Seconda classificata al contest "Darkest fantasy II edizione" e vincitrice del premio “Antieroe”
Grammatica e stile: 7,4/10 (2,9 grammatica + 4,5 stile)
Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati, con il relativo punteggio detratto.
Capitolo uno
”Su di essa erano intessuti il sacro segno della Trinità” ---> ”era intessuto”. (-0,2)
”simili a una gonna se non fosse per l’evidente cucitura che la chiudeva in due parti all’altezza delle caviglie” ---> ”che li chiudeva”, dato che il soggetto sono i pantaloni, e non la gonna, alla quale essi somigliano. (-0,1)
”sono pronta ammetterlo e assumerne la responsabilità” ---> ”ad ammetterlo”, refuso.
”quello che fumante sotto la propria, di pelle. ---> Manca il verbo reggente alla frase. (-0,2)
”E cos’e accaduto in questo posto, Seija?” ---> ”cos’è”, refuso.
”Non doveva cedere in tentazione.” ---> ”cadere in tentazione”, oppure ”cedere alla tentazione”. (-0,1)
”Un concetto, eminenza, su cui vi pregherei di fare tesoro” ---> ”di cui”. (-0,1)
”nella sala attonita echeggiò l’ardere di Acqua e lo sghignazzare della prigioniera.” ---> echeggiarono”, poiché i soggetti che si riferiscono al verbo sono due. (-0,2)
Capitolo due
”Attorno quei bordi” ---> ”Attorno a quei”, refuso.
”Covava una sofferenza briciante” ---> ”Bruciante”, refuso.
”Arrivò di fronte a sé e si lanciò” ---> ”di fronte a lui”. Per com’è costruita la frase, altrimenti, sembra che la creatura arrivi di fronte a se stessa, anziché di fronte al Licantropo. (-0,2)
”e debiti devono essere ripagati” ---> ”e i debiti”, refuso.
”e legati in un chignon pratico” ---> ”uno chignon pratico”, refuso.
”C’era disprezzo e un ghigno sottile, affilato come una spada, sul viso di lei” ---> ”C’erano disprezzo e un ghigno sottile”. (-0,2)
”per ripagare a un debito” ---> ”per ripagare un debito”. (-0,1)
Capitolo tre
”erano mali che continuavano ad affiggere la Sacra Croce dopo trecento anni dalla sconfitta di Fuoco.” ---> ”che continuavano ad affliggere”. (-0,1)
”La più vicina all’universo e gli altri pianeti” ---> ”agli altri pianeti”, refuso.
Capitolo quattro
”gli altri regno non possono dire lo stesso e vivono nel terrore degli assalti” ---> ”altri regni”, refuso.
”un matrimonio non che gli avrebbe dato gioia ma che sapeva essere giusto” ---> ”che non gli avrebbe dato gioia”, refuso.
”C’era voluta pazienza e mano ferma per calmare la Priora” ---> ”c’erano volute”. (-0,2)
”Tomahk ebbe un brivido al pensiero che le volontà dei tre Dei avevano dovuto fondersi con un parte sola di Fuoco” ---> ”una parte sola”, refuso.
Capitolo cinque
”Ma non ora, non quando la Tomahk aveva ancora bisogno di lei.” ---> ”non quando Tomahk”, refuso.
”spicco un balzo leggiadro” ---> ”spiccò”, refuso.
”Un ultimo grido, prolungato e possente, prima che la sua vita ebbe fine.” ---> ”prima che la sua vita avesse fine”. (-0,2)
Capitolo sei
”E così.” ---> ”È così”, refuso.
”Ad ogni ciclo ci uniremo sotto le stelle e poi me andrò” ---> ”e poi me ne andrò”, refuso.
”Si avvinghiò al suo corpo in bacio selvaggio, ferale” ---> ”in un bacio”, refuso.
”volle finalmente provare ciò Fuoco a lungo aveva promesso” ---> ”ciò che Fuoco”, refuso.
