Recensioni per
E dei remi facemmo ali al folle volo IX
di sacrogral

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/06/21, ore 15:41

Buon pomeriggio Sacrogral, scusa il ritardo.
Allora, arriviamo a noi, ormai secondo me è un dato di fatto, più mi piace una storia più i capitoli mi appaiono brevi, dovrei averci fatto il callo ma non è così.
La scena con cui apri il capitolo mi è piaciuta molto, mi ha trasmesso una tenerezza che non mi aspettavo di provare. Quando: Oscar capì che suo padre era capace di amore, e anche di amore per una femmina, ecco, qua un abbraccio a quella povera figliola glielo avrei davvero dato con tutto il cuore. Cioè io provo ad immedesimarmi in Oscar, a quello che una bambina avrebbe provato a vivere una vita come la sua, e questa sembra quasi un'epifania. Il sapersi amata anche se non maschio come il padre voleva. Ora che sta per andare verso la morte forse le torna alla mente quell'episodio proprio per quello, sa di essere stata amata anche da colui che l'ha costretta in una vita che non le aspettava. Che verosimilmente l'ha portata lì dove è ora. Poi magari questi sono solo castelli che mi faccio io nella testa eh, però ci sto e te lo dico, poi sono reduce da un esame e ancora ho la testa che sfarfalla quindi non so se sto dicendo baggianate :')
E poi eccoci qua, alla fine che spero non sia la fine di Foret ovviamente.
Ci credo che Thèrése sia incavolata nera, chi non avrebbe lanciato una maledizione al suo posto, morire per una cosa del genere farebbe arrabbiare credo chiunque. E poi il caro dolce Foret, che di scemo non ha proprio niente, ha capito tutto e capisce tutto.
Non farmelo morire grazie. Anche basta di sacrifici umani :D
Spero di leggere presto un nuovo capitolo, la curiosità è tanta, Andrè e il Marchese arriveranno in tempo? Lo spero per te. *Sono ironica, nessuna minaccia implicita😂*
Alla prossima :)
Gio

Recensore Junior
14/06/21, ore 22:03

Mio carissimo Gral, io rido per il solletico, per l’hysteron proteron che ho colto a Volo e che mi avevi promesso tempo addietro, ma, se è vero che ogni promessa è debito adesso io pago il mio, di riconoscenza, e rido ancora di più alla metonimia, allo scambio di nome e attributi con il Marchese, tentativo eccelso e maldestro di dirmi diversamente quanto ti piace scrivere, allegoria riuscita, io ti credo. 
Ma, veniamo al dunque: l’intreccio narrativo prosegue spedito, si cambia atto e il nuovo Volo è  preludio di catastrofe, l’epitasi si ferma nella catastasi, suo momento di sospensione naturale, 
e l’intrigo non è lontano dal  climax.
Ma si parlava di significati più ampi ed ecco che, subito, l’analessi iniziale ci propone l’epifonema - capace di amore, e anche di amore per una femmina - un epanodo che indugia e reitera il  concetto fondamentale che l’amore non conosce genere.
L’ambivalenza rischiosa e ossimorica del Fato cieco, concordia discors che pure vede tutto, è invece un palese richiamo ai punti interrogativi lasciati irrisolti dal destino, possiamo o non vogliamo cambiarlo?
E vogliamo parlare di Therese? Finalmente la  conosciamo un po’ meglio, una non vergine ma ancora innocente - il Fato allora non si era sbagliato - figura interessante, a prima vista una filofronesi che cerca di accattivarsi l’interlocutore, e direi che vi riesce con discreto successo, ho l’impressione che, però, sia una strega per catacresi cioè solo per estensione del termine, un’anima appesantita dalle circostanze.

Mio caro Gral, se continui così io morirò di solletico, ti prego solo di non lasciami nelle sapienti mani de le Marquis, saresti crudele!

