Recensioni per
Lacrymosa
di Gotick_92

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
01/10/09, ore 21:24
Cap. 1:

Mi sono ripromessa tantissime volte di commentare questa storia ed altrettante volte ho desistito, vedendo la lunghezza dei commenti di chi l'ha fatto prima di mema stasera, in uno slancio di non so che cosa, ci provo.
Non so cosa dire, sinceramente. Potrei iniziare dalla musicalità, il ritmo, versi, strofe, ma io non sono brava con queste cose. E poi commento a caldo, in un momento tremendo... Davvero, non so cosa dire, ma voglio provare a dire qualcosa.
Non è tanto quello che dici, ma come lo dici (e questa sembra presa direttamente da Luka, spero me la conceda). Il soggetto è qualcosa di già sentito tante volte, ma il modo in cui l'hai scritto. Non lo so, mi ha colpita molto. E' uno spiraglio di te che non avevo mai guardato fino in fondo e che mi ritrovo ad assaporare tutto d'un fiato. E non so cosa dire, come ho già detto, e com'è mio solito.
Una delicatezza nei modi, una devozione verso quella Bellezza da lasciarmi estasiata, seriamente. Poi l'immagine, questo bianco in mezzo al rosso sangue, il nero lasciato indietro...non so.
Fa schifo questa recensione, avrei fatto meglio a non farla, ma spero si capisca che questa poesia mi è piaciuta.
Complimenti. A presto.

Recensore Master
23/08/09, ore 14:09
Cap. 1:

Ho messo la canzone di sottofondo, com'era d'obbligo fare, e l'ho ascoltata una prima volta, ri-ascoltata, senza il testo davanti. La ricordavo perfettamente: così tormentata, così profonda, così arcana, così nera da richiamare alla mente qualcosa di diabolico, di carnale, di perfettamente peccaminoso. E' bastata la canzone per darmi un piccolo ma preciso indizio di ciò che stavo per andare a leggere: qualcosa che, nonostante le alte aspettative, non mi ha deluso, non completamente almeno, anche se ci sono alcuni punti che mi preme capire meglio, forse perchè io non ho saputo coglierli in pieno. Incomincio con uno dei concetti che maggiormente mi ha catturato, e credo che tu ormai avendomi conosciuto un pò sia in grado di capire il perchè: "Sulle pareti scure si stagliavano ombre malate di purezza, che il mio arrivo uccide e stronca, impietrite dalla presenza della tua sublime Bellezza"; dunque, cerco di ragionarci su un attimo. Il punto è che questa frase mi sembra deliziosa, estremamente deliziosa: la purezza, considerata quasi al pari di una malattia, viene spazzata via dall'arrivo del narratore che, quindi, si presume abbia poco a che fare con la purezza e la castità, che si tratti di qualcosa di mentale o di effettivamente carnale poco importa. Inoltre, apoteosi, la bellezza stessa dell'"oggetto" concupito, definita sublime, fa impietrire queste ombre pure, quasi come se la bellezza di cui tu parli sia qualcosa di nero, di marcio, di dannato, qualcosa che la purezza e i puri non posso sopportare. Il concetto di bellezza che qui sembra trasparire, a mio parere, è quello di una bellezza dark, quasi gotica, lontanissima dalla bellezza candida e smielata che si ricerca oggi, quindi, il mio plauso al riguardo. Immediatamente dopo, però, ecco che il dubbio sorge in me spontaneo leggendo: "In te racchiudi Luce meravigliosa, virtù perfetta, finora ignorata da me, annegato e sopito nel male".....ma come, mi sono chiesto, com'è possibile che il narratore, così nero, così dannato, di cui persino le ombre pure hanno timore, ammirare una Luce, trovarla meravigliosa, addirittura attarcisi per cercare di sfuggire da quel male dove ha vissuto fino a quel momento? Improvvisamente cambia vita? E' un diavolo che ha cambiato vita incontrando un angelo sul suo cammino? Se così fosse, lo trovo banale e scontato. E ancora....cosa per me ancora più debilitante, la bellezza che menzionava alla strofa che ho riportato prima, quella bellezza dannata capace di impietrire le ombre pure, non è altro che in realtà la solita Luce del bene? Non so se sono riuscito a spiegarmi bene, temo di no, ma provando a fare un sunto, trovo che in queste due strofe ci siano delle incoerenze di fondo, che, a meno che non siano frutto di una mia lettura sbagliata, fanno crollare il clima quasi satanico (meraviglioso) che si crea in un primo momento a favore della solita storiella del ragazzo angelico, bello, buono, che incontra quello diabolico, insicuro, maligno e lo converte alla "Luce meravigliosa" tirandolo fuori dal male. Storiella che trovo riprovevole. Avanzando nel testo (che, come ti sarai reso conto, ho analizzato in modo differente stavolta, trovandoci devo dire un certo gusto) trovo altre frasi degne di nota, particolarmente toccanti, come ad esempio "Vano letto" che ottimamente dipinge il fatto che il narratore sia quasi seccato dal fatto che in quel letto, con l'oggetto da lui desiderato, non ci sia stato altro che qualche sguardo appena appagante. Ancora, tristissima ma affascinante "Io non posso far altro che guardarti partire" che ben descrive l'impossibilità della storia tra i due, ed infine, la meravigliosa "Per voi sono una stonatura", definizione che trovo adatta a tutti Noi: stonature, note sbagliate, voci fuori da un coro che ci guarda male. Volendo tirare le somme, la poesia non ha ancora una valutazione precisa nella mia testa: se l'incoerenza che ho sottolineato prima fosse vera, allora ai miei occhi perderebbe veramente molto; se fosse solo frutto di una mia lettura sbagliata, allora trovo che sia qualcosa di importante, un bel ritorno, una buona conferma, una vena che continua a pulsare ritmicamente.