”Doveva lasciare il nido e cercare sé stessa” ---> ”se stessa”. (-0,1)
”davanti i suoi occhi azzurri e attenti” ---> ”davanti ai suoi occhi”. (-0,1)
Dal punto di vista stilistico, hai un modo di scrivere molto diretto ed evocativo. I periodi non sono mai eccessivamente lunghi e questo contribuisce a donare immediatezza al tuo racconto. Le frasi si susseguono con un ritmo che si accorda sempre a quello della narrazione: sono più concitate nei momenti d’azione e più distese in quelli di stasi e di tranquillità. Hai un’ottima varietà lessicale, che rende la tua storia ricca e mai monotona o piatta: padroneggi il linguaggio e ti destreggi molto bene con esso, utilizzando sempre i termini più appropriati ed efficaci per descrivere una situazione, una sensazione, una reazione. Le tue sono immagini vivide e tridimensionali, che si disegnano con facilità nella mente del lettore. Hai uno stile molto personale, maturo e interessante. La punteggiatura è varia e alternata secondo il ritmo narrativo. L’unico appunto che ho da fare (ed è il motivo per cui il punteggio nella voce stile non è pieno) riguarda proprio la punteggiatura: non sempre, infatti, ne fai un utilizzo corretto. In particolare, tendi a utilizzare il punto e virgola laddove invece sarebbero stati più opportuni i due punti, oppure, a volte, te ne servi (così come per il punto fermo) per spezzare le subordinate dalla frase principale: è chiaro che l’intento sia quello di isolare il concetto e di porlo in evidenza, ma non sempre questo espediente riesce e, in questi casi, la lettura risulta meno fluida e un po’ confusa. Sempre a proposito della punteggiatura, ho notato che tendi a usare spesso, soprattutto nella parte non dialogata, punti esclamativi e di sospensione: ti consiglio di limitarne l’utilizzo, perché se abusati, danno un’idea di artificioso.
Per quanto riguarda le descrizioni, ne fai di ricche e dettagliate, ma mai troppo prolisse, e questo consente d’immaginare facilmente i luoghi, i personaggi e le situazioni, senza però associarsi a una pesantezza del testo. Le tue sono pennellate rapide, efficaci e molto suggestive, inserite sempre opportunamente in modo che s’intreccino naturalmente con la narrazione e siano a essa funzionali. Ogni descrizione è volta a far scoprire qualcosa di più di questo universo che hai creato e dei personaggi, senza che sembri inserita a forza, per dare un’informazione, e questo ti ha permesso di creare un testo godibilissimo e completo. Particolare menzione va fatta per i vari mondi che esistono in questo universo narrativo: hai saputo darne, attraverso i diversi sguardi dei vari personaggi, delle descrizioni davvero efficaci ed evocative, che hanno saputo trasmettere tutto il fascino e la magnificenza di questi luoghi, lasciandoli immaginare facilmente nella loro particolarità.
L’equilibrio tra parte narrata e dialoghi è ottimo e questi ultimi risultano naturali, inoltre essi sono caratterizzati da registri linguistici diversi in base ai personaggi, e questo rende subito immediato comprende chi sta parlando, oltre a rendere ancora più realistiche le conversazioni. Complimenti!
Caratterizzazione personaggi: 10/10
Nella tua storia sono presenti vari personaggi, tutti ben caratterizzati e delineati: di ognuno di loro hai saputo rendere la personalità attraverso i gesti, le attitudini, le parole e i dettagli; ogni personaggio che compare è tridimensionale, a tutto tondo e nessuno è lasciato sullo sfondo o delineato più superficialmente, anche grazie al fatto che hai mostrato la vicenda attraverso i punti di vista di ognuno di loro, cosa che ha permesso di cogliere maggiormente il loro carattere e modo di pensare.
