Recensioni per
Meglio qui che fra le ossa parietali
di Hiril Underhill

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/06/21, ore 10:42

Buongiorno Hiril Underhill, uno scritto il tuo che vuole essere un grido di liberazione da tutti quei pensieri ossessivi e circolari che la mente formula e che sono per lei deleteri.
Si viene assaliti da ciò che è stato e che non sempre ci ha convinto, ed ecco che si trasforma in rimorso.
Ci si sente inadeguati, poiché non sappiamo il modo con cui affrontare il nuovo giorno che ci attende, ormai prede consapevoli di quell’impotenza di fondo a guidare la nostra esistenza, non permettendo di vedere il bello e il buono che in essa inevitabilmente si nasconde.
Pochi versi decisi che raccontano un disagio che, se non fatto sfociare in qualche maniera, rischia di rinchiuderci in una gabbia.
Bene quindi l’aver permesso alle parole di uscire, liberando la coscienza di sé.
Un caro saluto.

Recensore Master
23/06/21, ore 10:28

Non posso che complimentarmi, carissima dama.

Per la scelta. Dimostri coraggio: “chi lascia la via vecchia per la nuova…”, una via vecchia dove avevi trovato chi ti applaudiva ed apprezzava, i tuoi artistici ottonari trasgressivi e dissacranti. Dimostri passione per la scrittura, nel cercare sempre qualcosa di nuovo. Dimostri voglia di non ripeterti.

Per la forma, estremamente interessante. Parti con gli ottonari, che ormai hai nel sangue, ma ti accorgi a metà strada che non sono più adeguati a quello che vuoi dire. E passi, quasi senza accorgertene, agli endecasillabi, versi importanti. Con un tripudio di due coppie di rime in assonanza fra loro.
Niente è scritto senza il lavorio di cervello brillante. Belli i due ossimori: “Nel silenzio voglio gridare”, “La pomposità della mia pochezza”.
Bello “ordalia”, una parola medievale che ci obblighi ad interpretare in senso lato, come riteniamo più giusto.
Elucubrato, originale, anche il titolo.

Per la sostanza. Penso che le poesie più elevate siano quelle che esprimono disagi: nostalgie, mali d’amore, o - usando direttamente le parole come fai tu, senza mezzi termini - “inadeguatezze”, “impotenze”. Molto più dimesse, pensate, ponderate, di un chiassoso ballo sulla spiaggia intorno a un falò. Ma l’effetto catartico non è poi di tanto dissimile.

Bella. Concisa e coinvolgente. Complimenti, ancora, se posso!