drammatici e malinconici. Temi forti ma che portano ad affrontare una forte realtà e riflessione. Mi piace molto il tuo modo di scrivere, schietto ma allo stesso tempo leggero. Un vaso rotto non potrà mai tornare quello che era in origine, ma può diventare altro e volendo si può provare ad aggiustare, come giustamente hai scritto tu. Questo passaggio mi è rimasto in mente e non posso che farti i miei complimenti per aver trattato dei temi molto profondi. Un caro saluto, Bea.

Recensore Master
27/07/20, ore 14:37
Cap. 4:

Buongiorno.
Ho riletto tutto dall'inizio.
Devo dire che hai un modo di narrare potentissimo, schietto, diretto. Il lettore deve solo... leggere.
Bravissima.
L'importante è essere forti, come ci ricorda questo ultimo capitolo...

Recensore Master
27/07/20, ore 01:38
Cap. 4:

Cara Elly,
Ieri, ormai, un po' per caso e un po' per forza di cose, in un' unica recensione ho fatto entrare sia
il capitolo precedente che questo. Ma, come puoi notare, ti sto scrivendo ancora...
Non posso farne a meno, perché ad una certa ragazza non ho regalato neppure una parola fino
ad ora. Ahhhhhh... non posso proprio accettare che una tenera creatura sia paragonata alla
polvere sotto al tappeto!!! In un mondo pieno zeppo degli errori fatti dagli adulti, spesso apposta,
perché mai non si dovrebbe avere compassione delle debolezze di una ragazzina?!
Perfino i veri criminali non rimangono più tutta la vita dietro alle sbarre... perché allora questa
donna non lascia andare via la se stessa che è stata? Soltanto liberando lei ella arriverebbe a
liberare se stessa. I cocci veramente riparati non sono più cocci, ma tornano ad essere vaso...
Per quanto sia valente l' arte del restauratore, poi, è fisiologico che qualche piccola parte di ciò
che c'era vada perduta. Nessuno guarda ad essa, bensì alla qualità e alla bellezza del lavoro
compiuto. Certo... se questa donna sapesse prendere la decisione giusta, se ella si fosse
veramente "restaurata", non apparterrebbe al novero delle "prede" così bene descritte in
queste tue righe.
Un affettuoso saluto

Recensore Master
25/07/20, ore 10:48
Cap. 4:

Ciao!^^
Chi ha subito ce l'ha con il proprio aguzzino, ma ce l'ha forse di più con la parte di sè debole e dipendente - patologicamente dipendente - che non solo ha reso possibile l'abuso, ha fatto sì che potesse venire perpetrato, ma addirittura reagirebbe con emozioni di vario genere (ma non il disprezzo che la protagonista auspicherebbe) nel rivedere l'aguzzino.
Hai esemplificato in maniera molto chiara la dinamica che si instaura tra l'abusatore e la vittima, nonché il fatto che una parte della vittima in realtà nella dinamica di abuso e sottomissione trova una sua ragione di essere. Questo aspetto non viene mai esplorato, in favore di interpretazioni più manichee ma proprio per questo fuorvianti, tu invece l'hai esemplificato molto bene.
La tua protagonista rifiuta questa parte di sè debole, dipendente, passivo-aggressiva. Non la perdona per ciò che l'ha indotta a fare e a subire, vorrebbe strapparsela via, distruggerla.
Ma non può.
Da qui le cicatrici, che al di là di ogni retorica e luogo comune, non rendono una persona più bella: sono solo la trama di connettivo che le consente di rimanere ancora unita, se non può più essere integra.
Questa riflessione, da una parte amara ma dall'altra realista e disillusa, chiude una rassegna in cui hai esplorato le dinamiche della dipendenza malata e le sue conseguenze.
Dopo tutto questo, però, la tua protagonista riesce a costruirsi di nuovo, a saldare i suoi cocci, ad andare avanti nonostante quella sua parte debole e dipendente, che però è relegata nell'ombra e fa sempre meno danno.
Complimenti, bravissima! Scusa per lo sproloquio e a presto!