Elysen è il primo personaggio di cui ci viene offerto il punto di vista e di lei ci viene subito sottolineata la forte moralità e la grande obbedienza sia alla sua divinità che ai principi della Congrega. Elysen è una donna austera, severa, misurata, rigorosa ma, come anche tutti gli altri, nasconde i suoi segreti e le sue ombre. La sua rigidità viene spesso messa alla prova da Fuoco, che la tenta e la seduce, portandola a venire meno ad alcuni dei suoi principi e a punirsi per questo. In tutto questo rigore, tuttavia, Elysen mostra anche la sua umanità, che porta con sé l’ambivalenza di questo personaggio: prende Seija con sé, se ne prende cura, si occupa di lei e l’accudisce come una figlia, la punisce quando mostra la sua indole ribelle e disobbediente, e tuttavia la ama anche. Elysen è divisa in due tra amore e odio per Seija: la teme e la aberra, eppure la tiene nascosta alla Sacra Croce, non rivela la sua origine e la sua esistenza. Il rigore, l’austerità e la severità sono principi che lei ha introiettato, che ha fatto suoi e che crede di poter applicare a ogni aspetto della sua vita: in questo sta la sua debolezza, una debolezza che è umana e che smaschera quelli che sono gli istinti base dell’uomo, ma che da lei sono considerati come peccati e ai quali tuttavia cede. Elysen è una donna piena di chiaroscuri e di sfumature, che tu hai saputo rendere molto bene, mostrando ognuna di esse e dando vita a un personaggio a tutto tondo, realistico nella grettezza mentale dettata dal suo ordine e dalla sua posizione, umano e tormentato.
Anche Yussol, come Elysen e come tutti i personaggi di questo racconto, ha un lato oscuro e dei segreti, che cambiano nel lettore la prima impressione che ci si fa di lui. Egli si presenta come un uomo malato e fragile, vittima di un terribile incidente; sembra posato, saggio, pacificatore. Dalla sua confessione, tuttavia, apprendiamo che anche lui ha intessuto dei rapporti con Seija e che non solo è stato tentato dalle lusinghe di Fuoco, ma ha addirittura tentato di imbrigliare il suo potere per sfruttarlo per scopi personali: riportare in vita le proprie figlie. Anche lui, dunque, si mostra come una persona ambivalente, che cerca di seguire i principi che il suo ruolo gl’impone, ma che non si lascia sfuggire l’occasione di essere corrotto e di percorrere vie oscure, mentendo per nascondere i suoi segreti e mantenere intatta la sua integrità. Anch’egli è, alla fine, un uomo corrotto in un mondo corrotto.
Romani appare subito come un personaggio viscido, polemico e bellicoso. Attacca apertamente e continuamente Elysen e Yussol, cercando di spingere la Folgore a vedere i loro peccati e a punirli per questo. Si pone al di sopra di tutti, come persona incorruttibile e incorrotta, l’ultimo baluardo della Sacra Croce, colui che ne mantiene intatti i principi e gli scopi e può, quindi, permettersi di giudicare e puntare il dito. Salvo poi scoprire che il più corrotto è, in realtà, lui stesso: è lui che si è lasciato sedurre da Fuoco, che si è piegato al suo volere e lo ha ciecamente seguito.
