Recensioni per
E dei remi facemmo ali al folle volo XI
di sacrogral
Cavaliere del Graal, |
Caro Sacrogral, |
Buonasera Sacrogral, stavolta non mi scuserò per il ritardo in quanto il Marchese mi ha abbondantemente surclassata in merito. |
Mio carissimo Gral, |
Caro messere che bella storia avete scritto. Una favola moderna dove anche la morte si piega al volere di chi conosce trame diverse. Due ragazzi portano gioia e riso, il segreto pervridare vita dove non c'è più speranza. E poi il nostro marchese uomo dai mille talenti, un attore nato che salva la situazione. |
Quella campanella, che suonava, suonava, taceva come per rifiatare un pochetto, e poi ricominciava a suonare, suonare” ~ Pier Paolo Pasolini ~ |
Allora, le parole sono importanti, ma un buon racconto non si giudica solo dalle parole che lo formano. Quelle parole devono trasmettere emozioni, devono far desiderare che il Tempo si fermi. Al termine della lettura si deve provar nostalgia per quelle parole. Per quel racconto. E la nostalgia è stata la mia compagna per dodici racconti, per dodici Voli. |
Caro Gral, questo vostro volo continua a riempirmi di stupore e meraviglia perché nulla è scontato, nulla è ciò che sembra. Ho il cuore colmo di mille emozioni ma un pensiero mi ha folgorato: niente è più potente e vittorioso di una resa quando questa è frutto di una libera scelta e di una scelta fatta per amore. |
Caro Cavaliere, |
Carissimo Gral, |
Caro Sacrogral, |
Carissimo Cavaliere, |
Ma che meraviglia!!! Mi piace enormemente questo universo, macro o micro-cosmo che sia, ma sempre kosmos ordinato che stai creando, in cui tutti i pezzi si ritrovano e hanno il loro posto ordinato. ...e io lo sapevo che doveva esserci un presceltO (si fa per dire!). Bello scoprire chi sia la sorella della Morte e, soprattutto, bello il ruolo del Marchese, che mi ricorda un po', negli intenti, i sacerdoti di Khali'-Ma in "Indiana Jones e il tempio maledetto", il primo della serie che vidi...e ancora quello che ricordo con più affetto. Ecco: se posso azzardare, il tuo racconto mi fa rivivere le atmosfere e sensazioni che mi suscitavano le grandi avventure al cinema e le grandi letture di fumetti (le " storie lunghe" di Zio Paperone nel "Topolino" settimanale). Leggerti è fare un "viaggio nel passato", non solo nel XVIII secolo come tutti noi lo riviviamo reinterpretiamo, ma un po' nel mio piccolo passato. Grazie per Lucrezio: il più grande, il solo, l'unico, che ci ha lasciato la sua poesia e niente, o quasi, di sè, come è giusto che facciano i Grandi. Omaggi vivissimi, e ammirazione ancora più viva, e, per soprammercato, una garbata riverenza. Dorabella |