Recensioni per
E dei remi facemmo ali al folle volo IV
di sacrogral

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
02/07/21, ore 18:31

E sono ancora qua: e già; questa ff crea dipendenza, forse, come il Maudit. Come premesso, essendo tipa disordinata e poco analitica, e anche un pochino ingorda, se posso, qui cercherò di mettere nero su bianco le mie impressioni dei capitoli III e IV; ché uno per volta non riesco a leggerti, e tre sono troppi per la mia fragile e impressionabile complessione. Sottofondo musicale per la lettura: "iL TRILLO DEL DIAVOLO", che mi pare appropriato, per argomento e suggestioni. Ma, soprattutto, questo Sade, che mi ricorda tanto (che è?) il Geoffrey Rush di "Quills" (accidenti: dimmi che arriverà anche l'abate Coulmier con la faccia di J. Phoenix..), mi piace sempre più: il solo uomo libero da tutto, forse (?), purtroppo, anche dall'umana pietà.. Eppure, le ripetizioni sul "Leviatano" che impartisce alle giovani allieve, mi ricordano tanto quelle di Lord Wells, sempre generoso, come tutti i veri nobili, di condividere la sua conoscenza, in campo matematico e fisico, con giovani ansiose di apprendere. Sbaglio?
Grazie per la citazione dei "Miserabilii": quante volte ne ho riletto qualche passo, quanto spesso mi è venuto spontaneo associare alla figura di Jean Valjean quella di André (per la loro totale capacità di darsi, di essere generosi sino allo stremo per chi amano, per la loro capacità di sacrificio sino all'ultimo e senza mai dire o rivendicare nulla?), e quante volte ho sperato di incontrare un emulo moderno del buon vescovo Myriel? (a proposito: ci penso spesso; il vescovo, se ti ricordi, era stato sposato e rimasto vedovo sotto il Terrore...come dire: ma se non conosci la vita, la vita vera, come fai a essere davvero solidale con i mali dei tuoi simili?).
Particolare che mi ha inchiodato: l'altalena. Anche io ne avevo una: anche io mi divertivo oltre ogni limite di sicurezza, a toccare le foglie dei rami più alti dell'albicocco che adesso non c'è più, come la "Demonia" dell'"Occhio del Gatto"; però io sono caduta di peso, e non ho avuto chi attutisse la mia caduta.
Sono ammirata da questa trama...vorrei correre in avanti e leggere gli ultimi capitoli postati, ma mi trattengo (a stento).
Però una cosa te la chiedo: ma che cast suggeriresti a Kubrik per il film sulla nostra Oscar? Chi crederesti degna di darle viso e corpo? Io pensavo a Jessica Chastain...;)))
Ancora complimenti... il Maudit dà dipendenza.
Prossima tappa: capitoli V-VI-VII-VIII, se riuscirò a reggere l'emozione tutta insieme.
PS.
Si era richiesto un po' di Orazio, se non mi sbaglio? Credo che Orazio sia servito.
Ossequi e omaggi, e anche una garbata riverenza, e a presto.
Oltre a Dorabella, credo che varie Fiordiligi ora stiano leggendo la tua opera....

Recensore Veterano
24/04/21, ore 04:23

È il racconto dalle piccole gemme, grani di un rosario che incoronano il meraviglioso sfavillio di sole e parole che è quella descrizione abbagliante di una regina, dei suoi profumi, dei suoi colori e poi della sua essenza in quel dondolio che è trappola di felicità. Volo di un mondo racchiuso nell’andirivieni e in una libera caduta, di quando era permesso essere spontanei e tutto, che rimane legato alla terra, alla gravità, e che, anche quando vi rovina volutamente contro, si schianta tra le braccia della medesima gioia. 
E noi allora ci ubriachiamo di Maudit, di parole, di scene e visioni e soprattutto di possibilità. Io non lo so davvero si deus est unde malum ma la dialettica si innalza, si inasprisce ed è difficile discernere. Una partita a due con avversari disuguali e monsieur le Marquis è parte di quella forza che vuole costantemente il Male e opera costantemente il Bene ma anche precisamente l’esatto contrario.
Maudit è forse Justine, Primo Levi avrebbe detto che ci sono elementi facili e franchi, incapaci di nascondersi, come il ferro e il rame; altri insidiosi e fuggitivi come il bismuto e il cadmio ma nelle puntate rapide “da guerra di corsa” l’autore preferisce sublimare il mercurio in goccioline, trasformare il sodio in cloruro.
Nella cospirazione del silenzio la sua figura era e rimane oscura, tutti lo conoscono ma nessuno lo ho mai fatto davvero, bello scrutarlo negli occhi limpidi di loro.

