V
QUINTO POSTO, CON UN TOTALE DI 45,1/55
Rue de Cordeliers, di zorrorosso/zorrorosso@EFP
Grammatica e Stile: 6,1/10 (media tra 3,2/10 di g. e 9/10 di s.)
Ho trovato la grammatica piuttosto imprecisa, in particolare per quanto riguarda la punteggiatura. Inoltre c’è un flashback in cui i tempi verbali ti sono completamente sfuggiti di mano, approfondisco più avanti.
“e quello della penna” – “e da quello della penna” -0,20
“scrivere, sul foglio” – “scrivere sul foglio” separi verbo e complemento oggetto -0,50
“Coentempren” – “Coentempren-” il trattino è parte della parola troncata, pertanto va inserito all’interno delle virgolette -0,20
Penalità generica: tutte le volte che il trattino è usato come segno di punteggiatura non devi usare quello presente sulla tastiera - , ma quello lungo – . L’errore è ripetuto lungo l’intero testo -1,00
“e non poté più udire” – “e lui/lei/non si poté più udire”, con la frase scritta in questo modo, il soggetto risulta essere il gomito -0,50
“gli diede retta” – “gli aveva dato retta” -1,00
“le sue stesse gambe vive” – “sulle sue stesse gambe vive” in alternativa, avresti dovuto chiudere l’inciso che segue e mettere il verbo al plurale, per cui la penalità sarebbe stata maggiore -0,20
“ma per la giovane Simone,” – “ma, per la giovane Simone” oppure “ma per la giovane Simone” -0,20
“di cui ne conosceva” – “di cui conosceva”, il “ne” è pleonastico -0,20
“sangue si verserà” – manca il punto alla fine della frase -0,10
“la congedò le chiese” – “la congedo e le chiese” -0,20
“il percorso per lei e Jean-Paul, era” – la virgola separa soggetto e verbo -0,50
“arrivò il giorno, si scontrarono, cominciarono… accolse” – Da qui fino all’interlinea successivo, praticamente tutti i verbi sono sbagliati, in quanto il passato remoto è il “presente” della tua narrazione, pertanto eventi precedenti ad esso vanno scritti al trapassato. Inserisco una penalità generica relativa all’intera parte di testo, altrimenti sarei costretto a togliere un punto intero per ogni verbo errato. -3,00
Non ho trovato altri errori. Il punteggio è quindi 3,2/10.
Mi è dispiaciuto molto doverti assegnare un punteggio così negativo nel parametro grammaticale, soprattutto per il flashback che hai perso di vista e che ti ha causato una grande penalizzazione: ti consiglierei magari di impaginarlo tra due asterischi/interlinee in modo autonomo, magari scritto in corsivo, per far notare che effettivamente c’è uno stacco, in questo caso i tempi verbali sarebbero più liberi proprio per il distacco dal testo principale, mentre così tutto è di seguito e non ho potuto far altro che segnalarlo come un errore. E ripeto, è un vero peccato perché il tuo stile mi è piaciuto molto! A colpirmi sono stati soprattutto due elementi, ovvero la gestione delle pause e le descrizioni. Partendo dalla suddivisione in paragrafi, devo dire che all’inizio della lettura ero un po’ perplesso, in quanto la prima parte è piuttosto frammentaria: sei andata a capo quasi ad ogni frase, non solo all’interno del dialogo, quasi come a voler “sospendere” il tempo del racconto, ed è un espediente che alla lunga mi stanca, solitamente. Tuttavia, col procedere della storia i paragrafi hanno iniziato ad assumere lunghezza variabile, alternando parti dialogate a descrizioni introspettive, e posso dire che la storia è riuscita a prendermi, incuriosendomi sempre di più in quanto non sapevo dove sarebbe giunta. E in un certo senso non lo so bene nemmeno ora, ma ne parlerò poi nel parametro apposito. Passando invece alle descrizioni, le ho apprezzate moltissimo perché, per la maggior parte, sono ricollegate a un approccio soggettivo e introspettivo rispetto alla realtà: nulla viene descritto così com’è, ma tutto è perfettamente filtrato da una lente coincidente con gli occhi dei protagonisti (ne sono esempi le rovine delle terme di Cluny e Notre Dame, innalzate quasi a resti di un tempo perduto, oppure il Salon Careau, che diventa quasi lo specchio delle ipocrisie e delle contraddizioni che caratterizzano i