Recensioni per
Solo le briciole.
di ValeS96

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/11/20, ore 08:49

Ciao, ci ho messo qualche giorno prima di decidermi a lasciarti una recensione, ma alla fine eccomi qua. Devo confessare che ho avuto qualche problema all'inizio a decripitare la tua drabble, ma più per distrazione mia che per mancanze tue. Stamattina, infatti, aprendola tutto mi è stato più chiaro e non è stato affatto difficile comprendere quello che è il significato di fondo.

La tua precisazione nelle note aiuta a capire quello che è il contesto in manirea più sicura, ma anche se non l'avessi detto sarebbe stato chiaro che ciò che attanaglia Sherlock, quello che lo fa soffrire è legato al rapporto tra John e Mary. Che si parli anche di lei è evidente in una frase, sul finale, quel passaggio risolve ogni dubbio su quale sia il problema di Sherlock. Che poi più che problema, è un cuore spezzato ciò che lo fa soffrire, il proprio naturalmente. Sherlock descrive con molta accuratezza ciò che gli è accaduto da quando è tornato e John si è prima fidanzato e poi sposato con Mary. Toccare le nuvole e le fogne nel giro di pochissimo tempo. Ovvero essere tanto felice e immensamente triste nell'arco quasi di pochi istanti mostra quello che è l'amore contraddittorio di questo personaggio che è, io credo, anzitutto una persona molto generosa. Ché ché se ne dica, Sherlock lo è. Lo è stato soprattutto nell'amore che ha dato a John, non ha mai preteso niente in cambio e non ha voluto mettersi troppo al centro dell'attenzione (non più del suo solito e comunque non in maniera così tanto invasiva). Certo, ci sono momenti in cui sembra che quello sia un matrimonio a tre, e che Sherlock faccia da seconda moglie a John e da seconda moglie a Mary, ma diciamo che non è mai troppo invasivo. E questo è segno di quanto sia generoso, lo è anche lo Sherlock della tua drabble. Potrebbe pretendere, ma si fa da parte. Nasconde il proprio dolore, elemosinando sguardi e attenzioni da un John che non vede e non capisce, che non ha idea della profonda sofferenza che Sherlock sta provando.

L'immagine che più mi ha colpita è la metafora del cielo e della fogna, molto d'effetto e anche molto verosimile. Io credo che Sherlock abbia vissuto un momento di profonda crisi e sofferenza prima e dopo il matrimonio di John, il fatto che sia finito in un covo di drogati ne è più o meno la dimostrazione secondo me. E tu hai fermato nel tempo questi suoi sentimenti, mettendoli in sole cento parole. Come al solito questa forma espressiva ti riesce particolarmente bene, sono contenta anche che tu sia tornata da queste parti.
Alla prossima, spero presto.
Koa

Nuovo recensore
12/11/20, ore 18:53

Ehi!

Che dire, sono "solo" 100 parole ma di queste si potrebbe parlare moltissimo.
Prima di tutto, complimenti per lo stile, sembra davvero tu abbia confezionato una piccola poesia in cui ogni parola è perfetta sia di per sé che collegata alle altre.
Nell'insieme io ci vedo un sentimento un po' dolce-amaro, polivalente.
Ci vedo uno Sherlock che può amare John solo da lontano, che si deve accontentare delle "briciole", che deve continuamente confrontarsi con una realtà diversa dalle sue aspettative. Eppure anche quel poco che riesce a ottenere sembra immenso, perché illuminato e impreziosito dalla purezza della sua devozione.
Sherlock è disposto a umiliarsi e a soffrire pur di tenere vicino l'oggetto dei suoi desideri, per vedere anche solo riflesso quell'amore che lo rende così fragile, senza sapere se mai potrà colmare il vuoto fra fatti e illusioni.
Non è facile esprimere tutto questo (e molto altro) in così poche righe e tu lo hai fatto egregiamente.

Spero di leggere ancora altro da parte tua.
A presto!
-A.

