8° classificata al contest "Titoli a Catena"
Grammatica: 8,36/10
Per prima cosa tengo a specificare che prologo ed epilogo non li ho inclusi nella valutazione. Questa decisione è derivata dal fatto che, scorrendoli, si ha più l'impressione di leggere informazioni che solitamente si trovano nelle Note d'Autore, e non in un prologo o in un epilogo – nei quali il tono dello scritto dovrebbe risultare narrativo alla stregua del/dei capitolo/i.
Passando alla storia, la grammatica è molto buona, non ho notato alcuno strafalcione né disconnessioni. Ci sono però state alcune sviste:
- Poi, il volto di quella giovane graziosa le parve familiare e, infine, il sorriso che ella rivolgeva ad ogni cliente non le rivelò chi fosse → stando a ciò che hai scritto, e quindi al fatto che il volto di quella giovane graziosa le parve familiare, presumo che quel “non” sia di troppo, dal momento che, nel contesto, ha senso dire che (infine) il sorriso che ella rivolgeva ad ogni cliente le rivelò chi fosse, non il contrario (-0,05 pt).
- […] Le porte del mio castello erano chiuse e non si sarebbero più aperte per me, ed io non avevo nemmeno più una famiglia alla quale far ritorno.» → dalla → si tratta del complemento di allontanamento o separazione che, come riportato dal treccani, è una particolare fattispecie del complemento di ➔moto da luogo: introdotto dalla preposizione ➔da, indica il luogo o la persona da cui ci si allontana o ci si separa, sia in senso proprio che figurato. Il moto da luogo, a sua volta, […] indica il luogo o la persona da cui qualcosa o qualcuno proviene, in senso sia proprio, sia figurato. Dipende da verbi di movimento […] → nel tuo caso: far ritorno → ritornare (-0,10 pt).
- «Bene, ora sai la mia storia. Mi farai attendere qui perché anche Daenerys possa esaminarmi a?» → sicuramente un refuso che ti è sfuggito (-0,01 pt).
- Come aveva detto la Regina, Margaery non avrebbe avuto timori […] ad avvicinarsi a quella che le parve una comoda poltrona, ma preferì osservarlo con reverenza, tenendosi a debita distanza. → osservarla → poiché fa riferimento alla poltrona (singolare femminile), ma presumo che anche in questo caso si sia trattato di un refuso poiché è l'unico errore presente di questo tipo (-0,01 pt).
- […] e qui, intanto che quest’ultima apprendeva quali nuove casate avessero prese il posto di quelle scomparse durante la guerra […] → preso → altro refuso (-0,01 pt).
Vorrei ora farti notare il modo errato in cui hai scritto due nomi. All'inizio pensavo fosse un lapsus, poi mi sono accorta di come in realtà l'errore si ripetesse:
- I Tyrrel, però, erano stati annientati […] → Tyrell (-0,05 pt).
- «Così tu saresti Margaery Tyrrel di Alto Giardino» (-0,05 pt).
- […] la persona migliore che abbia mai guidato la Casa Tyrrel (-0,05).
- «Una notte sola, e la famiglia Tyrrel potrebbe […] (-0,05 pt).
- […] ritornarono poi nella camera offerta all’ultima discendente dei Tyrrel […] (-0,05 pt).
- […] quale sarebbe la prima cosa che faresti se la famiglia Tyrrel riavesse […] (-0,05 pt).
- Era sposata con un poco di buono, un certo Bron […] → Bronn (-0,05 pt).
- Se le ricorderemo che Bron si è appartato con […] (-0,05 pt).
L'ultima cosa che vorrei farti notare è la seguente: all'inizio hai scritto “Gran Tempio di Baelor” con lettera maiuscola; in seguito, però, con lettera minuscola:
- «Eravamo tutti riuniti nel tempio di Baelor per il processo […] (-0,03 pt).
- Rinvenni dentro una galleria scavata nella roccia quando il tempio era già esploso (-0,03 pt).
Per quanto riguarda la punteggiatura, è stata utilizzata in maniera corretta per la maggior parte del testo. Ci sono stati però alcuni punti in cui l'ho trovata male inserita e altri in cui è risultata mancante, motivo per il quale certi periodi sono risultati eccessivamente lunghi (-1 pt).
Stile e Lessico: 8,40/10
Lo stile che hai deciso di adottare per questa storia si è adattato bene al contesto, né estremamente semplice ma neppure complesso. Trovo questa sia stata una scelta ben ponderata, così come la formulazione di alcune frasi e la decisione di usare termini non troppo “easy” che avrebbero stonato col carattere medievale della trama. A questo riguardo, ci sono stati dei punti in cui, secondo il mio parere, alcuni termini sarebbero stati più adeguati di altri:
- «Non voglio farti fretta,» → non è sbagliato usare l'espressione “fare fretta” (così come riportato anche da un esempio del treccani: […] fare f. a qualcuno […]), ma credo che, contestualmente parlando, l'espressione “mettere fretta” (→ «Non voglio metterti fretta») s'intoni meglio (-0,10 pt).
