Bella anche stavolta!
Questa poesia parte con grande fatica. Quell'insolito "pesante attorno", quel punto e virgola finale: il sussulto di un motore che stenta a girare come dovrebbe. È l'estremo vagito di un'anima appesantita.
Si sviluppa poi attraverso un brillante contrasto fra "il proprio io personale" (mi suona male questa espressione) e le false blandizie della città.
Quell'"auto-confinati" dà da pensare: ce lo siamo cercati noi?
E dopo lo sfogo conclusivo arriva il corollario, arioso e contagioso: "potremmo fuggire…"
Quante volte l'ho pensato anch'io… Probabilmente però non importa neanche fuggire, sai? Basta prendere esempio dal bambino, come proponevi l'altra volta. Vivere ogni giorno con fantasie diverse pur nello stesso posto estenuante.
Sei brava, comunque!
P.S. Quei due "bellezza" nell'ultima strofa stonano un po', sanno di ripetizione, in mezzo all'eleganza delle altre parole. |
