Un altro hit, questa poesia.

Non è per niente banale mettere in versi tutto quello che si respira in discoteca.
L'hai saputo fare con abilità e profusione di riferimenti culturali.
Avrei visto bene le tue parole in una canzone di Gabbani.

Mi piace la "poetizzazione" del popolo delle discoteche.
Sono combattuti fra un anelito di ebbrezza e una smania di creazione.

Solo gli ultimi due versi - importanti per dare nuova luce a tutto il lavoro - non mi sono del tutto chiari. Quella "china" che il buon Francesco interpreta come "piena", nel suo dialetto avito.
China verso dove? Verso la perdizione? Verso un facile futuro in discesa? Verso l'apprensione di chi non sa come si evolveranno le cose?

Un abbraccio.

Leggi la risposta dell'autore

Calati iunco che passa la china.Non credo tu riesca a comprenderne il senso .Ma quella china mi lega ai tuoi versi cosi' convulsi,cosi' asciutti,cosi' temerari nella girandola di immagini,di desideri asessuati.Vuoi scommettere che sarai capace di scrivere una poesia che sia una apertura di imposte in un mattino di sole?Io penso di si' per la bravura che nascondi nella penna ma non nella mente in questo momento.Un saluto.
Pasta 12/3/21

Leggi la risposta dell'autore

Buongiorno,
wow, che ritmo avvolgente!
Poi leggendo questo con senno di adesso, sembrano eventi di un passato remoto e ormai sconosciuto.
Brava!

Leggi la risposta dell'autore

Ciao! Hai un modo di scrivere che mi piace particolarmente: utilizzi un lessico ricercatissimo e vario e ricorro spesso ad assonanze dissonanze e rime. Continua così, perché hai un potenziale immenso.
Brava!
Un saluto
Roberto

Leggi la risposta dell'autore