Hai reso perfettamente in versi l'angoscia, il dolore, la sensazione di smarrimento e il buio che regna sovrano quando "il male dell'anima" bussa alle porte del nostro spirito...Comprendo perfettamente il tuo stato d'animo e se può servire, ti sono empaticamente vicina. È una poesia intensa e scritta benissimo. Un abbraccio forte.

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Quell' "a poco a poco" è magistrale.
Evidenzia la lentezza dell'anima in quei momenti senza luce.
Potenza della poesia, quando viene usata con destrezza cone fai tu.
Quando spingi il lettore a sentirsi a brandelli, pugnalato, come è scritto qui..

Lenta l'anima, inarrestabile il suo degrado, "scorre come sangue".
Oppugnabile - però - la conclusione: "Non esistono / vie di fuga".

Tutte le prigioni in cui mi sono trovato finora, persino quelle reali - come mi è successo in Perù - hanno una scappatoia. A volte non serve. Qualcuno che non ti aspetti ti apre il cancello. A volte scappi con l'immaginazione e ti butti a capofitto in un mondo virtuale. Ma riesci sempre ad uscirne. Prima o poi. Magari lasciandoci il corpo.

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Ho avuto una crisi da adolescente. Mia madre era molto malata. Una mattina mi sono svegliat* e il mondo aveva perso il suo colore, il suo sapore. Volevo solo dormire. Mi sono anche tagliat* per un po'...da quei piccoli tagli superficiali usciva tutta l'angoscia.
Poi, grazie al cielo, il mondo è tornato a colori. Ma quel buco di nulla me lo ricorderò per sempre.

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Sì, la conosco.

Arriva, se ne va, poi torna.

Si piange senza un motivo, si pena come un mistero.

Sconvolge ed avvolge, tutto si prende.

La capisco, ti capisco.

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