Recensioni per
Vestiti
di Sofifi

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
23/01/22, ore 22:29
Cap. 1:

Ed eccomi anche qui!
Che dire, ho apprezzato tantissimo anche questa flash. Mi è piaciuto in particolare il fatto che tu abbia scelto di descrivere la vita di questa ragazza attraverso i suoi vestiti, che, si sa, dicono davvero tanto di noi. Si parte quindi da bambina con vestiti troppo grandi per lei (e penso che ci siamo passati più o meno tutti), per proseguire poi con l'adolescenza dove forse quei vestiti larghi servono a sentirsi comoda, non solo nel vestiario, ma anche con se stessa. Questa è una mia interpretazione personale, nel senso che ricordo ancora una ragazza alle medie con me che metteva vestiti larghi perché era una delle poche sviluppate e si vergognava a far vedere le "forme" (ed essendoci passata anch'io, anche se non portavo vestiti larghi, posso dire che ne aveva tutte le ragioni perché i ragazzini sanno essere molto crudeli).
Ma quando alla fine ti abitui alla sicurezza di quel tipo di vestiti, cambiare diventa difficile. E poi la vita di L. si interrompe così, con la sua quotidianità spazzata via da un camion in corsa. Mi ha colpito la naturalezza di questo evento, perché alla fine come umani ci sentiamo tanto importanti, ma ahimè la morte è un po' un terno al lotto, ti può capitare a 80 anni oppure domani. In questo senso il destino è ineluttabile, siamo noi a cercare significati nelle cose, ma penso che nella morte un significato non ci sia, accade e basta, proprio come è successo alla protagonista.
Nella scena finale, ciò che mi ha colpito di più è la poca importanza che il becchino dà al vestiario, ma non perché sia una persona superficiale, ma perché nel momento in cui moriamo tante cose non hanno più alcun senso. Di certo un morto non è modaiolo, sono tutti concetti umani e legati alla società che smettono di avere un significato nel momento in cui ne usciamo. E diventiamo un corpo come tanti altri.

Insomma, una bella lettura anche questa, profonda e dissacrante, due aspetti che coniugati insieme mi piacciono sempre molto. E tu sembri avere un bel talento nel metterli insieme!

Alla prossima,
Simona

Recensore Master
13/07/21, ore 19:27
Cap. 1:

Ciao Sofifi,
sono qui per l'iniziativa del Giardino "Ti dedico una recensione."
Ho scelto questa storia perchè ero curioso di vedere come avevi coniugato due generi di norma agli antipodi, ovvero il drammatico e demenziale. Devo dire che come esperimento è molto, ma molto, riuscito.
Una storia estremamente reale, per alcuni versi purtoppo, leggasi lo stroncare una giovane vita a causa di un incidente stradale, concludendola con una sana spruzzata di cinismo nero o black humor.
Come dicevo la prima parte è estremamente reale, perchè lo interpretata, secondo il mio modestissimo parere, come una bambina/ragazza/giovane donna, sia constantemente insoddisfatta del proprio fisico, di come le vanno i vestiti, della maledettissima peluria e del fastidiosissimo ciclo. Solo che tutto questo finisce a causa di un camion fuori controllo.
E poi viene la parte del back humor. Onestamente credo che chi faccia quel mestiere, per resistere a tutta quella morte, sviluppa un cinismo e una visione della bellezza alquanto particolari. Nonostante la brevità del testo, hai saputo mettere in mostra dei dettagli molto particolari durante la "vestizione" del cadavere. Ad esempio come il becchino vede quel corpo dal suo punto di vista, le sue osservazioni mentre lo veste, il suo umorismo macabro sul fatto che non importa che il vestito sia di due taglie più grandi, tanto a breve sarà molto hot! Per non parlare della chiosa finale.
Una storia molto particolare, che ho letto con estremo interesse.
Per chiudere questa recensione, ti lascio i versi del mio poeta crepuscolare preferito: Mino Pausa.

Frammenti di un frontale

Hai sporcato il guardrail di rosso,
il femore con la tibia sono più in là… nel fosso.
E ancor più in là giace sulla strada bagnata,
la tua scatola cranica… non più confezionata.

A presto.
Mask.

Recensore Master
13/07/21, ore 17:27
Cap. 1:

Ciao cara ^^
Questa storia è particolarissima e io temo di non riuscire a renderle giustizia, ma mi ha colpita a tal punto che in qualche modo dovevo provare a scrivere qualcosa di sensato.
Innanzitutto, ciò che subito salta all’occhio, malgrado l’argomento terribilmente drammatico, è la sottile vena di umorismo nero che permea l’intero racconto. Ci presenti questa ragazza, L., che sembra passare attraverso la vita così come si infila i vestiti, ovvero totalmente a caso, prima indossando abiti troppo grandi – per la crescita, quanti di noi hanno portato capi di abbigliamento che ci pendevano da tutte le parti proprio perché dovevano durare ben più di una stagione? Mi sa che ci siamo passati tutti in quella fase, chi più, chi meno. E poi l’adolescenza, trascorsa in un anonimato senza infamia e senza lode, con addosso un’accozzaglia discutibile di stili diversi, e forse anche fuori tempo. Un tempo che però si ferma, nel peggiore dei modi, e di questa ragazza che sembra aver calpestato questa terra senza averlo fatto davvero, non rimane che un mucchietto di ossa e pelle ricoperto, ancora una volta, da un vestito anonimo. Polvere siamo e polvere ritorneremo, però in questo caso l’amaro in bocca è tanto, perché i vestiti alla fine sono solo un accessorio, quel che conta è vivere, e a questa ragazza sembra che non sia stato concesso nemmeno questo diritto, né dopo lo scontro con il camion né prima. Ma avrà amato, avrà sofferto, sarà rimasto di lei qualcosa di più che un mucchio di vestiti gettati nell’armadio? Io mi auguro di sì.
Beh, se il tuo scopo era scombussolare, colpire nel profondo il lettore, direi che ci sei riuscita benissimo. Hai uno stile particolarissimo che va dritto al punto e lascia a bocca aperta, quasi increduli – confesso di aver pensato, in un paio di passaggi, “oddio, l’ha scritto davvero”.
Grazie per aver scritto questa storia e averla condivisa con noi <3
A presto!

