Recensioni per
E dei remi facemmo ali al folle volo
di sacrogral
Una bellissima prova di scrittura, un esercizio magistrale, soprattutto per chi legge questo autore per la prima volta. I personaggi, non presentati, prendono forma parola dopo parola, così come il mistero o rompicapo, che si intravede solo alla fine. È un rompicapo anche la scrittura talvolta, ed è lì il suo fascino. Questi strambi personaggi meritano un romanzo tutto per sé, mio caro Graal. Pensateci. |
Caro Gral, il tempo è tiranno per me in questo periodo e confesso di aver letto il tuo antefatto "a rate". Pure a quest'ora sono di fretta ma una cosa te la devo dire. Adesso che hai lanciato il sasso non puoi mica ritirare la mano! Aspetto di vedere come intreccerai le vite dei "tuoi" personaggi con quelli della Ikeda...e ne varrà sicuramente la pena! |
Mio Gral, questo antefatto è bellissimo anche se, come accennato, fa attendere ancora la presenza di Oscar. |
Felix, qui potest rerum cognoscere causas ma |
Mio caro Cavaliere, sono momenti complicati quelli che stiamo vivendo e perciò ho voluto ritagliarmi del tempo per potermi immergere nel mondo che le vostre parole sempre sanno creare, e così ci avete riportato alla Disperazione che tanto amate e che ci avete fatto conoscere. Si possono percepire gli odori e i suoni della vita quotidiana della gente, tramite le vostre ambientazioni, all’interno di quella locanda, in un modo che altrove non si prova. Mi sono sporta sull’uscio ma non ho trovato la solita atmosfera, con quel popolo di varia umanità che contraddistingue il luogo stesso. Un silenzio quasi assordante si è concentrato in quel posto, con le poche persone che si osservavano, attendendo il momento propizio per svelare al poeta Gobemouche l’arcano. Lo si è chiamato alla Disperazione per dirimere una questione, e che gli altri avventori da soli non sapevano spiegarsi, e chissà che un uomo del suo ingegno potesse arrivare alla soluzione del dilemma. Qualcosa che si mesce alla Disperazione muta il comportamento di colui che ingolla il vino, dal corpo denso e piacevole, e mette a nudo i pensieri più disparati. Il poeta si è trovato a provare sulla sua pelle che la pozione ha effetti strani e chi ne è andato di mezzo è stato il piccolo Foret, anima pura e candida, che dovrebbe dal poeta essere accarezzato solamente con la sua penna. Lì alla Disperazione si considerano tutti insieme una variegata forma di famiglia che si supporta l’un l’altro come può. Tutti gli astanti, in questo frangente, il boia Sanson vicino all’affresco che raffigura la Nera Signora, il prete Etienne, l’oste Joss, persino il dottor Lassone medico della famiglia Jarjayes, tutti sono rimasti ammutoliti, perché l’episodio si è verificato nuovamente, pur con un altro avventore e allora occorre certamente indagare, ma con qualcuno che potrà ascoltare il loro argomentare, con mente aperta e tralasciando da dove provengano le persone che a lei si rivolgeranno, una persona dall’animo specchiato e che ha a cuore coloro a cui la disperazione alla loro vita viene comminata a piccole dosi, un tanto al giorno, quasi fosse una pena da scontare. Nel racconto si mischiamo sempre abilmente il sacro e il profano, scoprendo l’animo di ogni singolo personaggio nelle varie sfaccettature che la vita propone. Inutile sottolineare quanto sia sempre piacevole incontrarvi negli scritti che ci proponete e che immancabilmente ci conducono alla riflessione. Spero vorrete svelare l’arcano anche a noi lettori con una nuova tappa alla Disperazione magari in compagnia di Mademoiselle. La dama d’altri tempi, mentre vi attende, si inchina alla vostra fantasia e vi saluta caramente. |
Allora, La Disperazione… ogni volta che vi entro ne resto stregata. |
Una combriccola improvvisata e variegata, ma forse Oscar darà loro ascolto. |
Carissimo |