- «Ero regina l’ultima volta che ho trovato tanto piacere nel lavarmi […] → stesso discorso per questa frase: il piacere si prova (ecco perché la frase mi sarebbe quadrata di più se avessi scritto “«Ero regina l’ultima volta che ho provato tanto piacere nel lavarmi […]”), mentre si trova piacevole qualcosa (-0,10 pt).
- […] e nessuno avrebbe potuto riconoscermi con indosso la semplice veste che l’Alto Passero mi aveva fatto mettere → “[...] che l'Alto Passero mi aveva fatto indossare” → il verbo indossare è sicuramente il più adeguato, non solo se lo consideriamo in relazione al linguaggio quasi “storico” da te utilizzato, ma anche se lo guardiamo dal punto di vista dell'italiano corretto (senza considerare quegli usi che, col tempo, hanno preso sempre più piede, dapprima nel parlato e successivamente anche nello scritto) (-0,10 pt).
Spero tu non me ne voglia per questi appunti. Posso non essere d'accordo con punti di vista differenti dai miei ma li rispetto, ciononostante in questo contest sono qui per valutare la storia ed è mio dovere esternare il mio parere, che tuttavia rimanere personale e non una legge assoluta!
Andando avanti, voglio ora farti notare delle ripetizioni che creano un brutto effetto disarmonico e che, se vorrai, potrai successivamente modificare:
- […] mentre Margaery viveva forse la parte più oscura della sua vita e il mondo intero la credeva morta. Forse la nuova Regina era riconoscente alla sua famiglia? → per esempio avresti potuto scrivere: “[…] mentre Margaery viveva probabilmente la parte più oscura della sua vita e il mondo intero la credeva morta. Forse la nuova Regina era riconoscente alla sua famiglia?” (-0,10 pt).
- […] Apprezzo la tua stima e la tua gratitudine, apprezzo anche i profumati oli che mi hai offerto, ma ancora non so ancora cosa vuoi da me.» → un “ancora” potrebbe essere abolito (-0,10 pt).
- Le due giovani donne ritornarono poi nella camera offerta all’ultima discendente dei Tyrrel; e qui, intanto che quest’ultima apprendeva […] → lungi da me dirti come scrivere le tue storie, ma per evitare di ripeterti avresti per esempio potuto impostare la frase così (o in qualunque altro modo a te gradito): “Le due giovani donne ritornarono poi nella camera offerta alla discendente sopravvissuta dei Tyrrel; e qui, intanto che quest'ultima apprendeva […]” (-0,10 pt).
Infine, voglio parlarti del possessivo suo e di come questa sia stata l'unica forma da te utilizzata. Se avessi usato anche la forma proprio, di sicuro la storia ne avrebbe giovato; non solo perché avresti contribuito a non creare effetti cacofonici, ma soprattutto perché, differenziando le forme, si sarebbe evitata quella confusione che, a tratti, coglie il lettore e lo costringe a rileggere il periodo così che possa capire a quale dei personaggi faccia riferimento il possessivo (-1 pt).
Attinenza al titolo: 4/5
All'inizio troviamo Margaery intenta ad ascoltare Daenerys, la quale le dice che, se riterrà di potersi fidare, potrebbe riconsegnarle il titolo e nominarla lady di Alto Giardino. «Una notte sola, e poi...» Margaery non poté continuare, perché le sue parole furono soffocate da un pianto improvviso. Un pianto di commozione per la vecchia vita ritrovata, così come effettivamente conferma Daenerys: «Una notte sola, e la famiglia Tyrrel potrebbe riavere i suoi diritti su Alto Giardino. Ora seguimi: voglio presentarti i miei figli.» – ed ecco che troviamo il primo richiamo e il primo significato attribuito al titolo: una sola notte prima che le cose, per Margaery, ritornino a una pseudo-normalità.
Poi, più vanti, vediamo comparire un secondo richiamo e un ulteriore significato affiancato al precedente, questa volta di natura passionale: Chinandosi sulla testa della Regina senza smettere di solleticarle i genitali con consumata maestria, Margaery si sforzò di parlare in modo comprensibile nonostante le deliziose attenzioni di Sansa e, con un tono carico di malizia, sussurrò: «Una notte sola, mi avevi detto, e poi me ne sarei potuta andare». E Daenerys, che in quella situazione non riusciva a parlare, dovette staccare una mano dal corpo della sua fidata amante per fermare le dita che la stavano torturando, e solo allora fu in grado di rispondere alla ragazza che le sorrideva compiaciuta: «È stata una decisione… un po’ troppo affrettata».
