Ciao carissima Star ^^
Vorrei subito rassicurarti sul fatto che le dinamiche politiche e nazionali sono risultate essere chiare o almeno io credo di avere un quadro chiaro degli schieramenti che mi hai annunciato (se nella recensione non dovesse notarsi, sappi che non sarebbe colpa tua).
Hans non inizia benissimo la sua grande e ignota avventura. Al momento è comparso poche volte, eppure leggo già il tuo tentativo di dimostrare che non è invincibile, il fatto che gli venga affidato questo compito non lo rende comunque un candidato perfetto e infallibile, non è abbastanza esperto per quanto lui si impegni a mostrarsi in grado, per quanto rendere fieri i suoi superiori sia tra le sue aspirazioni. Non leggo assolutamente le gesta di un uomo incapace, è semplicemente un giovane tenente agli esordi della sua carriera militare, che avrebbe voluto prendere altre strade e che, come tutti gli uomini, può incontrare difficoltà sul suo cammino che può superare solo con una buona dose di fatica. Con questa premessa, la sua missione parte male, si è ferito nell’impatto, quindi gli spostamenti non sono semplici, ha difficoltà a orientarsi, non può comunicare con i "superiori" (nonostante nello scorso capitolo avessi sottolineato quanto fosse importante mantenere i contatti) e deve escogitare un piano non previsto per raggiungere il villaggio; eppure nonostante tutto resta molto determinato, non si arrende. Come ti dicevo, Hans mi dà l’idea di un giovane inesperto, perciò molto più incline ad eseguire gli ordini (almeno per il momento, poi chissà se sentirà il bisogno di ribellarsi per un qualsiasi motivo …); è animato dalla determinazione giovanile nonostante il ruolo di “agente” sotto copertura non sia la sua vocazione, però non smette di mostrare devozione alla nazione e alla missione. Il sapersi rialzare (in senso letterale) dopo le difficoltà è una dote della gioventù; durante le azioni che intraprende mi sembra anche molto prudente, non è sconsiderato e non rischia la vita per mancanza di prudenza. Nonostante la disavventura di aver perso la radio e di aver subìto un atterraggio non proprio comodo, Hans per fortuna scopre di non essere molto lontano dalla sua meta e ha in mente un paio di riserve per instaurare contatti con qualcuno che non sia la sua base.
Mi piace molto il profilo di Declan, rappresenta tutta la complessità del pensiero umano e la titubanza di un uomo combattuto tra ideali, priorità e alleanze. Lo apprezzo molto come uomo per il fatto che non condivida gli ideali totalitari e spenda la sua vita in nome della Repubblica. Declan teme di tradire i suoi stessi ideali, in un certo senso deve comprometterli per poterli rispettare. Il meccanismo riflessivo che hai innescato in questa storia è molto complesso, ma allo stesso tempo molto realistico e espresso in modo molto semplice, è accessibile a tutti i lettori.
Charles e Declan si svelano essere molto più che amici, quasi fratelli per la fiducia che ripongono l'uno nell'altro, sicuramente la condivisione degli stessi ideali, la lotta (anche a rischio della vita) su un fronte comune e la protezione dell’incolumità reciproca ha stretto il loro legame.
È molto interessante seguire le indagini e le piste dall'agente Hart. Ho quasi l’impressione di leggere un poliziesco nel quale i fuggitivi non sono dipinti come “cattivi” ma hanno un profilo molto più complesso e questo è davvero molto avvincente.
Mi è piaciuta molto la parte dedicata a James e al collega rimasto ucciso. Traspaiono da questi uomini sia sentimenti personali sia professionalità nel loro lavoro; è ciò che rende sempre bellissime le tue storie, le vicende personali e nazionali si intrecciano di continuo, si influenzano e spesso modellano la personalità dei personaggi o al contrario le loro personalità/i loro ideali influenzano le loro azioni sul campo. I personaggi sono strettamente coinvolti in ciò che succede intorno a loro, i loro sentimenti ne sono fortemente influenzati (tutti loro credono in ciò che fanno). Su James in particolare mi hai lasciata un’incognita: non capisco se davanti al ricordo del padre parli l’insicurezza, non si sente un eroe, oppure c'è qualcosa che non ci hai ancora rivelato del padre e in realtà lui non sia così onorevole come viene ricordato da chi lo ha conosciuto in servizio. Sicuramente è stato un dubbio voluto, angst e suspance non mancano mai nelle tue storie.
Egregia come sempre! <3
A presto!
Un abbraccio grande
-Vale (sempre tua grande fan) |