VI POSTO (PARIMERITO) / “Sindrome di Ottobre”, Spettro94 – 53,35/60
Grammatica e stile: 19,85/20 (14,85 + 5)
In tutto il testo ho notato solo una piccola imprecisione che ti riporto di seguito, ma non ci sono stati errori gravi o frasi sgrammaticate, per cui ti faccio i miei complimenti per l’accuratezza in questo parametro!
“Ne studiò i contorni bucherellati, chiazzati di un giallo che andava marcendo; prima che il vento gliela strappasse bruscamente dalle dita.” -> qui andrebbe meglio la virgola, invece del punto e virgola (-0,15)
“sé stesso” -> “se stesso”
Anche il tuo stile è stato veramente fantastico; sia le descrizioni dell’ambiente sia le sensazioni provate dal Negromante appaiono forti e prorompenti, creando delle scene molto nitide e precise, in cui – nonostante i toni sovrannaturali – non si è mai lasciati spaesati o confusi.
I termini e i toni sono altolocati, e li ho trovati adatti alla voce narrante del protagonista, provato dalla sua condizione che dopo svariati anni ha senza dubbio pesato sul suo carattere, alterandolo e rendendolo più austero nel confronto del mondo.
Un tocco di classe è stato inoltre il costante senso di angoscia che hai mantenuto nella storia; andrò più in profondità a riguardo nel parametro dell’uso del pacchetto, ma la tua grande abilità a sfruttare questo prompt al massimo delle sue possibilità ha reso la lettura inquietante e suggestiva, e questo è stato anche grazie al tuo modo di narrare gli eventi e presentare i personaggi, per cui mi sento di assegnarti un punteggio pieno senza troppe remore. Una fic veramente ben scritta in cui ogni singolo particolare svolge il suo ruolo di arricchire l’universo inedito e ambientare il lettore con grazia e, al tempo stesso, con un senso di cautela implicito che è impossibile non percepire distintamente.
Trama e originalità: 9/10
Benché il testo sia legato a una storia molto più ampia e di per sé non sia lunghissimo, ho trovato tutte le dinamiche mostrate assolutamente chiare e comprensibili. La struttura della trama ha aiutato notevolmente in questo, in quanto presenta il protagonista in un momento di riflessione per poi narrare i retroscena che lo hanno portato a quel punto. L’immersione è dunque graduale e man mano che scopriamo le circostanze siamo propensi, allo stesso tempo, sia a soffrire con il protagonista ma anche a distanziarci quando vengono presentate determinate sue azioni.
Da quanto si evince dalle tue note, il Negromante è il villain della saga, eppure qui ha un suo fascino tragico, perché siamo ancora in quel punto della storia in cui, almeno in parte, siamo ancora portati a fare il tifo per lui. E la conclusione finale è tanto sofferta quanto inevitabile, e i toni della situazione si sono mantenuti adeguati, intensi e solenni.
Come ti dicevo anche prima – ma lo ribadisco perché le ho apprezzate davvero moltissimo – le descrizioni del paesaggio autunnali sono state supreme; non ti sei limitato a mostrare i costituenti effettivi – le foglie rosse e gialle, la consistenza del terreno, il vento – ma hai presentato ciascun elemento con diverse analogie e similitudini, per cui il risultato non solo è suggestivo ma anche originale nella forma.
Altro aspetto innovativo è stato vedere il ciclo delle stagioni inteso non come rinascita ma come morte, soprattutto nel periodo trattato, e l’analogia con la Sindrome di Stoccolma applicata però alla costante vittoria della morte sulla vita – resa evidente nel mese di ottobre – è stata inaspettata, ma assolutamente sviscerata a dovere. Così come un prigioniero giustifica le azioni del suo carceriere, anche la vita lotta per trovare un senso in un mondo in cui la morte è destinata a prevalere, mentre il Negromante si ostina a diffondere l’immortalità pur disprezzando in parte la sua condizione.
In tutto ciò c’è stato solo un dettaglio che non ho sono riuscita a comprendere, ovvero le circostanze riguardo la morte della madre del protagonista. Viene detto più volte che è stato lui stesso a sacrificare la donna, eppure viene mostrata mentre viene uccisa da un orso, e da quello che dici tu stesso nelle note – ma anche da quello che si evince dal testo – il Negromante è divenuto tale in seguito a questo evento, proprio nel vano tentativo di sconfiggere la morte e avere l’occasione di poter rivedere Cerva Argentea. Allora perché si parla sempre di rimorso e di sacrificio della madre?
Le dinamiche di questa parte di racconto non mi sono risultate limpide – soprattutto in relazione al resto del testo che invece ho trovato meno ambiguo. Si tratta di una credenza del Negromante – l’essere stato in qualche modo responsabile – oppure il rimpianto che prova è in relazione a qualcos’altro?
A parte questo dettaglio, tuttavia, il percorso che l’uomo fa e le differenze mostrate tra la sua figura presente e quella passata sono consistenti e verosimili, e mi è piaciuto vedere la sfera psicologica analizzata tanto quanto le sue azioni effettive, ha donato più spessore e una sorta di pathos alla vicenda.
