Recensioni per
Il boia di Parigi
di sacrogral

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
31/05/21, ore 08:52

Meraviglioso racconto; grazie per queste pagine che mi hanno emozionato, e in cui ho ritrovato anche molto del mio immaginario, oltre alla memoria del bellissimo n.1 delle "Storie" Bonelli, che mi aveva molto impressionato, temporibus illis.
Grazie da una lettrice ammirata!

Recensore Veterano
15/02/21, ore 11:04

Allora, un uomo solo, la cui solitudine è figlia del timore che incute. Rispettato perché temuto, disprezzato perché temuto. Ha una sola compagna che non teme di essere al suo fianco, la Signora che pretende da lui molto. È un uomo solo il boia di Parigi, nessuno vuol fargli compagnia neanche in quella tetra taverna.
La Disperazione è un luogo dove si cerca di dimenticare se stessi, dove la morte festeggia allegra in un dipinto, beffandosi delle umane miserie. E una sera, a La Disperazione, il boia viene colpito dalla vita, dalla luce che emanano due ragazzi.
Lui le parla di cose scontate, di cose quotidiane, le parla usando quella parola che ogni uomo conosce, le parla d'amore. Lei è bella, con gli occhi color del cielo, non ascolta l'amore di lui, non le interessa l'amore nascosto di lui. Perché ha ragione André, l'amore non si sceglie, l'amore sceglie te.
E il boia resta affascinato da tutta la vita che quei due ragazzi portano con sé, quasi la invidia tutta quella vita.
Quando rivede il ragazzo, diventato uomo, il boia non vede più tutta la vita che lo accompagnava, la luce oscurata dall'ombra nera della colpa. La Signora lo corteggia André, e il boia non lo può permettere. Le mani di André hanno su di loro ancora la colpa, il ricordo di ciò che hanno preso, il profumo di lei, tutto è impresso in lui che desidera e disprezza al tempo stesso quel desiderio. Il boia comprende il suo dolore, non può sopportare che la tenebra nera della colpa trascini via quell'uomo che aveva tanta vita accanto a lei.
E nel giorno che ha cambiato la storia di un intero popolo, il boia rivede quel giovane uomo di nuovo pieno di luce e di vita. E vede le,i che ha gli occhi color del cielo, raggiungere André, perché La Signora li ha presi entrambi. Eppure son felici André e Oscar, perché essere insieme è vita e luce. Semplicemente è questo il regalo che La Signora ha fatto a lui, al boia abituato a vedere solo la disperazione e la morte.
L'amore è vita, è luce, è ciò che il boia ha visto in quei due giovani.
La Disperazione… un luogo che non avrei pensato che mi sarebbe diventato tanto caro, chi se non tu?

Recensore Veterano
02/02/21, ore 12:10

Poiché non potevo fermarmi per la Morte 
Lei gentilmente si fermò per me 
La Carrozza non portava che Noi Due 
E l'Immortalità

-Emily Dickinson-

L’amore è privo di morte, in questa privazione forse risiede l’essenza di tutto e della vita. “Telos” e “arché” nei confini sbiaditi dal tempo e nei secoli. 
E la vediamo tutta in questa storia, la Morte che si dimena impotente danzando sul muro della “disperazione”, ride della vita e dell’Amore silenzioso e sordo pensando di poter un giorno avere la meglio su di essi; poi sghignazza senza accorgersene a se stessa quando l’agonia dell’anima si permea del profumo rubato di gelsomino. 
Si illude di poter porre fine al fine e di pietrificare l’uomo che la contempla, non sa che la “nuova Gorgone” ha tolto al novello Macduff il solo prezioso  occhio lasciando intatta “vista”.
Cadono sorde le suadenti parole dell’accattivante Medusa al Templare psicopompo di umanità vera e che, di Lei, si beffa “decapitandola” ogni giorno in ogni tempo.
Lei, Prassidice, che tutto nutre e tutto uccide non si accorge che, morta e col capo reciso, stilla ancora coralli nel mare “di cielo” degli occhi di lei e di coloro che il deserto dell’anima lo rifuggono e lo combattono.
Fine e principio rimescolati e rianimati ogni volta ad azzittire il silenzio dell’oblio.
Bella prova davvero, ad oggi la tua migliore.
E poi mi emoziona sempre vederli raccontanti, quasi spiati, da occhi estranei ed “esterni”.
Alla prossima, 
Minaoscarandre 