Arriviamo, dunque, ai due personaggi decisamente più di spicco di tutta la vicenda: Tomahk e Seija, i due antipodi, i due opposti, le due facce della stessa medaglia. Il primo incarna quelli che sono i valori e i principi dei poemi cavallereschi: è un uomo onorevole, integerrimo, irreprensibile, che ha rinunciato a tutto per continuare a seguire il dovere. La sua moralità è rigida, il suo senso di giustizia molto grande: è stato tentato da Fuoco, ha quasi ceduto, ma poi è riuscito a resistere, in nome di quel dovere che guida ogni sua azione, di quella fedeltà al suo compito che ne plasma l’agito. Da questo punto di vista, almeno fino all’ultima parte della storia, è l’unico personaggio che non ha ambiguità, l’unico che sembra libero dalle ombre del male tentatore e del peccato. Dall’altra parte abbiamo Seija, questo personaggio caleidoscopico e dalle mille sfaccettature, che disveli man a mano che il racconto prosegue, attraverso le sue reazioni e le sue parole: giochi molto sulla sua ambiguità, ammantando la sua figura di mistero, facendo interrogare il lettore circa le sue vere intenzioni e la sua vera indole. È davvero solo crudele e pazza? E allora perché ha salvato Yussol? Perché non ha mai ucciso Elysen, anche se ne ha avuto più volte occasione? Seija sembra essere il male, eppure contemporaneamente non lo è: la sua posizione viene definitivamente chiarificata alla fine della storia, dove si apprende che davvero lei è una creatura maligna, ma non proprio e non del tutto, infatti utilizzerà questa sua natura per ricacciare indietro Fuoco quando sarà necessario, aiutata da Tomahk, che si pone in antitesi con lei, ma ne è anche un completamento. La personalità di Seija appare dunque complessa, per nulla scontata e, di nuovo, sei stato magistrale nel lasciar emergere ogni aspetto di questa creatura ribelle e lasciva, che gode nel portare la morte, che è crudele, ma che usa la sua crudeltà come un antidoto e, alla fine dei conti, per fare del bene all’umanità. Tomahk, l’inflessibile, l’integerrimo, ha visto tutto questo e si è piegato alla necessità, dimostrandosi capace di lasciare indietro la sua morale e di stipulare con Seija un patto che preserverà per sempre i mondi.
Menzione speciale va a Kol: nonostante sia un personaggio secondario, hai reso alla perfezione anche lui e lo hai usato per descrivere la cultura dei licantropi e come si siano dovuti adattare a una nuova terra e a un nuovo stile di vita, arricchendo ulteriormente la tua storia. In generale, hai creato dei personaggi davvero ben fatti, capaci di bucare lo schermo e di coinvolgere il lettore, di rimanere impressi nella sua mente anche dopo aver terminato la lettura. Sono tutti così complessi e sfaccettati che ci sarebbe da parlare per ore, per sviscerarli a fondo. Davvero complimenti!
Trama e originalità: 9,8/10
Dal punto di vista della trama, hai sviluppato una storia dall’intreccio complesso, dove i fatti vengono disvelati man a mano che si prosegue con la lettura e c’è un’alternanza tra tempo presente ed eventi del passato che la rendono dinamica e mai piatta. Nonostante questo, hai gestito il racconto alla perfezione e non ci sono incoerenze o buchi di trama: alla fine, tutte le domande che sorgono spontanee durante la lettura trovano una risposta e ogni tassello s’incastra perfettamente agli altri, creando un quadro chiaro e molto interessante. Molto convincente il modo in cui hai strutturato la storia: la scelta di partire dal processo, quando ormai tutto è stato già compiuto, e di mostrare l’accaduto attraverso diversi punti di vista, diverse opinioni e diverse considerazioni soggettive dei personaggi, ti hanno permesso di rendere la storia assolutamente interessante e di spingere a continuare nella lettura, per trovare le risposte ai numerosi quesiti che emergono e per scoprire quale sia davvero la verità tra quelle messe in gioco dai vari protagonisti della vicenda; Seija è la chiave, eppure lei rimane sullo sfondo per tutto il tempo, fino alla fine, quando diventa protagonista indiscussa e attraverso i suoi occhi possiamo conoscere la sua versione dei fatti, che è anche quella vera, dato che lei è stata presente a ognuno degli accadimenti e li ha messi in moto, per motivi di cui veniamo edotti solo nella conclusione del racconto. Molto interessante anche l’idea di inserire dei flashback lungo la storia, espediente che ti ha permesso non solo di far conoscere i fatti, ma anche di approfondire i personaggi e, soprattutto, il contesto in cui essi si muovono. Il mondo che hai creato, infatti, è molto ricco e sfaccettato e tu lo hai mostrato tutto, senza infodump, ma lasciando trapelare le informazioni dai dettagli, dai ricordi e dalle considerazioni, facendo sì che esse divenissero parte integrante del racconto. Nulla è stato trattato superficialmente o in maniera confusa, cosicché alla fine si ha un quadro chiaro dell’universo in cui si muovono i personaggi e delle sue dinamiche.