Sempre solo tua di fuoco e fiamma, ti aspetto sempre

Fiammetta 

Recensore Master
14/06/21, ore 09:39

Caro Sacrogral,
"L' amor che move il sole e l' altre stelle"... e l' inscindibile binomio di ignoranza e cattiveria, che portano alacremente verso il totale "scatafascio". Ancestrale conflitto, sempre in debutto sul palcoscenico di questo mondo... giustamente "Commedia", dantesca o meno. In questo caso... la tua, che io, sinceramente, ho molto apprezzato ed apprezzo. E' così bello, poi, che tu, a differenza del tuo immenso conterraneo, sia quell' impenitente "partigiano del lieto fine" che sei... Con te le streghe si convertono volentieri all'amore. Sulle tue righe un' anima sola, specialmente quella (all' apparenza) meno favorita, può essere contemporaneamente tutto: spirito sapiente, eroico, nobile e, soprattutto, colmo d' amore.
Notevole e stupendo! Il tutto intriso da un sapiente uso dell' ironia, che è gioia per occhi e cuore di una certa gamma di lettori (tipo me). Un plauso speciale per questa meravigliosa Oscar!
Il complimento più grande però te lo voglio fare per la tua arte di saper trattare dell' amore, sentimento dalle mille sfaccettature, da te ampiamente indagato.
Eppure... per quanto l' incanto da te regalatomi sia molto grande e coinvolgente... nemmeno ad esso è consentito di tenere a briglia la mia immaginazione, forse la mia segreta speranza... almeno riguardo ad un particolare segmento della tua saga. Sto "trepidando" (magari a vuoto... ) nell' attesa di un certo Marchese... come mi piacerebbe vederlo "illuminare a suon di calci" una certa "oscurità" normanna!!!!
Condivido e sottoscrivo: "Le storie parlano sempre di altre storie"!
Un affettuoso saluto

Recensore Veterano
13/06/21, ore 08:12

Ancora complimenti, caro Sacrogral.
All'ombra delle fanciulle in fiore madamigella si avvia alla morte in una sinistra atmosfera e il piccolo Foret dice parole più sagge del segretario fiorentino. Ma non moriranno, vero?
Sempre molta ammirazione,
sett.17

Recensore Veterano
12/06/21, ore 19:13

Caro Sacrogral,
non so come sia potuto accadere, ma mi era sfuggita la pubblicazione del decimo capitolo del "Folle Volo", che mi sono goduta oggi in questo pomeriggio assolato.
Come sempre, i tuoi racconti sono densi di significati e offrono interessantissimi spunti di riflessione.
Si parte con questo flash back di Oscar, che ci porta a un episodio dell'infanzia in compagnia del padre. 
Il Generalissimo riporta una apprezzatissima citazione de "Il Principe" del magnifico Niccolò Macchiavelli, il politologo per eccellenza, insegnandole la fondamentale conoscenza del territorio e l’importanza di affilare le armi in periodo di pace per preparasi ai momenti di guerra.
Secondo il mio personale punto di vista, però, Madamigella La Luminosa e' tutto il contrario di ciò che professa l'insigne Machiavelli (che peraltro adoro): lei è un'anima bella, un'idelista; mentre Machiavelli e' il capostipite dei realisti. Ciò non toglie che gli insegnamenti in questione le siano stati molto utili nel senso più pratico. Perché si', il "Principe" e' un manuale. Insomma, mi hai fatto ripescare la mia copia dalla libreria per rileggerla.
Bellissimo il ricongiungimento del Generale con la cavalla Estelle. Mi ha ricordato tanto il tenerissimo passo dell'Odissea in cui Ulisse ritrova il vecchio cane Argo, malato e pieno e di zecche. Anche qui Ulisse nasconde una lacrima di commozione al servo Eumeo. A differenza di Argo, che muore dopo aver aspettato tanto il padrone, Estelle riesce a trascorrere il resto della sua equina vita in casa del generale, trattata con tutti gli onori. E meno male!
Oscar, con quel ricordo, realizza che il padre l'ha profondamente amata quale figliA, e non solo in quanto erede del casato. 
Incantevole il passo in cui discorri della sensibilità della nostra beniamina, quel suo essere "senza uno strato di pelle". Non potevi fornire una descrizione migliore. E' proprio vero che le persone empatiche e sensibili sono le meno protette e, non avendo la scorza, ‘sentono’ più delle altre nel bene e nel male.
Ho notato altresì che hai tenuto a chiarire l’affaire della verginità della povera Therese.😉
Splendida e veritiera la massima del Dott. Lassonne.
Ma davvero il dolcissimo Foret/Forrest ci lascia? 😢
Come sempre, la tua prosa e' poesia.
Tua devota lettrice, 
Galla88
(Recensione modificata il 12/06/2021 - 07:20 pm)

