Povera stella, questa volta lo hai inguaiato proprio bene; si vede che è il tuo preferito.
Ancora non sappiamo quale sia la causa scatenante, o meglio, quale sua in particolare, ma basta addentrarsi nell’intrici di pensieri per capire che in realtà è un gruppo di eventi e situazioni che ganno portato Keiji a questo crollo: un padre assente, interessato solo a sé stesso, una madre che ha faticato non poco ad accettare l’omosessualità del figlio - il padre a quanto pare neanche ci ha provato -, un senso di inadeguatezza nonostante i continui buoni risultati, un lavoro estenuante e da ultimo la forzata assenza in momenti critici da parte della persona a lui più cara. Assenza che però è solo fisica; lo dimostra quel vocale un po’ sconclusionato ma caldo di un calore umano fortissimo che regala a Keiji un momento di pace e un sorriso che scalda il cuore.
Purtroppo i pensieri che si accavallano e attorcigliano sono troppi e la sensazione quindi è troppo sfuggente per avere presa salda sull’umore e sull’animo di Akaashi.
È interessante che sul famoso quadernetto ci finisca uno schizzo con due gufetti (la nostalgia per i giorni da pallavolista è un altro peso sull’animo di Keiji).
Trovo assolutamente azzeccato che un personaggio totalmente estraneo quale è questo padre, interessato solo al suo lavoro e a nient’altro, non abbia un nome, proprio perché è totalmente altro rispetto a suo figlio. |