A presto,
Minaoscarandre

Recensore Veterano
21/04/21, ore 13:54

Allora, se la vita è un sogno dentro un sogno, questo è un sogno meraviglioso.
Non vi è nulla di cui io debba dispiacermi, nulla da perdonare.
Il tempo di due stagioni è passato, alcune cose son mutate, altre restano immutate.
Immutata la giovialità, la facezia, del Marchese, che par attendere i suoi ospiti, ciononostante appare guardingo. Lieto li accoglie, mutati son gli umori, mutata è la casa, ove vi era solo silenzio e abbandono ora vi è vita e natura rigogliosa.
Mutata è lei che ha imparato a credere agli occhi delle persone, a credere a ciò che essi dicono senza più ascoltare soltanto le parole, che possono ingannare e mentire. Sa che il Marchese non conosce il senso di colpa, sa che non troverà in lui un qualche rimorso, un barlume di comprensione per chi soffre a causa del Maudit.
Immutato è lui, cavaliere innamorato, che diffida del Marchese, ma ne comprende in qualche modo l'animo perché crede che un uomo debba avere una seconda possibilità. Un'istantanea… che affiora alla sua mente, un momento felice che sa di primavera. Lei, ragazzina spensierata e giocosa, lei ragazzina determinata e coraggiosa, lei luce e vita, sempre nella sua mente. Lui sempre al suo fianco pronto ad affrontare il Marchese.
Si fa cupo e minaccioso il Marchese, dubitare di lui, delle sue idee che rigettano ogni forma di superstizione, di sciocche credenze, sembra essere l'offesa più grande. Getta la maschera il Marchese, lui che ha creduto di essere compreso, accettato da chi considerava scevro da pregiudizi. E ora si fa minaccia reale.
Si osserva solo quello che si vuol vedere, ma se si ferma lo sguardo si può sentire ciò che lo sguardo non vede.
Continua il folle volo, continuo a volare.

Recensore Veterano
20/04/21, ore 02:15

Oscar e André sono nuovamente sulle tracce del Marchese de Sade, con uno spirito e dei convincimenti diversi rispetto al loro primo incontro, che ricordo di avere letto e recensito. E' Autunno, periodo di vendemmia, i vigneti del Marchese sono pieni di fittavoli e contadini, al suo servizio per la raccolta dell'uva e la produzione del Maudit, il vino incriminato.
Bello il ricordo dell'altalena, con Oscar in uno di quei rari momenti in cui poteva sentirsi libera di lasciarsi andare alla felicità e al puro divertimento. La narrazione che ne fa André è da brividi, sembra descrivere la creatura più meravigliosa che potesse esistere. Poi, il brusco ritorno alla realtà di un ruolo imposto e Oscar che si lascia cadere a mezz'aria, salvata dal "cavaliere innamorato", capace di cogliere magicamente ogni singolo accenno di pericolo. Ed ecco finalmente, il confronto del Marchese con Oscar, le accuse, alle quali ribatte con idee illuministiche che appaiono condivisibili, ma false sulla bocca di chi le pronuncia. Infine la reazione determinata alle provocazioni di André, con i nostri, accerchiati dai lavoratori del Marchese de Sade pronti a difendere il loro padrone. Un capitolo che sembra finalmente svelare la vera natura di de Sade e che lascia molti dubbi su ciò che potrebbe accadere. Complimenti per questa realtà alternativa che hai immaginato, con personaggi stravaganti che sembrano man mano assumere, sempre più, una dimensione credibile.
(Recensione modificata il 20/04/2021 - 02:25 am)

