Ciao!
Con il guizzo pronto e la puntualità di Trenitalia, arrivo anche io a leggere e recensire questa storia, che ho adorato btw. Non sono fan sfegatata dei Bellamort ma hanno il loro innegabile fascino e, descritti dalle tue mani, che li manipoli e li descrivi con minuzia e padronanza, li vedo sotto tutta un'altra luce. Partendo dal principio (spero di non dimenticare niente delle tante cose che vorrei dire) ho adorato la profetica repulsione dell'amore di una madre per suo figlio che Voldemort legge nella testa di Narcissa. Quello che lo ha distrutto nell'Halloween del 1981 e che non permetterà che lo ostacoli di nuovo (e invece...). Profetico in tal senso e per il dispiegarsi della storia che vede lui e Bellatrix non diventare genitori di una creatura ma generatori, assemblatori, di una nuova vita. Nuova vita atta solo al sacrificio della stessa in nome di quell'ennesimo tassello sulla via dell'immortalità. Mi è piaciuto come entrambi rifuggano l'idea di un figlio; per entrambi la nuova vita è uno strumento. Voldemort ha bisogno di Bellatrix non per qualche sciocco sentimentalismo (quello che lui vede nella sua mente e nel suo sacrificio alla sua causa) ma anche per una "rivincita" personale, un'affermazione del suo potere. Tutto quello che Merope (debole, che ha insozzato il sangue di Salazar Serpeverde a quello di un babbano) gli ha tolto, se lo prenderà da Bellatrix. Bellatrix, Purosangue, è lì, a supplicarlo di prenderla, di scegliere lei come ventre per contenere suo figlio. È lì a supplicare quello che un tempo era Tom Riddle, un mezzosangue che Cygnus (sotto la cui costellazione giacciono, come per avere la sua "approvazione" o perché Voldemort vuole schiaffargli in faccia che un mezzosangue si è preso un'altra delle sue figlie) mai avrebbe ammesso quell'unione. Ma lei, come hai detto anche tu, ha ribaltato ogni convenzione imposta per seguirlo in quel suo viaggio: lo ha amato, lo ama, lo ha aspettato. Ha perso suo figlio, se ne incolpa, con gli occhi lucidi lo ringrazia per avere avuto ancora fiducia in lei. Non vuole prendersi una strega qualsiasi: vuole lei, la più forte strega oscura vivente, che si fa indebolire e si allontana da ciò che tiene lei viva (la battaglia, il guizzare delle malediZioni e le urla delle sue vittime) per compiacere lui, per il grande onore che lui le sta arrecando. Ho amato anche il richiamo e la metafora di lui come sangue e di lei come coppa e il parallelismo tra Salazar e Tosca, la cui coppa appunto viene detenuta nella camera blindata di Bellatrix e in cui un velluto la nasconde come lui fa con il suo corpo poi.
Mi è piaciuto il linguaggio di Voldemort, l'ho trovato centrato alla sua figura, alla ricerca del piacere che adesso - con questo corpo nuovo - riscopre. Ne riscopre le potenzialità, nonostante abbia sacrificato la vanità sull'altare del potere. Lei lo vuole, nonostante il suo aspetto: non ne è impaurita, né orripilata. Anzi, ne è eccitata: lo sconfinato potere oscuro del suo Signore che lei vuole servire e condividere. Ho trovato calzantissimo il dettaglio di lei che gli chiede il permesso per lasciarsi andare all'orgasmo, in un rapporto serva/dominatore che trovo perfettamente centrato.
Sono bellissimi anche tutti i richiami a festività e rituali pagani, la spiaggia che sente l'influsso della magia oscura e lo scoprire che l'ultimo ingrediente non è questo mix di giorno, luogo e strega, ma proprio la bambina che è nata. Ultimo tassello appunto per l'ascesa verso l'immortalità (bellissimo anche il dettaglio dell'indifferenza del sesso del neonato ma la soddisfazione perché sia una bambina, che leva di mezzo problemi di eredità e lascia spazio ad una mente più naturalmente portata all'ubbidienza e al prostrarsi ad una causa, come Ginny prima e Bellatrix poi).
Quindi, veramente, sono colpita (ma, ormai, non più stupita) dal modo e dai dettagli che hai inserito in questa storia, dal dispiegarsi fluido della stessa e da ogni richiamo alla magia che riesci a trovare anche a luoghi ed ambientazioni esterne (per me il solstizio d'estate è un giorno infausto, you know). Come al solito sarò stata confusa ma ormai sai come funziona.
Ti faccio ancora i miei complimenti e ti mando un abbraccio! |