Caratterizzazione dei personaggi: 8,5/10
Inizio qui col dirti che la presentazione del protagonista è stata strabiliante; invece che semplicemente dire che si tratta di un Negromante, la bellissima introduzione alla sua figura è fatta dalla Morte stessa, mostrandolo fin da subito come una contraddizione vivente, per sempre condannato a servire entrambe le entità opposte che costituiscono il mondo.
A dir la verità, per quanto riguarda i tre personaggi principali che ci vengono mostrati, mi è sembrato che ci fosse anche spazio a sufficienza per qualche interpretazione personale. Fammi sapere se ho preso una cantonata enorme o se quello che sto dicendo ha una parvenza di senso, ma ho percepito come se il padre rappresentasse la Morte e la madre la Vita, creando effettivamente i “genitori” di un Negromante, bloccato tra i due senza possibilità di svincolarsi dalla sua situazione eterna.
Non so se questo fosse effettivamente voluto, ma l’ho trovata una sorta di allegoria molto ben fatta e adeguata, che ha aggiunto un’ulteriore aria di mistero a una situazione già di per sé complicata e peculiare.
Inoltre, benché si percepisce che ci sia molto di più da dire sul mondo in cui vive e sulle persone che è propenso a incontrare, per non parlare del suo “lavoro” di Negromante, anche con questa breve introduzione al suo personaggio è chiaro che si tratta di una figura imponente e potente. Il suo animo è dilaniato dal rimpianto e da un desiderio che, nel profondo, sa di non poter raggiungere, ma che ugualmente si batte per realizzare. Nel complesso, quindi, è una figura intrigante e unica nel suo genere, nonché dalle più svariate sfaccettature che sono certa hai avuto modo di ampliare nelle altre storie a riguardo.
Quello che invece mi sarebbe piaciuto vedere in maniera un po’ più sostanziale sono i genitori, e in particolar modo il rapporto che il Negromante ha con i due prima che muoiano, magari anche per evidenziare la differenza tra passato e presente. Capisco che non siano il reale fulcro del discorso, ma la loro presenza appena accennata ha inevitabilmente scaturito molte domande, a partire anche dal banale quesito del perché abbiano dei nomi di animale. Si tratta perlopiù di elementi di contorno, me ne rendo conto, ma qualche dettaglio in più avrebbe senz’altro arricchito la narrazione rendendola inespugnabile e completa.
Anche così, comunque, hai svolto un ottimo lavoro nel delineare in relativamente poche parole una personalità protagonista tanto prorompente, e che personalmente ricorderò per molto tempo, proprio per i tratti decisivi e i pensieri originalissimi che hai presentato. E sarò sicuramente felice di recuperare l’intera serie di racconti per scoprire più nel dettaglio come questo personaggio si relaziona agli altri e il ruolo certamente fondamentale che ricopre nell’opera principale.
Utilizzo del pacchetto: 6,5/8 (1,5 + 5)
Il tuo pacchetto conteneva il sentimento “angoscia” e posso dirti con estrema facilità che hai centrato in pieno questo tema. Non soltanto il protagonista ma persino il lettore – o, perlomeno, io – provano questa sensazione di irrequietezza dall’inizio alla fine, sia per via dell’atmosfera che per lo stesso protagonista, che di certo non è un simbolo di gioia e prosperità, ma è in grado di portare disperazione e paura ovunque vada.
Sia gli avvicendamenti attuali sia i brevi flashback narrati hanno un elemento di suspense e disagio, come se qualcosa di brutto stesse per accadere da un momento all’altro. Mi è capito raramente di rimanere così colpita dal clima di una fanfiction, ma qui è parte integrante della storia in maniera sostanziale, e a buon ragione: è il tocco finale di un racconto assai coinvolgente.
Il prompt era invece “rimpianto”, e purtroppo l’ho percepito un po’ meno, proprio perché come ti dicevo non sono riuscita ad afferrare appieno le dinamiche di base riguardanti il protagonista e la madre. Il senso del rimpianto è presente, viene nominato dal Negromante stesso, ma non sono riuscita ad afferrare quale effettivamente sia questo rimpianto.
Mi dispiace non poter essere più esaustiva di così, e anzi aspetto la tua risposta per chiarirmi questo unico dubbio che la storia mi ha lasciata, chiedendoti scusa in anticipo per non aver afferrato quello che intendevi comunicare.
Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2
Elemento utilizzati: genere sovrannaturale, genere introspettivo.
Gradimento personale: 7,5/10
Questa storia è stata una bella introduzione al mondo fittizio che hai creato, in quanto presenta uno dei suoi protagonisti in maniera eccellente. In generale il tipo di personaggio come il Negromante è uno dei miei preferiti, quei cattivi che hanno alle spalle un vissuto tragico che, seppur non giustifica le loro azioni, aiuta senz’altro a comprenderle e a mostrare la situazione dal loro punto di vista.
Quasi non vorrei sapere la fine cupa che sono quasi certa che avrà, ma sono intenzionata assolutamente a rincontrare questa interessantissima personalità in futuro e a leggere i suoi commentari oscuri e a tratti vendicativi che vediamo qui accennati.
Un protagonista degno del suo nome, insomma; complimenti per averlo creato in modo così distintivo per questo contest!
Totale: 53,35/60 |