Recensioni per
La ballade du bourreau
di ilbilbo

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
14/06/21, ore 05:59

Buongiorno,
be', insomma, credo che ci siano mestieri molto difficili da perdonare :)
Ognuno ha sì la sua strada, ma questa era un po' troppo.
I boia da sempre sono avvolti da un'aura in bilico tra il mistero e la condanna.
A ciascuno il suo!

Recensore Master
09/06/21, ore 17:33

Carissimo menestrello scusa il ritardo. Veramente bella questa ballata agrodolce, a tratti grottesca e a tratti drammatica, proprio come la vita che a volte fa ridere, a volte piangere ma vale sempre la pena di essere vissuta. Ah...dimenticavo...chapeau!

Recensore Veterano
07/06/21, ore 22:10

Mi è molto piaciuta questa ballata macabra del boia Sanson.
Rime fantastiche e molto calzanti. Sapevo tutto della classe e dell'eleganza mostrate da Maria Antonietta salita al patibolo, ma niente sulla morte di Luigi XVI.. poraccio! 
complimenti! Esperimento riuscitissimo. 
 

Recensore Master
07/06/21, ore 21:04

Un menestrello capace di cantare anche di un personaggio controverso e terribile come il boia di Parigi in maniera quasi leggiadra. Lui eseguiva gli ordini, era il suo lavoro, tramandato di padre in figlio, sicuramente ben remunerato ma non invidiato. Ma anche lui era umano, provò sentimenti contrastanti per le sue vittime. Sicuramente fu colpito dal maldestro tentativo di Luigi di parlare che gli costò una morte atroce, o dal comportamento soave, controllato, estremamente gentile della regina che si scusò per avergli pestato un piede. Come sempre rime perfette. Chapeau.

Recensore Master
07/06/21, ore 20:51

Mio caro Bilbo, che sorpresa trovarti in questa sezione del sito, nella quale porti una ventata di novità, rielaborando alla tua maniera uno scritto altrui su un personaggio che molto ha fatto discutere per il lavoro che gli è toccato in sorte, il temibile boia Sanson. Sei stato lieve, con il tuo tocco hai trasformato, alleggerendo, ciò che stava avvenendo in quei terribili momenti, parlando in prima persona e facendo pervenire al lettore tutte le sensazioni da lui provate quando capitavano sotto le sue abili mani quei poveretti che dovevano subire la decapitazione. Ci parli di ciò che occorse al re Luigi Capeto, e devo ammettere che un brivido mi è corso lungo la schiena al pensiero della sofferenza arrecatagli, per non parlare della regina Maria Antonietta, tanto invisa al popolo che mai l’aveva considerata una di loro, e del suo “Pardon Monsieur” per avergli pestato un piede mentre si accingeva a subire la sua condanna. Sotto le sue mani, come sotto quelle del suo genitore prima di lui e di suo figlio, praticamente una dinastia votata a questo compito, molte teste sono saltate, molto ha guadagnato da questa sua arte, che ben pochi avrebbero voluto intraprendere, e nel finale sembra chiedere scusa per ciò che ha fatto.
Hai scritto una ballata per portare a conoscenza una figura terribile e controversa, dandogli però la sua giusta connotazione. Un lavoro, come ci hai abituato, che sempre suscita interesse. Un caro saluto.

Recensore Master
07/06/21, ore 20:23

L'hai arricchita, senza togliere nulla a ciò che avevo scritto io, ma plasmandola secondo la tua forma, quella di poeta elegante e divertente menestrello.
Il tema è rigido, duro, ma tu lo addolcisci con rime soavi.
Sono lusingata, caro amico mio.
Non potevo chiedere di meglio.

Grazie per aver donato un valore aggiunto al mio canto su un personaggio tanto controverso.

E grazie per averlo pubblicato qui.

Recensore Veterano
07/06/21, ore 16:51

"Lei "Pardon, Monsieur" si scusa,
lei, di grande charme soffusa."

E qui mi sono sciolta più volte, il pensiero di scusarsi, mantenere contegno, nonostante si è prossimi alla morte, paradossalmente e terribilmente m'incanta. Al tempo stesso nutro stima per la povera Regina, che fu tanto incompresa da viva, pure da morta.
Il ruolo del narratore - che di fatto è anche protagonista "passivo" - è forse uno dei ruoli più complicati, mesti, inquietanti che si possano svolgere. Non riesco ad immedesimarmi, ahimè, e mi succede poche volte. Il motivo è che preferirei essere al posto della "vittima" che essere un carnefice alienato e indifferente. Di fatto il boia non ha nulla di personale contro le persone che ghigliottina, tuttavia deve avere un cuore mostruosamente duro e freddo per riuscire a guardare negli occhi una donna o un uomo e pensare che la sua vita è appesa ad un filo che lui stesso sorregge e spezza.
Un re, un civile, un povero contadino, davanti alla morte siamo tutti uguali, non vi è differenza, e in certi momenti viene fuori tutta l'umanitá, lo spirito, conta la persona e non il ruolo. Come si poteva essere così ciechi? E ora mi riferisco anche al pubblico, il quale applaude come fosse in teatro a vedere l'ultima di Shakespeare. Orribile. Sempre pensato: sono i primi assassini, loro.

Per il resto nulla da dire, una parola tira l'altra, un andamento molto musicale, liscio.
Mi piace anche come hai giostrato bene con la lingua, l'accortezza degli accenti, non va affatto sottovalutato questo aspetto.

E niente, un bel lavoro ma non mi aspettavo diversamente.
Un abbraccio caloroso, Mellon, alla prossima!

Recensore Master
07/06/21, ore 15:52

Molto bravo, un componimento ben riuscito ma molto crudo, cruento. Capisco che bisognava immedesimarsi nel ruolo del boia( esperimento riuscito benissimo) ma ho provato troppa pena per Luigi e Maria Antonietta, non riesco ad essere positiva in questa recensione. Troppo strazio, un ' inutile barbarie. Molti colpevoli altri meno, alcuni innocenti. La ghigliottina non fece sconti per nessuno.

Recensore Master
07/06/21, ore 15:43

Un mestiere molto ingrato, anche se molto richiesto all'epoca; non immaginavo che il povero re Luigi avesse sofferto tanto.