suoi proprietari). Allo stesso modo, anche i cenni più brevi riescono ad essere significativi, come il dettaglio del vestito dalle apparenze costose, ma tessuto in cotone, o la descrizione della vasca da bagno di Marat, che mi ha catturato subito grazie a una caratteristica particolare, ovvero l’inserimento di una serie di attributi tramite polisindeto: ho trovato questa costruzione anche più avanti, all’interno della storia, ma ancora una volta con attenta moderazione. Infine, meritano un cenno a parte anche i dialoghi, che ho trovato ben calibrati e realistici, in particolare quelli tra Julie e Simone. Solo uno di essi non mi ha convinto, forse perché non ho colto la natura del riferimento, ovvero quello in cui due dei figli di Julie sono paragonati a Castore e Polluce: mi sono riletto il mito per sicurezza, ma proprio non sono riuscito a trovare un collegamento se non l’essere, forse, gemelli (anche perché mi pare che i Dioscuri fossero nati da due uova diverse di quelle partorite da Leda, non dalla stessa); lo stesso discorso vale anche per una parte successiva, ovvero il “non lasciar piangere il bambino”, cosa di cui mi è sfuggito il senso: avrebbe avuto senso che il bambino piangesse solo nel caso fosse neonato, visto che non credo che il processo di Maria Antonietta potesse coinvolgerlo in qualche modo, ma se questo fosse il caso non avrebbe certo smesso solo perché Julie l’ha stretto a sé (tanto che ho pensato potesse trattarsi del Delfino stesso, ma la frase successiva, in cui Julie piange perché, probabilmente, si rivede nella figura accusata della regina, mi ha fatto scartare anche quest’ipotesi). Sarebbe bastata una riga di contestualizzazione in più in entrambi i casi, ma così ho proprio perso dei pezzi per strada anche alla terza rilettura del paragrafo in questione. Ultimo appunto: ho notato che le spaziature tra le righe sono molto ampie, tanto da sembrare irregolari a prima vista, per cui ti consiglierei di cambiare le impostazioni dell’“a capo” riducendone i pixel perché la storia così risulta leggermente dispersiva. Ma è solo un appunto di gusto personale, che non ha influito nella valutazione. Ti faccio i miei complimenti: lo stile mi è piaciuto moltissimo, e sono certo che con una grammatica più accurata sarebbe riuscito a risplendere ancora di più, non lasciandomi l’amaro in bocca in alcuni (pochissimi) tratti per la scorrevolezza limitata delle frasi. Assegno un punteggio di 9/10.
Trama e Originalità: 8/10
Parto con una piccola nota di colore: sebbene ne conosca i caratteri salienti, non mi sono mai interessato ad approfondire nel dettaglio gli anni della Rivoluzione Francese e del Terrore, e la mia memoria sui nomi è notoriamente scarsa, per cui non mi sono reso conto che la storia parlasse di Marat fino al primo “Jean Paul”, e giustamente non ci stavo capendo nulla. Poi mi sono ricordato di Charlotte Corday, ho collegato i pezzi e sono partito da capo, sentendomi particolarmente poco sveglio poiché avevo scambiato Simone per un’OC (senza contare il resto).
Ritorno serio, e ci tengo a precisare che il paragrafo introduttivo della storia è scritto molto bene, e leggendolo con più consapevolezza del contenuto non l’ho trovato affatto confusionario, ma anzi ben strutturato, con un climax molto interessante che è raro trovare come prologo di una oneshot. Mi è sfuggito un solo particolare: perché il nome di Julie Careau era nella lista di Charlotte Corday? Con una rapida ricerca non sono riuscito a capire se esso fosse davvero lì o se sia stata una tua aggiunta, e soprattutto mi ha fatto strano il fatto che una ragazza di provincia come la Corday fosse a conoscenza (in modo pare approfondito) del legame tra Marat e gli esponenti del Salon Careau, visto che tu stessa all’interno del testo dici quanto fosse rischioso il fatto che un esponente di punta della rivoluzione dialogasse con la vecchia nobiltà. Di certo lo sgomento di Marat di fronte alla lettura del nome è ben giustificato, e l’intero passaggio è stato gestito molto bene.