Sarò sincera: all'inizio avevo sì colto i richiami al titolo, ma non ne avevo compreso appieno l'attinenza con le vicende narrate... o meglio, col significato più rilevante da te attribuitogli. Troviamo una sola notte da attendere, una sola notte di passione, una sola ancora e Margaery potrà riprendere possesso del castello in cui è nata e dell'agio nel quale è vissuta per tutta la vita – eccezion fatta per gli ultimi anni in cui ha cercato di sopravvivere creandosi una nuova e sicuramente più modesta identità. Il quadro completo della situazione, però, si ha solamente leggendo l'epilogo, nel quale viene spiegato ciò che effettivamente succederà in seguito a quella notte; è in tali informazioni che quella one night only trova la sua rivalsa. Mi spiego meglio: se non ci fosse stato l'epilogo, la storia sarebbe finita lasciando soltanto intendere quali sarebbero state le vicende future, ma non c'è alcuna parola a confermarle o smentirle. La convalida arriva grazie all'epilogo che effettivamente ci assicura di come le promesse di Daenerys siano poi divenute realtà.
Se mi è piaciuto il significato di cui hai caricato il titolo (significato che va al di là dell'apparenza che parole come “una sola notte” possano lasciar intendere), meno mi è piaciuto il fatto che la conferma di tale concetto sia stata da ricercare in una porzione di testo esterna al capitolo della storia in sé.
Originalità: 5/5
Sull'originalità della tua trama non ho dubbi!
Personalmente, non hai mai letto di una coalizione tutta al femminile con questi tre personaggi. Se prendo in considerazione i rapporti tra Daenerys e Sansa, riesco in qualche modo a non meravigliarmi più di tanto: la Madre dei Draghi, da che mi ricordi, lasciò intendere qualcosina quando incontrò Yara, qualcosa che poteva essere presa per un piacere nei confronti del sesso femminile; in più, come anche tu hai riportato, non sembrò affatto che le tecniche su come soddisfare un uomo – insegnatele dalla donna Dothraki con tanto di espliciti esempi – l'avessero turbata. Per quanto riguarda Sansa, il ragionamento su come Ramsey l'avesse terrorizzata ci sta in pieno, motivo per il quale (nella tua storia) la giovane Stark deciderà di votarsi alle donne. Ma Margaery... mai e poi mai l'avrei affiancata ai due personaggi precedenti! È proprio questo ciò che maggiormente ho trovato originale, piuttosto che un epilogo differente dell'intera serie – epilogo che sicuramente in molti, specialmente i sostenitori di Daenerys, avrebbero voluto.
Gradimento Personale: 8/10
Non posso di certo dire che la storia non mi sia piaciuta!
Innanzitutto, come ho appena detto, l'ho trovata di un'originalità fuori dal comune per quanto riguarda l'accostamento di queste tre donne che non avrebbero potuto essere più diverse fra loro. Poi, nonostante da un certo punto in avanti tu abbia completamente stravolto le vicende, ho notato nei personaggi alcuni elementi insiti di loro stessi, elementi IC. Devo ammettere che la tua Daenerys mi è piaciuta più dell'originale, per la quale provai dapprima amore profondo e successivamente, nell'arco di un secondo, un odio immenso; la tua Targaryen invece non è impazzita di botto, stava per... ma all'ultimo minuto è rinsavita, salvandosi in calcio d'angolo. Ecco perché la preferisco alla Daenerys della serie (che, a mio personale parere, ha meritato quella fine). Nonostante tutto, ho notato nella tua Madre dei Draghi dei comportamenti molto canon, dei modi di fare e di pianificare che – sebbene il finale alternativo – non si sono allontanati affatto dall'indole del personaggio. Passando a Margaery, mi è piaciuto vederla sotto una luce che mostrasse il suo lato umano, cosa che nell'opera originale non ho mai adocchiato. In ogni caso, anche in lei ho scorto delle caratteristiche IC: accetta questa one night only pur di ritornare al lustro di un tempo, esattamente come nella serie fece di tutto per arrivare alla corona. L'unica che mi ha convinta meno, è stata proprio Sansa: se non mi è sembrato strano il suo cambio di sessualità, mi è parsa molto OOC la remissività che ha avuto nei confronti di Daenerys al punto di diventare il suo braccio destro, seguirla ovunque e lasciare il Nord e Grande Inverno.
Altra cosa che non mi ha molto convinta, è stato il tuo modo di concepire la punteggiatura nel discorso diretto. Non si tratta di un errore quanto di un gusto personale, di scelte stilistiche ed estetiche: tu poni il punto all'interno delle virgolette basse (anche se, in alcuni casi, l'hai posto anche al di fuori), mentre io lo preferisco esterno alle virgolette. Ma, ripeto, non consiste in un modo di fare sbagliato; mi sono documentata e non ho trovato informazioni appurate in merito. Riguarda semplicemente il mio punto di vista.
In linea generale, comunque, ho gradito leggere questa storia e scoprire un epilogo alternativo, dominato da potenze femminili, nel quale non odio la Made dei Draghi!
Tot: 33,76/40 |