Recensore Master
18/04/21, ore 15:57

Mon cher Monsieur le Chevalier,
un passaggio che ci riporta a vostre precedenti storie che questa dama purtroppo non ha avuto l’occasione di leggere, ma anche senza una preventiva lettura la personalità del divin marchese esce in tutta la sua potenza, così come emerge il suo pensiero sul bene e il male e sull’impossibillità che esista il demonio se non esiste per lui un Dio che manifesti la sua influenza, che lui afferma essere solo superstizione da dare da bere ai poveri stolti plebei. “Ed è subito sera” un tocco di poesia in mezzo a tanto materialismo, messo peraltro in scena per tentare di far valere le sue affermazioni e forse zittire l’ardire di Oscar, venuta a trovarlo in casa sua per accusarlo di ordire trame con il maligno in persona a danno della popolazione parigina tramite il Maudit.
Molto d’impatto la visione di Oscar su quell’altalena, dove inconsciamente voleva affermare la sua possibilità di distaccarsi da tutto ciò che la teneva ancorata a terra, quando ancora era convinta di poter avere potere sulle sue scelte, mentre invece erano già organizzate e preordinate da un padre che aveva una visione ben definita di quella figlia, la quale doveva essere il suo naturale prolungamento, erede del suo casato. Altrettanto belli i ricordi che Andrè ha di quell’intermezzo al quale ha assistito e nel quale ha potuto godere della gioia di Oscar fino a quando il padre ne ha smorzato ogni entusiasmo riportandola con i piedi ben piantati in terra.
Ma il divin marchese sta tendendo loro un agguato con il suo parlare, che ha distolto i suoi ospiti dagli atti che con noncuranza ha compiuto, facendo sì che i due si trovassero quasi accerchiati da un discreto numero di diseredati che vivono e obbediscono agli ordini del marchese che ne nutre il corpo, poiché serve ai suoi oscuri scopi e nel contempo ne plasma a suo piacimento le coscienze senza che loro se ne accorgano.
Ora occorrerà veramente una missione di salvataggio per loro poichè Foret, con la sua anima candida, pare avere avvertito il pericolo in cui si trovano con quell’affermazione che è uscita strozzata dalla sua gola e ha riecheggiato alla Disperazione.
Non fateci attendere troppo per risolvere questa questione dirimente.
Non mi resta che ringraziarvi per gli sguardi che ci concedete con la vostra bravura sul variegato mondo in cui, passo dopo passo, ci addentriamo.
Vi giunga un caloroso saluto ventoso, come il tempo dalle mie parti, che non è mai statico ma in costante mutazione, dalla vostra dama d’altri tempi.

Recensore Master
18/04/21, ore 03:52

Carissimo...
Non mi riesce di inquadrare bene questo tuo nuovo capitolo. Forse sarà anche a causa dell' ora... eppure a me esso sembra, nonostante l' ottima qualità delle scene proposte, "scritto troppo apposta e perfino un po' di corsa". La soddisfazione dei veder cadere la maschera dal volto del (poco) divin marchese è stata immensa! Non se ne poteva più di tante sue pregresse moine. I Nostri si sono fatti gabbare come dei pivelli... Come sarà potuto accadere?! Ora si rende necessaria l' organizzazione di una missione, magari di matrice parigina, per il loro salvataggio, possibilmente rapido.
Sul fatto che de Sade sia un amante, anche grande, della vita ci sarebbe molto da discutere... e da controbattere.
Un affettuoso saluto

Recensore Master
18/04/21, ore 00:23

Io adesso le voglio leggere tutte le storie tue perché mi piacciono assai! Non è solo il fatto che scrivi bene, mi piace che non "sbrodoli" come me e pure resti ricco di dettagli e particolari. E mi piace il ritmo e il fatto, in questo caso, del cliffhanger.
E muoio dalla voglia di sapere del Maudit, come e sopratutto perché.
E poi mi piace che citi Quasimodo. E pure il marchese, ma quelle non le avrei mai riconosciute - sono ignorante, mi sa ;P

L'immagine di Oscar sull'altalena è molto bella, come è bello quell'obbedire istantaneo ai desideri del padre, soprattutto quando nel rimprovero c'è di mezzo l'aggettivo "femmina" - io non so se lei sapesse di esserlo, se l'ha capito nel tempo, ma credo fosse orgogliosa di essere diversa dalle altre, una tosta, non come le altre "femmine", una intelligente ed una con un futuro che non prevedeva solo un matrimonio.

Mi piace pure de Sade, che non ha nessuna intenzione di far duelli - e in fondo ha ragione.
Mi piace che fa l'illuminsta, ma tratta André da disprezzabile popolano - la vita è unica, ma lui è pur sempre marchese, non s'allargamo. Ora io lo voglio sapere, è stato lui? E ora che Foret fa l'annuncio che succede?

Bravo!