Ciao Milagar,
eccomi qui a recensire questa storia. Di solito non scrivo dei commenti la sera perché – soprattutto in questo periodo – la stanchezza mi dona le stesse capacità linguistiche di un Troll di montagna. Comunque sia, farò del mio meglio per scriverti una recensione sensata.
Ho letto la questa storia ieri e, come ti avevo accennato, mi è piaciuta. Hai scelto di mostrarci un momento ben preciso, ovvero l'aggressione che Bill ha subito da parte di Greyback, e lo hai fatto bene. Da una parte abbiamo Bill che scalpita per entrare in azione, di dimostrare il suo valore e desideroso di proteggere le persone che ama, dall'altra abbiamo la paura, un sentimento così umano e così naturale, che inesorabilmente lo porta chiedersi se sia pronto ad affrontare la guerra. Perché un conto è sentirla raccontare, magari da parte dei suoi genitori, sapere del sangue, delle perdite, un conto è realizzare che potresti essere tu quella persona, quel membro dell'Ordine, che si è sacrificato nella speranza di un futuro migliore.
Dico subito una cosa su Greyback: non sapevo che potesse usare una bacchetta, un dettaglio che mi ha stupito non poco. Nella mia mente lo avevo catalogato come “semplice” Lupo Mannaro, incapace di usare la magia.
A parte questo, il tuo Greyback è esattamente quello della saga: feroce, assetato di sangue, che attacca soprattutto per infliggere ferite (portando la vittima a fare i conti con quello con le conseguenze). Ho apprezzato – e sicuramente è una nota di merito – il dettaglio sul suo odore: polvere e sudore, che, se non erro, compare anche nei libri. Quindi brava!
L'aggressione è stata brutale. Non ti sei lasciata andare a grandi narrazioni ma hai raccontato con precisione i sentimenti, le paure e il dolore di Bill. Ammetto che ad un certo punto ho dovuto interrompere la lettura perché mi stava troppo angustiando.
Altra cosa che ho apprezzato è che nell'oscurità della paura, l'amore che lui nutre per Fleur ha rappresentato uno spiraglio di luce. E come se Bill lo avesse utilizzato come ancora per attaccarsi ferocemente alla vita, rifiutandosi di lasciarsi andare all'oblio.
Brava, bella storia.
Un abbraccio,
Blue
Ps: il prompt che hai utilizzato non era sicuramente dei più facili. |