Recensore Veterano
12/06/21, ore 15:53

La loro vite è dal ceppo di Sodoma dalle piantagioni di Gomorra 
La loro uva è velenosa, ha grappoli amari.
Tossico di serpenti è il loro vino, micidiale veleno di vipere.
Mia sarà la vendetta e il castigo quando vacillerà il loro piede!

~ Deuteronomio ~ La Sacra Bibbia

Vendetta, santa vendetta, dilemma stereotipato e sempre vivo, dalla Genesi al Deuteronomio, la sacra Scrittura ne è satura e quella profana anche, la vita ne vomita. Qui è messa alla gogna per bocca di un piccolo principe, un folletto rubato ad una notte di mezza estate, un po’ sacro ed un po’ profano, figura intermedia non più grande di una pietra d’Agata. Away with the fairies, non solo per espressione idiomatica ma in senso letterale e assoluto. Ghermito in anima et corpore da Mab, Titania, la fata turchina, una lamia e pure una regina, diventa il contatto del mondo parallelo e di mezzo mentre i fotogrammi della vita scorrono nitidi e splendenti davanti al sorriso pieno della morte che aspetta. Frammenti che si fermano poi bellissimi sugli occhi aperti chiusi di un padre che sa amare, si specchiano nei lapislazzuli di una figlia che non vuole morie e poi, ancora, mordono il collo di un cigno oltraggiato, animano una camicia in protesta e che non ci sta, e, infine, gridano allo squarcio del torto.
Il lettore li osserva tutti quei fotogrammi, e poi guarda alla piccola pietra in una situazione anomala, d’amore, perché d’amore vive nella disperazione da cui è circondata, e vede, pure, rinnovarsi il dilemma.
Impaziente di apprendere se l’ira di Dio spetta solo a Dio si domanda se universal risposta è siffatta cosa oppure se sia il caso di rimandarla all’individuo, si vive di scelte in fondo, ma forse, si è tutti alla ricerca di un appiglio, di una parola, di un silenzio che facciano breccia e salvino anche la stessa scelta dal fosso, sempre in bilico sull’ideale filo tra giusto e sbagliato, tra Bene e Male.
Pendiamo dalle labbra per ora ghermite e chiuse di questo meraviglioso folletto.

Ciao e a presto,
Minaoscarandre 

Recensore Veterano
12/06/21, ore 15:13

Allora, scrivere parole non fa un autore, uno scrittore, un poeta. Le parole diventano magia, incanto, folle volo, se chi le maneggia sa ammansirle e farle vivere.
Solo così le parole prendono vita e spiccano il volo. La tua penna è vita per le parole, è luce per la mia mente.
L'innocenza di una bambina che ancora non sa di essere uno sbaglio di natura, che si nutre dell'orgoglio per suo padre e che è testimone di un momento di tenera fragilità. Che osserva l'amore di cui è capace un uomo temprato dal dovere e dall'intransigenza, momento lontano impresso nella mente.
Lei persa nel ricordo, pronta al sacrificio per salvare l'innocenza di chi non ha colpe.
Salda nel suo coraggio, gli occhi persi nel cielo, mentre l'irrazionale diventa realtà insostenibile.
L'innocenza che chiede vendetta, di una giovane vita spezzata in nome di un Fato oscuro, cieco, e folle. Che maledice e chiede sangue per vendicare il proprio, che vuole giustizia. Sangue per sangue, che aspetta solo un animo puro con le sembianze di un pulcino.
E ascolta le parole di quel cuore puro che vuole solo proteggere chi ama.
Perché il pulcino vede nei cuori degli uomini, vede il coraggio, la forza, l'integrità, la bellezza di coloro che lo circondano. E vede anche la bontà in quella innocente vita spezzata.
E due anime innocenti possono trovare conforto in un istante, perché il sangue non può oscurare un cuore buono, e un pulcino può spezzare una maledizione.
A La Disperazione un uomo di scienza capisce che l'irrazionale può, a volte, essere più importante della ragione. E cede all'unico istinto possibile.
Ogni racconto riempe la mia mente di emozioni, in silenzio trattengo il respiro e continuo a volare.

