Recensioni per
Haiku per un anno
di DolceZeref
Mi piace davvero tanto il passaggio tra il secondo e il terzo verso: la frase pare interrompersi alla parola "viso" ma poi riprendono. Questo dona alle parole una forza molto maggiore con un semplice rientro in linea, slanciando la prospettiva dal singolo, dalla persona, all'infinito. Trovo ben congeniato anche il chiasmo tra la prima e l'ultima riga, intrecciato dal rientro, e l'antitesi "illuminare" - "buio", in pratica è tutto un grande crescendo, in così poche parole. Complimenti! |
Rispetto alla prima composizione, il senso è meno dinamico e più malinconico. Si percepisce lo stesso l'atmosfera di mistero tipica della notte e l'impermanenza dell'attimo, quella singola visione celeste che rischiara il cielo, ma forse non l'animo. Dopotutto le stelle cadenti "cadono" e non possono far nulla; non solo: nella loro grandezza sono silenziose e, alla fin fine, nulla cambia. Una composizione molto carina, ma forse, se posso esprimermi, ho preferito la precedente per il suo dinamismo. |
Come le stelle, anche la composizione cade attraverso gli enjambement. Con questo stratagemma la poesia è quasi in moto e ricorda il vagare ciclico della volta celeste, talvolta accompagnata dalle stelle cadenti. Gira, rigira e rigira ancora, ma è un pianto: nessuna cometa sarà identica all'altra, nessuna si ripeterà, fino a quando non saranno esaurite, poi ne verranno altre, diverse, da un cielo lontano. |
E' il pianto di un cielo lontano. E' vero, le stelle cadenti potrebbero essere interpretata anche in questo modo, con il cielo che ha anch'esso il diritto di esprimere le proprie emozioni, in modo antropomorfico forse, ma comunque simbolico. |
Dove sta la poesia? Nel cielo ovviamente lontano?Meglio le nostre. |