Recensioni per
I mostri di San Valentino
di Melanto

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
24/02/21, ore 16:14

Ciao Melanto!
Eccomi qui finalmente riesco a recensire!
Un racconto tosto e davvero scritto bene, complimenti! C'è azione, c'è pathos, ci sono emozioni e dinamicità! 
Come sai conoscevo un pochino l'altro Malerba, quello di CT, ma ho riconosciuto subito alcuni tratti in comune, sebbene questo sia decisamente più forte, proprio come personaggio.
Malo, infatti, è uno che fa il lavoro sporco, che prima di menare fa la "lezione di filosofia", che rimedia regali e che si mostra tutto d'un pezzo ma che in fondo in fondo, e questo è quello che rende sempre unici i tuoi perosnaggi, ha anche un cuore e dei sentimenti. Chi non ha cuore non rimprovera chi picchia le donne, non sa scegliere i fiori per un regalo e non va da Ikea/Mattia il giorno di San Valentino.
Ormai sai che mi piace molto come scrivi perchè unisci i dettagli giusti, nella misura adeguata per sentirsi dentro la scena e immaginarla! 
Anche i dialoghi mi sono piaciuti molto; io sono veneta e, ammetto, qualche parola l'ho dovuta leggere due volte ma ritengo la tua scelta di non scrivere tutto in italiano un doppio punto di forza: in primo luogo perchè rende molto meglio certe scene, in secondo luogo perchè è una scelta originale! Inoltre immagino che molte parole rendano meglio in dialetto che in italiano; nel caso tu mantenga questa linea anche per il tuo futuro libro, forse (ma ovviamente è la mia povera opinione) potresti pensare di mettere qualche piccola nota a piè pagina se si tratta di parole molto particolari. Giusto per far comprendere meglio il senso!
Complimenti davvero e, anch'io come altri, attendo il proseguo!!:-)

Recensore Junior
16/02/21, ore 20:23

Ho letto l'opera dalla quale è nato questo scritto prima di darci un'occhiata? No (non ancora).
Ho fatto bene a non farlo? Qui lo ripeto: per la prima volta - e, forse, unica volta - ti dirò che sì, ho fatto bene. Sai perché? Perché in questo modo non mi sono lasciata influenzare da eventuali "pregiudizi" (chiamiamoli così, anche se è una parola un po' brutta) dovuti all'entusiasmo o alla delusione scaturiti dalla precedente lettura della storia a essa collegata - oppure slegata, perché non dimentichiamoci che questo testo costituisce una sorta di "prequel" di un'opera futura che spero di leggere presto. <3
Dunque, sarò tra quei lettori che, pur conoscendo (per fama) chi era "Malerba" in origine, posso darti un giudizio completamente slegato dal contesto precedente e totalmente imparziale. O, almeno, su quest'ultimo punto ci provo. ;P
Il tuo stile di scrittura è sempre una garanzia: che sia una fanfiction o un'originale come in questo caso, il testo è ben costruito, e il linguaggio riflette totalmente la realtà nella quale sono catapultati i personaggi, i quali sono caratterizzati in un modo convincente. Allo stesso modo le tematiche trattate: già dal titolo, "I mostri di San Valentino", e dalle prime battute del testo capiamo subito che, di certo, il protagonista non sta andando a una cena romantica. Infatti, man mano che si scorre nella lettura, si scopre che della classica dolcezza di San Valentino qui c'è davvero poco, anche nel finale: non c'è alcun accenno di una relazione utopica fatta di rose e fiori, alla "Mulino Bianco" dove non esistono litigi e incomprensioni, dove alla fine tutto va bene, tanti baci, coccole e dolci "picci picci" che fanno dimenticare completamente le difficoltà della vita... no. Questa è una breve storia che sbatte in faccia ai vari personaggi una realtà crudele, che per quelli più fragili - ma apparentemente forti - è in grado di avvolgere il cuore nelle tenebre più cupe, facendoli precipitare in una sofferenza che si sceglie di sopprimere mostrando al mondo la parte apparentemente più indolente (che - attenzione - non significa automaticamente che quei personaggi non siano in grado di provare ancora emozioni e sensazioni). E... tutto questo mi piace. Ammetto che mi piace, e ti confesso che mi hai messo addosso una certa inquietudine durante la lettura... beh, direi che è un buon inizio! :3
Questo è tutto ciò che ho percepito da questo testo. Per essere un'introduzione a un lavoro più ampio e ricco di contenuti ho avuto un'ottima impressione, perciò posso ripeterlo ancora una volta: attenderò con pazienza il testo definitivo, anche se nel frattempo dovessero trascorrere interi anni!