L’originalità è il motivo per cui il punteggio nella voce non è pieno, infatti non è molto innovativa, nel genere, l’idea di fondo del racconto: abbiamo una minaccia soverchiante, che non si è potuta eliminare del tutto e si è potuta solamente confinare; il suo potere, tuttavia, rimane ancora immenso ed è seducente, allettante, tanto che alla fine riesce a corrompere e a tornare pericoloso per l’ordine costituito e per l’esistenza dei mondi. Tuttavia, il punteggio detratto è minimo, poiché è molto originale, invece, il modo in cui hai deciso di sviluppare e rendere il tema: non solo, infatti, è originalissimo l’universo narrativo, ma interessante è anche il fatto che la storia si concentri su un processo, dove la verità e il modo in cui si sono svolti i fatti sembrano essere già scontati, salvo poi scoprire, man a mano, intrighi e macchinazioni, fino ad arrivare a dubitare della colpevolezza di Seija stessa. Interessante anche la chiusura del racconto, in cui non c’è una vera e propria vittoria del bene contro il male, ma piuttosto una convivenza tra questi due aspetti, necessaria per respingere e tenere sotto controllo un male ancora più grande. La soluzione, la chiave per salvare i mondi non è armarsi di persone integerrime o di anime incorruttibili, di negare il male in senso assoluto, ma di permettere a questo di coesistere con il bene, per creare un equilibrio che indebolisca Fuoco e lo tenga a bada. È interessante come il male venga visto come uno strumento di cui il bene deve servirsi se vuole continuare a garantire l’esistenza di tutti. E Tomahk, che è l’incarnazione dell’eroismo, dell’inflessibilità e del sacrificio, lo capisce e a questo si adatta, perché è l’unico modo, anche se va contro tutti i suoi ideali e la sua morale. Tutto questo ha reso la tua storia intrigante, coinvolgente e per nulla scontata, nonostante il tema di fondo sia un classico. Hai saputo mantenere alta l’attenzione e hai presentato un finale d’impatto e inaspettato.
Il tuo è un racconto pienamente dark fantasy. I personaggi che popolano la tua storia sono tutti, a modo loro, negativi o non del tutto positivi. Anche Tomahk, che nella corruzione dilagante rappresenta un’eccezione ed è quanto di più vicino ci sia a un classico eroe, comprende alla fine la necessità di piegarsi al male e lo accetta, con quel suo inginocchiarsi rassegnato dinanzi a Seija, che è emblematico. I toni sono cupi, l’atmosfera è fosca e pesante, in ogni riga si annida l’orrore di questo universo decadente, che si copre di finto perbenismo, ma che in realtà è sull’orlo dell’autodistruzione. Amarissimo, ma giusto e necessario, il finale: il bene è un servo e uno strumento del male, così come il male lo è del bene. I due aspetti sono indissolubilmente intrecciati e devono coesistere.