C’è però una cosa che mi è sfuggita, e che anche dopo molte riletture mi lascia ancora fortemente perplesso. Lo dirò in modo forse troppo diretto, ma non so come fare altrimenti: qual è il punto della storia, che cos’è che si voleva raccontare? L’introduzione è breve e concisa, e indica che la storia parlerà di diverse donne nell’ambito della Rivoluzione Francese, legate tra loro dalla figura di Simone. Eppure, più volte mi è sorto spontaneo chiedermi quale fosse il senso di determinate scene, che per quanto bellissime mi sono risultate un po’ fini a loro stesse, secondo me. Spero di starmi spiegando bene, perché non so se effettivamente questa “critica” ha molto senso: ci sono molte storie scritte “a sezioni”, ed è un effetto anche voluto e che ha avuto le sue ripercussioni positive sull’impatto che il racconto ha avuto sul me lettore, che è stato molto amplificato da ciò! Tuttavia ho avuto quest’impressione costante, che non mi ha consentito di essere convinto al 100%. Provo a farti un esempio, usando il primo dialogo tra le due protagoniste: Simone va a trovare Julie per sapere qualcosa in più riguardo al suo coinvolgimento nella morte del compagno, ma ne parlano solo per breve tempo, prima che la discussione si sposti sulle riflessioni relative a matrimoni e laicismo (mettendo in primo piano quel dualismo tra vecchia e nuova Francia che caratterizzerà ottimamente l’intero racconto) per poi ritornare solo sul finale su Charlotte Corday. Ma alla fine di tutto, la visita di Simone a cosa ha portato se non alla partecipazione di Julie alla decapitazione di Charlotte e al processo a Maria Antonietta?
Ripeto, la storia è bellissima, ma allo stesso tempo inafferrabile, forse fin troppo, e la trama in sé è passata in secondo piano rispetto alle sezioni introspettive e alle riflessioni critiche poste sul contesto storico attraverso un punto di vista interno e così coinvolto negli eventi.
Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 10/10
Solitamente tratto il finale della storia nel parametro dedicato alla trama, ma in questo caso, anche in virtù di ciò che ho detto precedentemente, questo aspetto non può che essere trattato qui, visto che la trama si dissolve lungo il corso della storia, lasciando spazio al solo sviluppo dell’interiorità dei personaggi in relazione al contesto circostante (che normalmente corrisponde alla trama, ma il evito di ripetere lo stesso discorso che ho fatto prima e che riprenderò nel parametro del gradimento personale XD).
Partendo dalla scelta della protagonista principale, posso dirti che l’ho apprezzata moltissimo: Simone è una donna moderna, convinta sostenitrice della Rivoluzione e della necessità di un cambiamento. Eppure, qualcosa in lei e intorno a lei le ha sempre sussurrato il contrario: l’espressione di Marat durante l’esecuzione del re e l’innalzamento del tricolore, i processi e i conflitti interni tra fazioni che ne conseguono, e ancora più fortemente la morte dell’amato e l’incontro con Julie. Noi sappiamo che, nel giro di pochi mesi, la situazione sarebbe degenerata nel regime del Terrore e nell’esecuzione della regina (il cui processo chiude simbolicamente il racconto, dando veramente una chiusura al processo che ha portato Simone alla consapevolezza di tutto ciò che la Rivoluzione non voleva essere, e che era invece diventata; il suo stringere il bambino di Julie è stato più un gesto di conforto verso sé stessa, in realtà), ma la protagonista l’aveva ormai capito tempo prima, semplicemente camminando tra le vie della città. Hai disegnato una parabola perfetta, che mostra una donna coraggiosa, indecisa e tormentata al tempo stesso, mossa dall’amore e da ideali ormai perduti. Lascio solo un breve cenno sulle caratterizzazioni degli altri personaggi, costruite un po’ intorno alla protagonista: Charlotte e Jean Paul sono stati raffigurati in modo realistico, coerentemente alle loro controfigure storiche, mentre Julie ha avuto spazio quasi come strumento, volto a mostrare alla protagonista tutte quelle contraddizioni, quei nodi della Rivoluzione che non erano ancora venuti al pettine in dubbi consolidati. Davvero complimenti, hai sviluppato i personaggi alla perfezione!