Recensore Veterano
22/08/09, ore 22:31
Cap. 1:

Premesso che, non avendo tradotto la parte in Latino ― non ne ho avuto la forza, comprendimi ― ho associato il titolo alla canzone degli Evanescence, e ti comunico a puro titolo informativo che credo che come colonna sonora si sposi perfettamente con l'atmosfera evocata dallo scritto. Se ti interessa, così, per curiosità.
Ciò detto, passo a parlare, appunto, dello scritto.
Di analogo con altri tuoi scritti ― naturalmente, il paragone più determinante è "Ombre" ― c'è il personaggio: ricorrente, sempre lo stesso, per quanto tu lo vesta di sfumature differenti di scritto in scritto. E' un personaggio che tu crei e sviluppi (forse inconsapevolmente) come un oggetto destinato alla contemplazione vera e propria, e in questo si notano la tua ricercata attinenza all'eros platonico, e la tua invece spontanea e naturale tendenza all'estetismo.
In questa "Lacrymosa" ciò è più che mai evidente, perché per metà dello scritto descrivi una scena molto evocativa nella quale prevalgono i colori rosso e nero, che devono far risaltare l'oggetto, la Bellezza, lui, insomma. E questo lui, emblema di Bellezza, è inevitabilmente da contemplare: la sua descrizione si rifa alla contemplazione del narratore, e naturalmente l'estetismo che ti caratterizza come autore spicca in ogni dettaglio, la figura aggraziata, gli occhi verde smeraldo, le labbra sottili, la perfezione del corpo.
Questo è ciò che vedo oggettivamente; soggettivamente, non mi piace il modo in cui questa contemplazione, questo amore per la Bellezza risalta. Non solo è insistente ― e mi ricorda parecchio la saga della Meyer, dove la protagonista ci fa una testa così ogni tre capitoli sulla bellezza abbagliante del suo amato vampiro ― ma trovo che spezzi molto la musicalità del testo, con considerazioni che dopotutto sono molto terra terra, assolutamente non poetiche. Ma questo è un parere soggettivo.