Utilizzo del pacchetto: 5/5
La stregoneria è ampiamente presente lungo tutto il racconto e assume varie forme, in base a chi la esercita. Da questo punto di vista, ogni personaggio della tua storia può considerarsi uno stregone - anche se nessuno viene mai esplicitamente appellato in questo modo -, dato che ha il potere di manipolare l’elemento della sua terra di origine. In tal senso, dunque, il personaggio del pacchetto è indubbiamente presente e centrale nella narrazione. (+1)
Anche il prompt assume un’importanza centrale all’interno della tua storia. Il processo a Seija viene svolto perché ognuno dei testimoni ha mantenuto un segreto a lei collegato, che fosse per proteggere la ragazza stessa (come Elysen), oppure per proteggere se stessi (come Yussol), o ancora per aiutare Seija a concretizzare le sue macchinazioni (Romani e Kol). Infine, un segreto viene a formarsi anche tra Tomahk e Seija, quando i due stringono la loro alleanza. In tal senso, dunque, il segreto è il perno attorno a cui ruota tutta la narrazione e l’elemento che muove lo sviluppo degli eventi, passati e futuri. (+2)
Hai fatto un utilizzo molto particolare e creativo dell’oggetto. Nella tua storia, infatti, il fuoco non è solo l’elemento che sanno manipolare i Nati e coloro che provengono dal mondo di Fuoco, ma è anche una divinità. L’oggetto ha quindi una personificazione che lo rende parte attiva del racconto, nonché un nemico dal terribile potere. Davvero complimenti per il brillante e originale uso che ne hai fatto. (+1)
La frase è inserita in maniera coerente e naturale nella storia, in generale, e nel discorso in cui viene pronunciata, in particolare: la riflessione di Seija, che scaturisce dal ricordo delle cicatrici inflittele da Elysen, ruota tutta intorno al concetto espresso dalla frase, così come anche il concetto di male necessario che si ritrova alla fine della storia. (+1)
Gradimento personale: 5/5
È davvero molto difficile strapparmi un punteggio pieno in questa voce, di rado lo assegno, ma la tua storia mi ha conquistata fin dalle prime righe e ha mantenuto alto il mio interesse per tutta la lettura, fino a culminare in una conclusione che ho apprezzato davvero tantissimo. Ho adorato l’universo così particolare di questa storia, così come mi sono immensamente piaciuti tutti i personaggi che hai delineato, compreso Tomahk, che come tipologia di personaggio è molto lontano dai miei gusti: la sua decisione finale, tuttavia, quel suo piegarsi all’inevitabile, riconoscendolo come unica soluzione, mi ha fatto scoprire una nuova sfumatura di lui e del suo essere che non ho potuto non amare. Anche Seija, nella sua lucida follia, ha saputo farsi apprezzare. La trama è avvincente, ben strutturata, suscita curiosità e non è mai noiosa. La conclusione ha rispettato in pieno le aspettative che un bel racconto come questo muove durante la lettura; è inaspettato, sorprendente e veicola con sé una verità che è tanto amara quanto autentica: non può esistere il bene senza il male, sono due facce della stessa medaglia ed entrambe devono convivere, per far sì che vi siano un equilibrio e una continuità. Hai scritto davvero una bellissima storia, complimenti!
Punteggio totale: 37,2/40
Premio “Antieroe”: questo premio va al personaggio di Seija, un antieroe in piena regola e costruito molto bene. Lei non ripugna il male, non lo respinge, anzi: causare dolore le piace, portare caos e distruzione anche, è nata per la rivolta, per sovvertire l’ordine, per il peccato. È crudele, spietata, sadica. E tuttavia, in un modo tutto suo e con le proprie convinzioni di dubbia moralità, persegue il bene. Lei è un male necessario, è l’antidoto a un male peggiore: deve esserci per aiutare Tomahk a respingere Fuoco, per garantire una maggiore stabilità. Deve esserci per distruggere perché non lo faccia qualcun altro, e per permettere al suo amante di poter riportare l’ordine dove lei ha creato il caos, infondendo così nuova speranza nelle persone. In definitiva, dunque, lei non persegue il male, ma il bene, anche se buona non è, non può esserlo, non deve esserlo. Lei deve essere necessariamente l’altra faccia della medaglia. Perché non può esistere il bene senza il male. Non è naturale. |