(Da scrittrice a scrittrice, capisco perfettamente il grande impegno nel creare un'opera. Se si vuole far nascere qualcosa di interessante e ben fatto ci vuole molto studio, tanto impegno e, soprattutto, un'infinita pazienza! La sfida è questa: essere in grado di catturare l'attenzione del lettore con una storia che possa coinvolgerlo e che possa lasciargli qualcosa - che sia un insegnamento o anche solo delle belle sensazioni - al termine della lettura. Non sarà un percorso facile, e proprio per questo ti auguro buon lavoro. <3)

Un'ultima cosa... anzi, più una curiosità che questo testo mi ha suscitato. Secondo me non è stato un caso che hai scelto il giorno di San Valentino come momento nel quale ambientare le vicende narrate qui; penso che sia accaduto qualcosa in un San Valentino di alcuni (o parecchi) anni fa, perché quel "Come poteva essere il compagno modello se lui, di San Valentino, ne era il mostro?" e altri piccoli dettagli della parte finale mi hanno fatto intuire che, più che un generale repulsione verso "la festa di ogni cretino" (citazione dal testo) lui non abbia voglia di festeggiarlo perché gli riporta alla mente qualche terribile evento avvenuto nel suo passato.
Se è un dettaglio che sarà presente nell'opera completa, sei libera di non rispondermi. Se, invece, mi sono sbagliata... beh: puoi dirmelo, lo sai che non mi offendo. ;D
Termino qui perché come al solito ho scritto troppo, gasp! Però aggiungo che sono davvero felice di aver dato un'occhiata a questo piccolo assaggio che ci hai regalato: ti ringrazio molto. :)
Alla prossima!
--- Moriko

Recensore Master
16/02/21, ore 11:21

OK, te lo dico chiaro: sai che quest’Erbaccia mi è piaciuta fin da subito nelle sue incarnazioni giappe (ormai è un cucciolo che si può solo amare) e qui l’ho rivisto come lo conosciamo. Non importa in che lingua parla o in quale paese vive, è lui fatto e finito.
Mi è piaciuto come ha gestito il ciccione, prima con il discorso edificante (a distanza di fiato) e poi con i fatti. Ovviamente la violenza, di norma, non è una scelta auspicabile, ma Samuele (sai da mo’ che non mi piace chiamarlo Malerba) non sopporta certe cose e, sebbene a fare la visitina ci sia stato mandato, chi picchia donne o maltratta bambini lo manda in bestia in tempo zero (ed è giusto così). Poi ovviamente lui trova il modo di divertirsi, e la chiacchierata finale risulta ancora più efficace, chiuda poi da quell’umorismo storto che gli viene naturale.
Non poteva poi essere più centrato anche nei confronti di Ikea - noi che bazzichiamo le lande nipponiche sappiamo bene come stanno le cose -. Samuele non è capace di esprimere i suoi sentimenti, ma è chiaro dai suoi pensieri, anche se qui solo abbozzati, che per lui comunque prova qualcosa che non sia solo possesso (lo so, ho qualche migliaio di pagine a farmi da guida, ma questa shot potrebbe tranquillamente essere traslata a Shizuoka e si incastrerebbe a perfezione col resto).
Linguisticamente parlando l’ho trovata giusta sui personaggi - non sono gente che si esprime in bella grafia - e quindi l’uso di forme dialettali rende bene l’ambientazione.
Insomma, ben venga, un giorno o l’altro, questa Malerba in salsa partenopea.

Recensore Master
16/02/21, ore 07:08

Buongiorno,
i dialoghi li ho capiti solo rileggendoli, spesso ^^ però scritti così donano verosimiglianza estrema al testo.
Non è semplice per chi non c'è abituato, ma nemmeno impossibile, per fortuna.
Hai fatto bene a fare questo esperimento, secondo me ti è riuscito! Non conosco l'opera da cui tutto è nato, ma leggendo questo, posso dirti che come originale va bene.