Recensioni per
Ai piedi della grande quercia
di fennec

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/06/21, ore 22:29

Ciao Fennec,questa breve storia mi ha ispirato qualche considerazione e domanda perciò ho deciso di scriverti un paio di cose anche qui:))
Dunque .....André ha 9 anni, Oscar ne ha 8. André parla con Oscar al maschile però lei sa di essere femmina.
Ho letto la frase " mi sono affezionata ". È un lapsus oppure è voluto??secondo me forse a otto anni lei era ancora convinta di essere un bambino. Che ne dici?
Secondo punto, parli di Christine l' amica di André:nel manga della Ikeda, già ne ho sentito parlare, ma credo faccia parte dei volumi extra perché almeno nel vecchio fumetto che avevo io, non è stata mai menzionata questa figura femminile, forse il primo amore di André. Fammi sapere.
In ultima analisi parlo della storia, che narra un momento delicato e dolce ,giochi di bambini felici e affiatati. Oscar e André.
Nulla conoscono del mondo né il desiderio e la passione travolgente
Non sanno niente dell'amore eppure si vogliono reciprocamente bene con quella spontaneità e leggerezza che da adulti sarà impossibile ritrovare. Troppi gli ostacoli, gli impedimenti a loro sfavore.
Bello sarebbe pensare a quei bambini felici,Oscar e André il cui destino non sia ancora stato scritto, ma tutto da costruire....
Un caro saluto
(Recensione modificata il 17/06/2021 - 10:34 pm)

Recensore Master
21/12/20, ore 11:31

Ciao fennec. Amo leggere scritti riguardanti l'infanzia di Oscar e di André, proprio perché meno trattati. Nel descrivere la grande quercia e l'arrampicarsi su di essa mi è venuto in mente un albero fondamentale in un'altra opera, quella di Candy Candy. Mi è piaciuto quanto scritto riguardo il coltellino e la trottola. Tutto fino a quelle frasi finali, dove vengono fatte considerazioni sull'amore di Oscar e di André, facendo riflettere. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 21/12/2020 - 11:32 am)

Recensore Master
13/12/20, ore 15:54

Raccontare di loro bambini è sempre un'incognita, anche perché nulla o quasi ci narra l'anime. Invece tu,con questo racconto leggero eppur profondo, pieno di aspettative, come la primavera che tiene in grembo l'estate, li hai descritti con delicatezza lasciando presagire i futuri sentimenti che li uniranno senza invadere la loro infanzia. Ben piazzata anche l'ultima frase, quella che Oscar dice ad André prima del duello con Saint Germain. Quante cose ha visto quella quercia...complimenti.

Recensore Master
12/12/20, ore 17:22

Hai descritto un momento dolcissimo che arricchisce la storia originale: grazie!

Recensore Master
12/12/20, ore 16:03

Cara Fennec, è un vero piacere ritrovarti, con questo gioiellino che hai confezionato per noi. Un racconto delicato ed elegante che ci fa assaporare un po’ di quella che deve essere stata la loro infanzia, quando vivevano felici e molto prima che il dolore pervadesse i loro animi e portasse alle conseguenze che conosciamo. Troppo poco lo spazio dedicato alla loro adolescenza che, se fosse narrato, ci potrebbe dare la misura di come l’amore tra loro ci fosse sempre stato, fosse praticamente cresciuto insieme a loro, fino a trasformarsi in un sentimento tale da essere poi finalmente condiviso, seppur per pochissimo tempo. Quella grande quercia di casa Jarjayes avrebbe molte storie da poter raccontare. Potremmo vedere il cambiamento subito dal piccolo André, entrato a far parte di una famiglia così tanto diversa da quella che aveva perduto e della quale sentiva la mancanza. Mancanza che in parte era stata colmata dalla vicinanza di Oscar, lo strano ragazzino al quale era stato affiancato. Mostrarci la loro infanzia sarebbe come entrare nei meandri della loro mente e comprendere le dinamiche che si sono susseguite. Qui tu ci dai un piccolo assaggio, con André che quando è vicino ad Oscar e condivide con lei ogni momento della sua giornata, prova un sentimento che lo fa stare bene, ancora non sa dargli un nome, ma sente che lo completa in qualche modo. E poi la condivisione di ciò che facevano che hanno sempre avuto, arricchirebbe la narrazione della loro vita. L’episodio della sepoltura del loro piccolo grande tesoro è qualcosa che li legherà per sempre, riportandoli con la memoria a quel momento e a quel luogo che li ha visti crescere, dove la quercia assume quasi le connotazioni di un genitore che li ha riparati e che li ha visti crescere e cambiare maturando delle consapevolezze. E’ stato un vero regalo questo tuo racconto. Spero ci farai dono di altri momenti così intensi nella loro pura semplicità. Colgo l’occasione per porgerti auguri di buone feste prossime. A presto!

Recensore Master
12/12/20, ore 03:15

Cara Fennec,
Che piacere ritrovare te e la tua bella vena narrativa!
Sei tornata con un racconto veramente tenero e puro. L' incantevole trasparenza della loro fanciullezza!
Insieme a quel "tesoro" di cui tutti noi ben sappiamo e la cui esperienza, sicuramente, quasi tutte le infanzie hanno potuto godere. Una trottola e un coltellino dal manico rosso... Ma non così nel doppiaggio giapponese con sottotitoli in inglese. Lì gli oggetti enumerati, da una Oscar improvvisamente non più smemorata, erano tre e la loro menzione era la motivazione dell' immenso stupore stampato sul viso di Andrè, che nel doppiaggio italiano è completamente privo di senso. In questo momento non riesco proprio a ricordarmi di cosa si trattasse fra un orsacchiotto di pezza, un pupazzo qualsiasi o una bambola... Ricordo soltanto che proprio la menzione del terzo oggetto determinava l' importanza dell' ammissione fatta da Oscar, sia l' immensa sorpresa sbocciata sul volto di Andrè.
Sono sempre belle le storie ambientate nella loro infanzia e sempre troppo rare.
Se poi, addirittura, a narrarcene una è una deliziosa "penna" come la tua...
Un affettuoso saluto