La seconda parte, invece, mi piace molto, anche se è la parte meno "sperimentale", cioè quella che meno si discosta dal tuo stile e dai tuoi temi ricorrenti. Mi piace, perché trovo in ogni verso la corrispondenza a un concetto ben preciso a cui volevi far riferimento, e in ogni verso apprezzo come tu abbia reso questa corrispondenza. Naturalmente, come si era detto tra noi, è vero che i critici spesso mettono in bocca ai poeti più cose di quante ne intendessero loro stessi, per cui potrei citarti cento riferimenti di cui magari solo la metà erano intenzionali. Ma in questo caso specifico tendo a pensare che, quand'anche alcuni riferimenti che ho individuato non fossero voluti ma spontanei, siano comunque attinenti al tema e lo rimarchino.
L'onirico mondo del Bello ha termine precoce quando la notte lascia il posto al pallido Sole è un sipario di velluto rosso bruscamente calato, che dice al lettore che quanto ha letto fin'ora non era che una scena rappresentata sul palcoscenico del sogno, e che la realtà è differente. Per esempio, in questo caso potrei notare l'antitesi: il narratore può sfiorare la Bellezza soltanto di notte, perché il sole (la Luce) la distrugge... Ma non so se fosse intenzionale!

Basta, sto divagando più del solito. Vorrei citare una ventina di versi per commentarli, ma non posso fare una recensione chilometrica. Cercherò di riassumere tutta l'analisi saccentella e puntigliosa che vorrei fare dicendoti che alcuni versi sono molto ben stesi, musicali, scorrevoli e fluidi, mentre in altri inciampi, e risultano dozzinali, scolastici.
perfezione che m'insegue senza esserci davvero sa molto di "La bellezza è negli occhi di chi guarda", ma a parte l'espressione che non mi piace la trovo molto veritiera e realistica, nel contesto. Per esempio, il seguente irretisce i miei sensi col suo brivido efferato e l'illusione cade come quel sipario nero è bellissima. Mi piace tanto anche la strofa Letto in cui tutto è possibile [...] da questa, profanato.
E, soprattutto, ho trovato commovente nel contenuto e bella la metafora della penultima strofa, nel quale il narratore addita la Natura come nemica che porta via l'oggetto del suo amore, e dici beata colei che sola può prendere e proibire con un'ironia amara eppure tenera che mi piace tantissimo. Quanto a per voi sono una stonatura nella Vostra melodia.... che posso dirti? Lo so.

Se mi concedi una piccola parentesi sull'esposizione grafica, ti dirò che mi comunica un senso di equilibrio precario, di tendenza a inciampare nello stesso ostacolo per poi riprendersi e ricominciare da capo.
E se proprio voglio toccare tutti i punti su cui ho riflettuto dopo la terza rilettura dello scritto, te lo commento anche come lavoro in versi: credo che la poesia o non siano il tuo campo o abbiano bisogno di un po' di lavoro, perché malgrado le rime siano ben costruite e calzanti ― e in questo il tuo lessico ampio ti aiuta non poco ― i versi non sono unitari tra loro. Ce ne sono alcuni in cui ci sono tante parole e zero concetti e altri in cui ci sono tre o quattro concetti di fila, alcuni lunghi e altri meno, alcune strofe indipendenti e altre che fanno solo da cerniera mal mascherata tra una sequenza e l'altra... Con l'eccezione, appunto, delle ultime strofe, che come ti ho detto ho apprezzato grandemente.
Non sto dicendo di lasciar stare il campo poesia, solo che mi sembra in alcuni punti che tu abbia cercato di incastrare lo stile che adotti nella prosa nei versi, e il risultato non mi fa impazzire ― parlando sempre solo della prima parte.

A me sembra che il bilancio, alla fine, sia positivo; mi hai chiesto di essere critica e sono andata a cercare il pelo nell'uovo! Sai che provo una sadica soddisfazione a fare la prof :D
Concludo con una virtuale, calda stretta di mano ― di quelle non formali, ma empatiche e sentite ― per l'ultima strofa, e per quel troppo umano che mi ronza in fondo alla gola. Una stretta al di fuori dalla recensione in sé, la stretta di chi sa perfettamente che cosa intendi e l'ha provato sulla propria pelle. La stretta di chi, ancora una volta, vuole ringraziarti per avere così bene e appropriatamente espresso un dolore comune.