Cara Cin…sai quanto mi sia difficile scrivere su questa storia. Infatti ci ho messo un po’. L’ho prima letta tutta d’un fiato e poi ho spento il pc. Dovevo pensare ad altro. Obbligarmi a pensare ad altro. L’ho lasciata decantare. E poi l’ho ripresa e letta ancora, con più calma. In seconda battuta…a “pezzi”, decidendo su quali stralci soffermarmi. Già… i pezzi del cuore di Sam, un Sam a brandelli che esprimi così bene quando lo descrivi in quello strazio dirompente che non potrei immaginare diverso…quel Sam spezzato in mille frammenti che muore il giorno in cui muore Dean e che, a fatica, cerca di rimettere insieme ciò che resta. La delicatezza con cui “dai voce” al “non visto” è una sensibilità tua, ti appartiene, è un talento che ti ho riconosciuto più volte e mai mi deludi. Sam che ricompone il corpo di Dean, che lo adagia sull’Impala, passando per la costruzione della pira funebre e fino a quell’accendino che fa divampare il fuoco, l’ultimo atto d’amore per il fratello che non dimenticherà mai…tutto s’incastra a perfezione, in un rito silenzioso che percepisci però disperato,urlato.
Il cerchio si chiude, hai ragione e forse ora capisco meglio a cosa ti riferissi nel nostro scambio di riflessioni sul finale…vero. Dean è stanco. Dean vuole una morte da cacciatore. Dean lascia Sam in un mondo che fa meno paura, dove pare meno necessaria la sua presenza. Saprà cavarsela...Sammy. Spengo con Sam le luci del bunker e resto al buio. Come lui. Sei tu che dai senso a quel buio, con il garbo preciso, essenziale, necessario per raccontare ciò che prova… perché è questo, è esattamente questo. Niente di più. Niente di meno. Quando qualcuno ti lascia per sempre ti resta quella stanza disordinata che non verrà più "abitata2. Ti rimangono le litigate, le porte sbattute ma anche le risate, la leggerezza di scherzi fatti per godersi briciole di normalità. Il momento più insignificante, come qualche battuta nata dall’ingenuità di un Castiel amico fraterno e di un Jack figlio adottivo, diventa un ricordo prezioso che sarà utile quando mancherà il respiro. Perché sarà difficile…non “annegare”. Sam chiude le porte del bunker e si mette al posto di guida. Solo. Ora tocca a lui scegliere l’itinerario. Non è più al posto del passeggero che tante volte ha occupato. Guiderà lui. Per sempre. Come gli ha insegnato Dean, amerà quell’auto con la stessa passione e cura. E’ tutto perfetto. Tragicamente perfetto. Rivedo il finale e aggiungo i particolari della tua storia e mi convinco che doveva essere così. Poi però non riesco a partire con Baby e mi fermo. La parte razionale di me si dice che ogni tassello va al suo posto. Posso scegliere di viaggiare con entrambi, anche se separati. Con Dean in Paradiso che si gode il suo meritato riposo. Con Sam verso una nuova vita che vivrà cercando di tenere insieme i pezzi, fin quando, finalmente, il suo cuore sarà di nuovo intero. Però sai già che non è la mia scelta. E’ difficile scrivere i finali ma è ancor più difficile farli propri.
Grazie Cin che mi regalato un’altra bella pagina di emozioni sincere, grazie per il luccichio negli occhi e per avermi dato la possibilità di… chiudere il cerchio. Al momento però, il mio rimane socchiuso, forse perché non sono ancora pronta...o perchè sono un’inguaribile combattente…ormai mi conosci…devo esserlo.
E’ vero…il cacciatore volta pagina, ottiene la morte che ha sempre desiderato e Sam la vita che ha sempre sognato. In attesa della felicità piena, completa, l’uno accanto all’altro. Di nuovo. E quell’ultima inquadratura l’ho amata. E’ davvero grandiosa. La vera “rinascita”, per entrambi.
Ma poi una parte di me pensa che ogni giorno possiamo rinascere, ogni giorno possiamo rimetterci in gioco e non perché c’è un fratello da proteggere o un’Apocalisse da sventare… per noi stessi. Perché ognuno di noi ha valore proprio. Ci meritiamo di lottare per una “pace” fatta di delusioni, di sofferenza, impegno ma anche di fiducia, gioia e stima. La vera sfida è andare verso il Bene, decidendo di essere liberi, leali, generosi. Dean e Sam sono riusciti a cambiare, a rendere “meravigliosamente umano” un Angelo del Signore semplicemente con il loro esempio. Questo mi resta dei Winchester. E allora scelgo di viaggiare con entrambi, non in due dimensioni parallele ma, per un tratto di strada, ancora insieme… “Verso l’infinito e oltre” (citando Buzz di Toy Story!), perché del Paradiso non abbiamo certezza ma il senso di famiglia, gli ideali di partecipazione, coraggio, amore verso l’altro, possono rendere la Terra un posto migliore. Dai sedili posteriori dell’Impala, tra una pioggia incessante e un sole che abbaglia, fra un tramonto di fuoco e un' alba che commuove, tra il nero dell’Inferno e il grigio del Purgatorio, ammiro il paesaggio e scorgo piccole, possibili oasi di Paradiso. In Terra.
Ciao amica mia, alla prossima! |