padme

Recensore Veterano
10/07/21, ore 23:10
Cap. 1:

Settimana scorsa avevo intenzione di recensire questa storia ed ora eccomi qui. Non so dirti esattamente cosa ho provato leggendo questa storia, ma ho avuto la sensazione di non star vivendo davvero questa vita: non sono una che sta dietro le mode, e un po' come L magari non ho nessun abito carino nell'armadio, ma il fatto che io programmi tutto mi ha fatto pensare davvero alla fatalità della vita. L progettava di mettere quel vestito per i prossimi 10, 20, 30 anni e invece è morta sotto un camion e adesso quel vestito nemmeno le sta bene -ora che ha le costole che bucano il torace. Ho apprezzato particolarmente il black humor di questa storia e che peccato morire così giovane e non avere un vestito decente da indossare al proprio funerale. Io non so se era questo il messaggio che volevi far arrivare al lettore - vivere la vita per come viene, non preoccuparsi del parere altrui- ma io l'ho interpretato in questo modo e posso soltanto farti i complimenti per questa perla bellissima che hai creato. A presto

Recensore Junior
10/07/21, ore 10:43
Cap. 1:

Ciao, buongiorno ^^
Ti lascio un commento breve, perdonami, ma ho sempre un po' di difficoltà a recensire storie brevi, quelle ben scritte come questa, che appunto riescono a dire tanto in pochissimo, una qualità che ammiro. È un componimento molto particolare, mi ha sorpreso per la forza delle immagini, per come sei riuscita a parlare della morte (e della vita) attraverso una cosa apparentemente banale come i vestiti, gli indumenti di una donna che ne segnano in qualche modo l'esistenza fin da quando è bambina, evolvono con lei, le ricordano il suo destino di dolore (le mestruazioni), il corpo che cambierà e invecchierà e non le sarà perdonato in quanto donna... Forse sto partendo un po' per la tangente, ma davvero la lettura mi ha ispirato tante cose e con così poche parole! Non so nemmeno spiegare bene cosa ho provato, se non che mi ha colpito molto. Scorrevole e intensa la scrittura, alcune frasi son particolarmente riuscite, tipo questa: "Ci balli dentro anche con le costole che ti bucano il torace."
Complimenti! Ne approfitto e ti auguro buon weekend ^^
Prim

Recensore Master
04/07/21, ore 18:51
Cap. 1:

Ciao!
Non è semplice commentare una storia simile, trovo sia particolarissima.
Per quanto distanti, come tema e trama e forma espressiva, la seconda parte mi ha ricordata 'A livella di Totò, che con eleganza e ironia mette a nudo le debolezze dei vivi lasciando parlare i defunti. Nel tuo caso nessuno parla, è un narratore onnisciente ed estraneo a narrare i fatti, che si rivolge alla protagonista con un tono che è quasi di sufficienza, anche quando cede al black humor, eppure riesce a fotografare con estrema precisione lo spaccato di vita rappresentato da L., che mi è parsa metafora un po' dell'ansia di programmare – essere pronti a ciò che riserverà il futuro – e un po' della società delle apparenze – che impone modelli, decide mode, dice cosa è bello e cosa non lo è.
In questo contesto, trovo che quel Vestiti del titolo, sia sostantivo sia verbo, riesca a filtrare il messaggio in maniera quasi brusca, perché non citi chissà quale valore o pensiero che accompagna la tua protagonista, il metro della sua vita (e morte) è scandito da vestiti, da cose che in fondo sono solo cose e che se diventano di più è solo perché è L. a dare loro più importanza di quanto meritino – non a caso, quando è ormai defunta, perdono tutta la loro apparenza e non sono altro che oggetti.
Passando all'altra metafora, quella che citi anche nell'introduzione, e cioè questo programmare ossessivo, ho apprezzato come tu abbia evidenziato con questo stile a metà tra il serio e il faceto quanto riesca a fagocitare il presente: L. non veste mai vestiti della sua taglia, c'è sempre un dopo per cui conservarli, per quando saranno giusti, ma mentre si preoccupa del dopo perde il presente – una perdita che il racconto evidenzia nella maniera più crudele possibile, cioè con la perdita della vita stessa.
Non sono sicura di essere riuscita a cogliere sino in fondo il significato di questo racconto, ma di certo non mi ha lasciata indifferente e tu sei stata veramente brava nel cimentarti in questo stile che narra il dramma con amara ironia – dubito sia da tutti riuscirci in maniera credibile.
Complimenti come sempre!

Recensore Master
03/07/21, ore 18:19
Cap. 1:

Non ho idea cosa sia stato a farti scattare questa peculiare molla per poter generare una narrazione di questo tipo: interessante, a tratti ironica che sfocia nel sarcastico come un Diario di Brigette Jones a random; e allo stesso tempo maledettamente cruda e a tratti cupa e malinconica.
I miei più vivi e sinceri complimenti: ci vuole genio per saper dosare certi elementi riuscendo a graffiare il cuore di un lettore in così poche succinte (ma allo stesso tempo piene di sentimento) parole.
Mi hai sorpreso in positivo.
Grazie per questo componimento narrativo.

Lady Rosiel
(Luna Azzurra.)