Recensione premio per il contest "Darkest fantasy II edizione": 2/3
E rieccomi con il secondo capitolo di questa storia che si fa sempre più avvincente (sì, me la sono letta tutta di un fiato XD)
In questo secondo capitolo ho trovato un parallelismo tra la vicenda che narri e quella di Ebenezer Scrooge, il protagonista di Canto di Natale, libro che amo profondamente, pertanto non ho potuto che apprezzare questa somiglianza (voluta o meno che sia).
Come accade a Ebenezer, anche Symon si ritrova sotto forma di spirito, a guardare dall'esterno, e senza poter in alcun modo intervenire, le reazioni alla sua morte delle persone che ha conosciuto in vita. Reazioni che sono tutt'altro che positive, e che sono volte a farlo riflettere, a fargli capire che cosa ha fatto davvero e che cosa i suoi comportamenti hanno causato.
Molto suggestiva la scena del confronto tra Symon e il serpente: Symon si ritrova in una specie di limbo, in una sospensione tra la vita e la morte. È morto, ma non ancora del tutto, non è "passato oltre", è bloccato o, per meglio dire, è stato bloccato, perché deve essere giudicato. Da ciò che succederà da qui in avanti, dipenderà il giudizio che peserà sulla sua anima e, quindi, il destino della sua reincarnazione. C'è un forte richiamo al buddismo, in questo: le azioni che abbiamo fatto in vita, decretano in cosa ci reincarneremo nella nostra vita successiva. Più abbiamo fatto del male, e più è infimo l'essere vivente in cui ci reincarneremo, più abbiamo fatto del bene, e più è nobile tale essere vivente.
Il serpente, che compare in questo vuoto oscuro, spiega a un attonito Symon che cosa lo attente, senza troppi giri di parole; sembra quasi adirato con lui, come se in qualche modo fosse insoddisfatto di lui, deluso e furioso, anche se dovrebbe essere un essere super partes e quindi non essere toccato da queste cose (ovviamente, avendo già letto anche il prossimo capitolo, so già che cos'è che lo fa essere così poco amichevole XD).
Così, inizia il viaggio di Symon attraverso la sua vita. Come per Ebenezer, anche qui c'è una sorta di viaggio tra passato, presente e futuro, attraverso i ricordi delle persone che il serpente lo costringe a visitare (il parroco, il fratello), ciò che sta accadendo nel presente (i collaboratori) e ciò che sta per succedere (Esmera).
In questo capitolo, ci concentriamo principalmente sul passato di Symon. Le sue cattive azione sono cominciate fin da quando era piccolo, quando è saltato dall'albero nonostante gli avvertimenti del parroco, rovinandogli la vita. Un bambino disubbidiente, la cui disubbidienza ha portato delle conseguenze negative a un'altra persona. Ovviamente, in quel caso si può forse trattare di un'azione "perdonabile" in quanto un bambino non si rende bene conto delle conseguenze delle sue azioni, quantomeno non del tutto, e tuttavia già lì si poteva iniziare a intravedere l'egoismo di Symon, che pensa a se stesso senza preoccuparsi di chi ha intorno. Egoismo che trova il suo culmine con il fratello, il quale ha dovuto rinunciare a tutto per prendersi cura della madre malata, mentre Symon si faceva la sua vita, andava avanti con i suoi obiettivi, senza curarsi di ciò che si lasciava alle spalle, facendo del male a suo fratello e alla di lui moglie senza curarsene. E, anche ora che osserva tutto da fuori, non se ne cura, giustifica ciò che ha fatto come scherzi, ragazzate, cose che sono servite per farlo diventare ciò che è. Ha ucciso il bambino che era, quel ragazzo dolce e sorridente, per seppellirlo sotto egoismo e freddezza, mezzi che lui ritiene gli siano serviti per ottenere e raggiungere i propri obiettivi. Cosa che magari è anche vera, tuttavia il suo successo non ha fatto altro che allontanare ciò che di buono c'era nella sua vita, per non lasciargli altro che gente falsa e approfittatrice, come lui è sempre stato.
Di ciò, ne sono la prova i suoi collaboratori, che come degli sciacalli, traggono profitto dalla sua morte, senza alcun senso di colpa, senza rimorsi e, soprattutto, senza cordoglio per lui. Anzi, la morte di Symon è per loro una manna dal cielo, un'opportunità di scalata sociale per loro. Non c'è alcun tipo di affetto, solo rancore e odio per una persona che non ha saputo seminare nulla di buono lungo il suo cammino. Perché tutto ciò che c'era di buono lo ha lasciato indietro, compreso se stesso. Ed è proprio questo che il serpente cerca di fargli capire, cercando di minare la corazza che si è costruito addosso e cominciando a riuscirci, verso la fine del capitolo.
Avere a che fare con uno come Symon non è per nulla semplice, ma il serpente non demorde e sta facendo anche un discreto lavoro, considerato l'individuo. Complimenti per un altro interessantissimo capitolo e a presto :) |