Recensore Junior
12/06/21, ore 10:58

Caro Gral, la mancanza della vostra penna in questo lasso di tempo è stata così forte da indurmi questa volta a palesarvi i miei pensieri e la mia ammirazione di lunga data. Ho letto ogni vostro racconto e amo il mondo che avete creato le cui ambientazioni sono di madame Ikeda ma i cui personaggi sono unici e totalmente vostri. Li amo perché trasudano pura umanità, sono veri e pieni delle contraddizioni dell'essere umano, capaci dei sentimenti più puri e delle bassezze più infime. Non riuscirei neanche volendo a condensare in poche parole le emozioni che mi stanno accompagnando in questo volo, ma vi lascio tre riflessioni su quest'ultimo. La sapienza del cuore di Foret, che non viene da conoscenza umana ma da dono divino alle anime più pure ed è una lezione universale che ci dovrebbe far riflettere e che fa giustamente esclamare a Therese "Chi sei tu?" e che le fa dare un bacio che è esternazione di un'emozione  probabilmente inaspettata quanto potente. Il pensiero finale del dottor Lassone che per me, che vivo di scienza ma credo nel trascendente, è una verità fondamentale  ed è segno di grandezza ed umiltà nello stesso tempo. L'amore del padre di Oscar per la sua cavalla, un amore non condizionato da sovrastrutture sociali e quindi non inquinato da secondi fini, che si esprime libero e vero e che è in palese contraddizione all'amore per sua figlia, non meno vero ma schermato dai ruoli e dai progetti che ha su di lei e che tanto la condizioneranno nella sua vita futura sia a livello sociale che nei suoi sentimenti. Il suo essere nata "senza uno strato di pelle" compensa però questa mancanza e le permette di sentire come pochi al mondo l'animo di chi ha di fronte e che le fa prendere decisioni coraggiose quanto per lei naturali. Attendo con trepidazione il prossimo volo e lascio i miei più cari saluti. 