Recensore Master
11/11/20, ore 19:18

Con questa OS mi fai rientrare nel clima della S3, Stagione BBC che non amo particolarmente perché rappresenta malinconicamente la fine di un’era, ma apprezzo molto quando, qualcuno di voi Autori, se ne occupa.Ti dirò: preferisco quel cataclisma della S4 all’atmosfera quasi surreale e grottesca della terza Stagione.
Quindi leggo, quasi con sofferenza, il tuo pezzo che rispecchia realisticamente lo stato d’animo di Sh di fronte alla, per lui, tragica realtà di Mary e del matrimonio di John.
Il titolo che hai scelto è efficacemente espressivo della situazione che ruota intorno al 221b, dopo il ritorno di Sh dal forzato esilio del post Reichenbach . Vuoto, solitudine, disperata ricerca di non disperdere quelle “briciole” di affetto e d’interesse che mantengono in vita l’animo di Sh. Questa è l’essenza, secondo me, della tua OS. Un bel pezzo, sinceramente, che non ha bisogno di tanto “scritto” per riportare un’atmosfera quasi surreale di delusione, rimpianto e disperazione. Noto che non manca l’accenno alla figura di Mary, personaggio che mi ha sempre trasmesso un senso di soffocamento ma che, purtroppo, è entrata a far parte dell’equilibrio, o caos che dir si voglia, di Baker Street.
“...deluse...lentamente...frustrato...fogne...”: nella scelta dei vocaboli che hai fatto, già si nota il clima deprimente e senza speranza in cui Sh si trova a vivere al 221b privato di un elemento fondamentale, solare, che è la solarità di John. Mary, qui, è solo una “lei”, sussurrata quasi in fretta ma, per il cuore di Sh è assordante, invasiva. Il contrasto che lui vive è che quella donna, pur avendogli portato via John, non gli dispiace. Infatti ne coglie l’intelligenza, il mistero, l’inquietante personalità. E, con questi presupposti, Sh va a nozze, in termini molto semplicistici. La frase che preferisco è quella in cui, quella “briciola” che cade dal “tavolo della vita” di Watson, diventa il centro dell’universo di Sh. Può essere uno sguardo, un sorriso, una frase...Momenti in cui Sh può illudersi di vivere. Pochissime parole, le tue, ma davvero coinvolgenti anche perché esprimono, in modo quasi poetico, cioè con un linguaggio universale non legato alla singola situazione, il dramma che travolge il consulting: dal primo momento in cui lui ha conosciuto Watson, il suo cuore ha ripreso vita, energia. Io credo che il consulting possa sicuramente aver avuto attrazione per altre persone, nella sua “vita precedente”, infatti non sono una fan dello Sh ingenuo ed “illibato”, ma il sentimento per quel malinconico soldato, deluso e ferito, è stato per lui fulminante, da quel loro primo incontro al Barts in poi. John è diventato il centro di tutto, la sua luce. Poi, il drammatico “volo” che ha caratterizzato il Reichenbach, ha iniziato una nuova era, più sofferta, più dolorosa ed intensa perchè i sentimenti si sono affacciati prepotentemente alla coscienza. Pur conservando la sua formidabile intelligenza, Sh ha dovuto prestare ascolto anche alla voce del cuore. Quindi, per esempio, a John piace Mary, dunque quella donna, pur nella sua ambiguità, piace anche a Sh che la vede quasi un tramite tra lui e Watson.
Il POV che hai scelto é quello di Holmes e questa strategia narrativa ci permette di percepire ancora di più la sua disperazione anche perché abbiamo ben presente il John della terza e della quarta Stagione che non è più quello solare delle prime due. Quindi cogliamo che il richiamo, la richiesta di affetto e di attenzioni che Sh gli rivolge, muto, nel profondo del suo animo, non troverà un abbraccio mediato riscontro. In effetti, Watson è dominato dalla rabbia e dal rancore per essere stato escluso dal piano ideato per far “morire” Sh, in modo da annientare la rete criminale di Moriarty.
Dunque la tua breve OS, secondo me, in realtà è densa di significati e di riscontri IC perché i riferimenti, al carattere dei personaggi ed ai fatti, ci sono. La scelta, poi, di far “parlare” Sh é molto impegnativa perchè dai voce ai pensieri di una figura estremamente complessa ma il risultato è sicuramente positivo. In chi legge, parlo comunque per me, hai saputo suscitare varie emozioni e sentimenti: pena, malinconia, tenerezza...
Direi che considerando, appunto, l’esiguità dello spazio a tua disposizione, hai completato un lavoro molto soddisfacente, originale, nonostante l’argomento non sia nuovo nel grande mare del fandom. Brava.

Recensore Master
11/11/20, ore 18:21

Ciao!
Devo dire che questa drabble è davvero, davvero particolare: sembra più una poesia, uno struggimento interiore in prosa. Non che la cosa mi dispiaccia, anzi. L'ho trovata una lettura "fresca", qualcosa che in genere non trovo: una drabble, spesso, rappresenta un momento. Tu hai rappresentato un pensiero, uno stato d'animo.
La delusione, appunto.
E credo che tu l'abbia fatto molto bene: la delusione... Un'aspettativa tradita. Briciole. E briciole che diventano il nostro tutto.
E credo che come linea di pensiero ci stia benissimo dopo il matrimonio di John.

Inoltre, la drabble è scritta bene. Grammatica impeccabile. Come ti dicevo, molto introspettiva, molto profonda. Una drabble piacevole da leggere.