Recensore Master
22/01/21, ore 11:48

Caro Cavaliere, anche la trattazione di personaggi minori, ma che sono stati la Storia, vi trova sempre in grande spolvero, come risulta da questo racconto dark non dimenticando di tratteggiare l'uomo che dietro ad un mestiere si trovava.

“Mio caro Cavaliere, questa volta avete trattato di personaggi minori ma che tengono un posto importante nella Storia. Ci avete dato una visione del Boia di Parigi, figura da tutti tenuta a distanza e quasi riverita, in modo da non aver nulla a che spartire con lui. Una figura sinistra che però ci mostrate con una insolita umanità che ho particolarmente apprezzato lungo tutto il corso del vostro scritto. Ci avete messo a parte di quali siano state le sensazioni di un uomo che faceva un mestiere ereditato da generazioni e non scelto. Egli doveva accompagnare i malcapitati nell’ultimo miglio che li separava dalla fine e dall’incontro con la Morte, la cagna nera che sembrava essere diventata la sua compagna di vita. Siete riuscito con la vostra arte a far interagire Monsieur Sanson con Oscar e Andrè. Li ha incontrati per caso quando ancora giovani parlavano e ridevano ancora insieme, ma già l’occhio acuto e lungo di Sanson aveva ravvisato nel giovane uomo l’atteggiamento d’amore che aveva verso quel suo strano compagno dai capelli color dell’oro che aveva poi compreso essere in realtà una donna. Lui le parlava d’amore senza usare parole d’amore mentre lei ascoltava le parole senza capire quanto d’amore fossero ammantate. Sembra quasi che avesse voluto preservare la loro vita dal triste destino che invece la Morte aveva in progetto per loro. Ha cercato di avversare la Morte, blandendola, e consegnandole altri cadaveri con cui saziarsi e la Morte sembrava contenta anche se al Boia di Parigi aveva dato comunque un avvertimento circa il fatto che un giorno, forse non molto lontano, gli avrebbe fatto un regalo. E infatti il regalo arriva a Sanson proprio nei giorni furiosi della Presa della Bastiglia: Andrè era già stato preso dalla cagna nera ma lui era lo stesso in attesa della donna che di lì a poco sarebbe andata a fargli compagnia nel viaggio che insieme avrebbero intrapreso per l’eternità. E quando anche Oscar cade sotto i colpi sparati, i due ragazzi finalmente possono essere insieme, con la Morte che benevola li accompagna mentre il Boia di Parigi sorridendo dice loro che gli angeli avrebbero sussurrato al loro orecchio in serata, così come faceva con tutti quelli che accompagnava al patibolo in modo che potessero avere un momento di pace. Anche questa volta Cavaliere, è stato difficoltoso trovare le parole giuste per poter recensire il vostro scritto che è il frutto di un intelletto superiore che sa amalgamare parole e situazioni e personaggi in una miscellanea molto ben riuscita. Il vostro lessico è raffinato e colto ma al contempo mantiene quella fluidità necessaria a non rendere pesante la lettura, che, in questo specifico caso per il tema trattato poteva rivelarsi tale. Invece siete stato lieve come una piuma intinta nel calamaio della vostra sensibilità. Il mio commento diventa ben poca cosa di fronte ad un lavoro tanto pregevole e a tratti commovente. Non posso fare altro che complimentarmi con Voi ancora una volta per l’originalità di cui ci fate dono. Un caro saluto.”

A presto, sempre!