Recensore Master
11/06/21, ore 12:38

Ben ritrovato mio caro Cavaliere, ero in trepidante attesa che vi palesaste a noi per poter avere contezza di quanto stesse accadendo sia alla Disperazione, che sempre merita la nostra attenzione, e sia alla nostra madamigella Luminosa in mano ai tre brutti ceffi che l’hanno presa in consegna per uno scopo che ha dello sconvolgente e dello sconcertante.
Avete creato questa volta, a differenza degli altri passaggi, un universo nuovo dove la realtà del momento vissuto da madamigella è posto, quale contraltare a ciò che sta succendendo al pulcino Foret.
Una dimensione nuova che, in quel frammento di tempo che separa Oscar dalla sua possibile fine, e alla quale lei non si è sottratta, poiché lo scopo era salvare la vita di un’altra persona, permette una immersione nei suoi ricordi. Un ricordo in particolare che la pone insieme a suo padre, durante una delle sue lectio magistralis, citando il Principe di Machiavelli, per far comprendere bene al suo erede come ci si deve comportare in tempo di pace per affilare le armi in modo da essere pronti e mai colti di sorpresa in caso di guerra. Ma oltre a questa lezione vi è molto di più: forse per la prima volta Oscar vedeva il padre, come uomo e non solo come soldato, con i suoi turbamenti che prendevano il sopravvento quando un forte sentimento arrivava a coinvolgerlo. L’episodio tutto ha creato un maggiore grado di empatia con quell’uomo rigido, ma che sapeva provare amore. Strano come, in momenti particolari della vita, tornino a fare visita altrettanti attimi particolari, quasi fossero l’unico appiglio che permette di rimanere presenti a se stessi quando si sta affrontando l’ignoto, perché con la superstizione non si hanno armi da sfoderare per far tornare la ragione.
Nello stesso istante anche Foret vive il suo momento, mentre tutti alla Disperazione gli stanno donando il loro supporto, egli si libra in un universo alternativo, un Paradiso, dove ha un incontro particolare, con la bambina vista in sogno anche da André, la piccola Therese, la quale lo stava aspettando.
Veniamo messi a parte del fatto che la bimba sia stata sacrificata in nome di quella superstizione che non ammette altro che se stessa. Assistiamo a un colloquio dove emerge tutta l’anima del pulcino, il quale dona una lezione nella sua semplicità di espressione. La vendetta rivendicata dalla bambina non è la soluzione. Lei non farà del male a tutte le persone cui Foret vuole bene, poiché non sarebbe la soluzione il principio biblico dell’occhio per occhio dente per dente. Foret sa che lei non riuscirebbe a donare la pace alla sua anima facendo del male. Foret ama tutti quelli della Disperazione, ognuno con le proprie caratteristiche che ne fanno un essere unico e peculiare. Persino Oscar gli è entrata nel cuore, lei che percepisce ciò che le accade intorno con più contezza degli altri, quasi come se le mancasse uno strato di pelle, avendo una spiccata sensibilità che si manifesta in ogni suo comportamento, persino quando il silenzio la ammanta di un’aura tutta sua.
Therese lo ascolta ammutolita, mentre si perde nell’osservazione di una fenice, un uccello mitico che solo in quel Paradiso, con quel cielo di un colore non riproducibile, poteva essere avvistato, chiedendosi forse chi fosse quel ragazzo che aveva messo in fila con semplicità concetti tanto potenti. Ma mentre Foret dona e riceve il primo bacio della sua vita in quel frammento di eternità, i disperati stanno assistendo alla sua dipartita dal mondo terreno.
Un passaggio decisamente coinvolgente per il lettore che è riuscito a immergersi nelle vostre parole, che mai sono solo quello, bensì racchiudono al loro interno una morale che invita alla riflessione, perché è piacevole e liberatorio potersi dedicare alla lettura che aiuti la mente a viaggiare, ma quando restano dei messaggi è meglio.
Non mi resta che salutarvi, ringraziandovi per la compagnia che sempre ci fate con questo volo che, in questo passaggio, ha dispiegato maggiormente le sue ali. Un inchino e a presto!

Recensore Junior
10/06/21, ore 15:34

Gral, bentornato!!

Devo lasciarti sono una recensione abbastanza corta in quanto questo periodo è decisamente pregno per quanto riguarda lo studio!
Capitolo sempre bello, ma ormai non me ne stupisco nemmeno più! Ciò che esce dalla tua penna non può essere meno che bello!

Mi ha decisamente incuriosito l'immagine che hai dato del Generale! Non me lo aspettavo per nulla...mi chiedo se sia un caso o meno questo ricordo di Madamigella!

Inoltre vorrei dire al mio carissimo Marchese che è stato proprio infame con i nostri due protagonisti (e lui lo sa! Troppo permaloso! Però...l'invito al matrimonio ci sta hahaha) però, dopo aver scoperto la verità da André (quando ci farai scoprire cosa gli ha detto e mostrato la Dama in sogno?), devo dire che si sta impegnando per risolvere la questione...sacrifici umani, pff! Concordo con lui su questa follia!

Ultima cosa; ho una domanda che mi ronza da quando ho letto lo scorso "capitolo" della storia: perché hai modificato il secondo nome di Oscar? Il nome completo al femminile è più di una volta ripetuto e sembra quasi che tu intendessi sottolineare questo fatto.
Perché? Vedendolo scritto così tante volte nello scorso "capitolo" ho pensato che volessi evidenziare il fatto che Oscar François(e) nonostante quello che voglia apparire è una donna e quindi papabile sacrificio essendo solo di matrice femminile.

Cosa mi dici?

Vabbè, è veramente giunta l'ora di andare per me...i Bronzi di Riace mi stanno aspettando!

Usque ad finem,
F.