Bonus: 7/10
Contesto – Illuminismo/Età delle Rivoluzioni: La storia narra degli eventi che hanno circondato la morte di Marat, pertanto è inequivocabilmente ambientata durante la Rivoluzione Francese, di cui descrivi attentamente le contraddizioni. 2,5/2,5
Sottogenere – Avventura: Ho capito il significato della tua spiegazione, ma ugualmente non trovo che il genere sia stato sviluppato sufficientemente: Simone attraversa la città a piedi in condizioni rischiose, tuttavia non sembra mai che sia effettivamente in pericolo! Sì, viene accennato dalla prosa in un punto specifico, ma durante la lettura questo aspetto non si è sentito. Al contrario, l’elemento dell’accordo con una persona dalle vedute opposte è emerso bene, così come l’evoluzione del pensiero della protagonista, pertanto posso dire che il genere è presente, ma andava approfondito ulteriormente. 1,25/2,5
Oggetto – Bandiera: Il tricolore francese sventola per la prima volta durante l’esecuzione di Luigi XVI e qui, contrariamente a quanto ho detto nel parametro relativo al luogo, si può notare davvero la centralità dell’elemento, che soppianta le istituzioni monarchiche ed ecclesiastiche e dà inizio a quella che, agli occhi dei protagonisti, sembra un’età nuova. Avrei preferito ritrovarla anche al di fuori del flashback, ma trovo che l’elemento sia stato comunque usato correttamente. 2,25/2,5
Luogo – Terme: Durante il suo attraversamento della città, Simone passa dalle antiche terme romane di Cluny. Tuttavia, l’impressione è che sarebbe potuta passare da qualsiasi altra strada secondaria senza che la trama si modificasse affatto. È molto interessante la riflessione in cui la protagonista confronta la vecchia e la nuova Parigi, ma dal mio punto di vista l’elemento principale che l’ha fatta scaturire è stata la Chiesa (con tutti i suoi simboli), e non le terme che risultano quindi in secondo piano anche in questo caso. 1/2,5
Titolo: 4,75/5
Il titolo mi è piaciuto molto, l’ho trovato diretto e ben centrato sull’argomento: un lettore informato sull’argomento capisce immediatamente che la storia verterà sull’assassinio di Marat, ma allo stesso modo chi non conosce e fondo la questione può comunque intuire l’ambientazione, durante gli eventi della Rivoluzione Francese. Inoltre, ho trovato molto intelligente in relazione al contenuto della storia il riferimento a una strada piuttosto che a un altro elemento collegabile alla morte di Marat, per cui sì, ho apprezzato il titolo anche durante il proseguimento della lettura. Non assegno il punteggio massimo solo perché non l’ho trovato uno di quei titoli che “prende” il lettore e lo trascina nella lettura della storia, ma nella sua semplicità è davvero bellissimo.
Gradimento Personale: 9,25/10
La storia mi è piaciuta molto, e, ti dico la verità, non me lo sarei aspettato. In particolare, durante la prima lettura l’ho sentita piuttosto impersonale e distaccata, e solo un poco alla volta sono riuscito a passare oltre a quelle caratteristiche che la rendono difficile da valutare in “ottica contest”, e ad apprezzarne i tratti più sfumati, magari a volte non approfonditi quanto avrei desiderato, ma pur sempre unici e veramente originali (sia per la scelta delle protagoniste, ma soprattutto per la resa – così insolita a livello di narrativa – di tutto ciò che le circonda). Tra le storie che ho letto finora, questa è sicuramente quella che mi ha colpito di più, perché i cambi di indirizzo che le hai dato sono risultati al tempo stesso drastici e naturalissimi, e sono riusciti ad incantarmi e a confondermi insieme. E non è una cosa da poco.
Non assegno un punteggio più alto per l’aspetto formale della storia, in particolare per la parte grammaticale e stilistica nei punti che ti ho segnalato sopra (quei pochi dialoghi e il flashback), che mi ha un po’ disturbato durante la lettura. Per il resto, più procedevo e più la mia immersione nel racconto diveniva totale: è una cosa che non dico quasi mai, ma avrei davvero voluto leggerne di più. Questa non è una storia “da contest”, ma di per sé è stupenda, e per quanto riguarda il contenuto trovo giusto che non sia stata modificata per renderla più adatta a delle richieste specifiche. Complimenti, davvero! |